15 Agosto 2022
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Da Proof of Work a Proof of Stake: il merge di Ethereum

15 Agosto 2022
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Da Proof of Work a Proof of Stake: il merge di Ethereum

15 Agosto 2022
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Da Proof of Work a Proof of Stake: il merge di Ethereum

Le ultime settimane sui mercati criptovalutari sono trascorse all’insegna di un ritrovato ottimismo, ma in questo clima di entusiasmo generalizzato vi è un protagonista indiscusso: Ethereum dopo mille difficoltà sembra essersi calato nel ruolo di trascinatore del settore, rubando quella scena più volte calcata dal più famoso Bitcoin; le quotazioni di ETH hanno riagguantato i valori del precedente bottom, da cui a fine Maggio era partita la violenta ondata di vendita che aveva sospinto i corsi sulla fondamentale soglia dei 1000 dollari. In poco più di un mese la situazione si è ribaltata completamente e in tanti iniziano a intravedere nel recupero di quota 2000 dollari un primo segnale di neutralizzazione della struttura ribassista di medio e lungo termine. È chiaro che i motivi di una sovraperformace di tale portata rispetto ad altri sottostanti del settore siano da ricercare in elementi di carattere fondamentale piuttosto che di natura tecnica.

Merge di Ethereum: tutto pronto per il mainnet

Gli analisti di Criptovaluta.it, portale di approfondimento nel campo delle tecnologie digitali, fanno coincidere questa fase particolarmente positiva di Ethereum con gli aggiornamenti provenienti dall’operazione di fusione. In un articolo ben circostanziato, disponibile sulla testata online, ne vengono riportati tutti i dettagli, dando ampio spazio alla notizia che annuncia una svolta epocale per il progetto. In particolare, leggendo la news di CRIPTOVALUTA.IT, ci si può fare un’idea di come la nascita della nuova blockchainpossa impattare sulle prospettive future di crescita del token

Completato il merge di Ethereum nel processo che verifica la funzionalità del protocollo –testnet-, è tutto pronto per lo step successivo rappresentato dal mainnet, che dopo numerosi rinvii, dovrebbe essere eseguito in data 19 Settembre: ciò sancirà il passaggio definitivo dalla tecnologia Proof of Work alla tecnologia Proof of Stake, garantendo al network della crypto un ruolo ancora più centrale come sorgente per altri progetti in ambito gaming e metaverso.

La transizione, per ciò che stato verificato fino a questo momento, non ha presentato alcun problema di sorta, se non qualche intoppo di poco conto riconducibile all’upgrade dei nodi di convalida. A confermare la circostanza è stato Marius Van Der Wijden, lo sviluppatore di Ethereum che al termine della fase uno ha dichiarato conclusa positivamente l’operazione. La sola questione a rimanere ancora aperta riguarda la possibilità di implementare un fork per tutti gli utenti che intendono continuare ad utilizzare un protocollo di validazione Proof of Work: a prescindere da tale eventualità la chain dominate rimarrà la PoS, che garantirà un boost alla velocità e alla scalabilità di tutti i processi del network.

Puntare sulla centralità del network nell’ecosistema digitale

Come evidenziato dagli esperti di Critpovaluta.it, una maggior centralità della piattaforma Ethereum nello sviluppo di altre applicazioni avrà ovvie percussioni sulla quotazione dell’asset di riferimento: ci sono pochi dubbi, infatti, sulle probabilità che nel lungo periodo la crypto possa rinverdire i fasti antecedenti alla recente crisi e completare quel processo di crescita innescato dall’emersione delle potenzialità ancora inespresse. Investire nel progetto, quindi, con target temporali distanti potrebbe essere molto interessante, ovviamente ponendo il sottostante all’interno di una corretta diversificazione ed essendo consapevoli di tutti i fattori di rischio che presentano le valute virtuali.

Vi sono svariati canali operativi che consentono la compravendita di Ethereum, tuttavia le piazze di scambio decentralizzate rappresentano l’opzione più utilizzata dagli investitori: difatti sia gli exchange di criptovalute sia i broker online mettono a disposizione dei propri utenti tool di negoziazione davvero eccellenti e per il loro impiego richiedono costi commissionali estremamente vantaggiosi. Inoltre il capitale di partenza, previsto per la sottoscrizione di un conto trading real, è di norma talmente irrisorio da non costituire un problema per chi è interessato investire in asset digitali, ma non dispone di patrimoni particolarmente elevati.

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