Il Festival della canzone italiana, conosciuto come il Festival di Sanremo, nasce nel 1951 e ha luogo ogni anno nella città di Sanremo, in Liguria. Non si tratta di una semplice competizione tra cantanti, ma di una vera rappresentazione della realtà e cultura italiana. Tuttavia, negli ultimi anni il festival aveva riscontrato un drastico calo degli ascolti. Così, mentre la direzione artistica provava a invertire la tendenza, nel 2020 un gruppo di amici inventa un gioco uscito dal nulla che fa esplodere la popolarità del festival sui social network: il FantaSanremo. Proprio come nel poker online o nel blackjack, le sue regole possono essere molto semplici e complicate.
La nascita del FantaSanremo
Il FantaSanremo nasce nel 2020 dall’idea di un gruppo di amici addetti ai lavori del mondo dello spettacolo (musicisti, insegnanti di musica, tecnici del suono) appassionati del Festival di Sanremo, ispiratisi al Fanta-Game of Thrones, un gioco fantasy basato sull’omonima serie televisiva. Creano la FIF (Federazione Italiana FantaSanremo), che consta di otto persone e ha il compito di stilare il primo regolamento. In totale sono 47 gli iscritti e, Nonostante l’esiguo numero di squadre e la piccola dimensione, il gioco attira l’attenzione di Rai Radio 2, che intervista telefonicamente uno dei creatori del gioco prima di ogni serata del Festival.
Nel 2021, a causa del Covid-19, la FIF decide di spostare su Internet lo svolgimento del gioco. Diventa virale, a tal punto che gli stessi cantanti in gara leggono in diretta Instagram il regolamento e, durante il festival, fanno tutto ciò che possono per guadagnare baudi: nominare il FantaSanremo sul palco, dare il cinque al conduttore, indossare maschere, fare flessioni, bacio sulla guancia, ecc. L’impatto del gioco sulla cultura popolare italiana viene confermato dall’Istituto Treccani, che inserisce la parola “FantaSanremo” tra i neologismi del 2022.
Nel 2022 e 2023, il gioco ha spopolato fino ad arrivare alla conferenza stampa del Festival. Tuttavia, dopo l’edizione del 2022 in cui molti artisti interrompevano le loro performance per far guadagnare più baudi al loro personaggio virtuale, la Rai ha “limitato” i bonus e i malus del FantaSanremo.
Le regole
Il regolamento del FantaSanremo è simile a quello del fantacalcio. Si crea una squadra virtuale con dei personaggi reali, che a loro volta vengono “comprati” nel mercato del gioco online. In questo caso si tratta di schierare una squadra composta da 5 artisti partecipanti al Festival di Sanremo, uno dei quali sarà nominato come capitano della squadra. Ogni giocatore ha a disposizione 100 baudi, la valuta di gioco, per acquistare i 5 artisti in gara. La scelta di chiamare “baudo” la moneta virtuale non è casuale, infatti, si riferisce a Pippo Baudo, icona del Festival con all’attivo il maggior numero di conduzioni. Ogni artista ha un valore, espresso in baudi, che unito a quello dei colleghi non può andare oltre i 100 baudi. Ogni giocatore può iscrivere la sua squadra in una lega, cioè un insieme di squadre riferite a un singolo iscritto e che poi esprimerà una propria classifica. Ogni iscritto può creare al massimo cinque squadre.
I baudi si calcolano in base ai bonus e malus assegnati a ogni artista durante la sua performance sul palco del Teatro Ariston, e che andranno a influire sul punteggio che l’artista stesso totalizzerà al termine del Festival.
Una strategia di marketing
Non sono solo i giocatori a rispondere al richiamo del FantaSanremo. Quest’anno, per l’edizione 2023, gli sponsor che hanno partecipato sono numerosi e non dei meno importanti. Dal marchio di gioielli Pandora al caffè Lavazza, i marchi hanno capito il potenziale del gioco, che dedica loro bonus speciali. Un artista completamente vestito di bianco ha fatto guadagnare infatti 10 punti alla sua squadra grazie al bonus Philadelphia, un formaggio di un bianco immacolato. Oppure il bonus Action Aid (20 punti), che si ottiene con un ukulele sul palco e permette la donazione di strumenti musicali e materiale scolastico alle scuole supportate da Action Aid nella comunità di Kathonzueni, in Kenya.
