Un problema che ha ache fare con la crescita e con gli affetti primari, non stupido spirito di emulazione delle modelle. I disturbi alimentari che diventano vere malattie sono al centro del viaggio televisivo della bella e brava conduttrice e giornalista Francesca Fialdini. Lunedì 11 maggio su Rai 3, in seconda serata, andrà in onda la docuserie in quattro puntate sui disturbi alimentari, dal titolo Fame d’amore.
L’età media di insorgenza è tra i 15 e i 19 anni, ma si sta abbassando. Un fenomeno che si nasconde tra le pieghe della società spesso sotto falso nome, coperto di giustificazioni e pregiudizi, dal costo in vite altissimo. Il disturbo del comportamento alimentare è uno dei disagi giovanili più diffusi e meno raccontati. Per questo Rai3, in collaborazione con Ballandi, nel pieno della sua missione di servizio pubblico ha voluto puntare una luce su questo dramma che coinvolge molte famiglie italiane realizzando il nuovo programma Fame d’Amore, in onda da lunedì 11 maggio in seconda serata su Rai3.
Una docu serie in quattro puntate, ambientata dentro due comunità italiane di eccellenza: Villa Miralago a Cuasso al Monte in provincia di Varese, il più grande centro residenziale di cura terapeutica d’Italia per dipendenti alimentari (DCA) ed uno dei più grandi d’Europa, ed a Palazzo Francisci (Todi). Due luoghi dell’anima che accolgono e curano le ferite di queste patologie. Fame d’Amore è racconto delle difficili fasi che attraversano i ragazzi e le loro famiglie, della lotta per uscire dalla malattia, dall’arrivo in comunità fino al ritorno alla vita di tutti i giorni. Grazie al supporto del team di esperti delle due comunità all’avanguardia nella cura dei disturbi alimentari, verranno documentate tutte le fasi di un lungo percorso a ostacoli, in cui il cibo, il corpo e l’amore sono gli strumenti fondamentali per la rinascita.
Francesca Fialdini, attualmente impegnata anche con un programma che va in onda su Rai Uno la domenica dopo Domenica In (Da Noi a Ruota Libera), ha in serbo anche speciali estivi da mandare in tv sempre sullo stesso filone di racconto della realtà italiana.