Mira Sorvino, arrivata alla Festa del Cinema di Roma per il film “Drowning”, premio Oscar e diva osannata da Woody Allen, ha indossato gioielli italiani. Ha scelto per il red carpet la linea di Marco Bicego e le collezioni Lunaria e Lunaria Petali.
L’attrice si è detta felice e grata del momento che sta vivendo “e come parte del movimento #metoo, spero di aiutare a dare coraggio a tutte quelle donne che sono sopravvissute a forme di violenza, abusi e sopraffazioni”.
“Melora è una delle mie più care amiche da vent’anni. Per Drowning voleva che Mary apparisse come una ‘bonne vivante’, che sa godersi la vita, frequenta tanti uomini, ma ti rendi conto che non è che una maschera, perché è una donna ferita, tradita dall’ex marito e in grande solitudine“. Una madre è costretta ad affrontare la sofferenza quando, nonostante le sue peggiori paure e i suoi migliori sforzi per dissuadere suo figlio, decide di arruolarsi nell’esercito e andare a combattere in Iraq.
La regista del film, Melora Walters, è nata in Arabia Saudita da genitori americani nel 1960. Melora ha vissuto successivamente nei Paesi Bassi, nell’Arkansas e a New York. Attrice famosa, ha debuttato sul grande schermo nel 1989 nel film Dead Poets Society di Peter Weir, e ha continuato a lavorare per registi come Paul Thomas Anderson (in Hard Eight, Magnolia, Boogie Nights e The Master), Tim Burton (in Ed Wood), Ridley Scott (in Matchstick Men), Anthony Minghella (in Cold Mountain). Walters ha fatto il suo debutto alla regia nel 2016 con il cortometraggio The Muse. Nel 2018 ha diretto il suo primo lungometraggio, Waterlily Jaguar.
La regista dice: “I miei film e l’arte esplorano cosa significa essere vivi. Sento che la vita è piena di gioia, sofferenza, risate e assurdità in mezzo a molti altri elementi complicati. Il mondo interiore degli individui, i loro sogni, i loro amori, i loro segreti, i loro desideri e la loro sopravvivenza è ciò che mi interessa.
Le interazioni umane, le complicazioni delle parole dette e non dette sono ciò che cerco di ritrarre sullo schermo. Credo che il mezzo del film consenta la celebrazione dell’anima umana“.