La galleria Fabbrica Eos a Milano presenta, nel suo spazio di Viale Pasubio 8/a, fino all’11 gennaio 2025 la mostra personale di Cracking Art dal titolo CAOSMO – La memoria della materia.
La mostra segna il trentennale di attività di Cracking Art con un ritorno alle origini del suo percorso artistico. Il manifesto programmatico del movimento fu infatti presentato proprio negli spazi della Galleria Fabbrica Eos nel dicembre 1993 e l’attività espositiva iniziò nel 1994.
Il movimento Cracking Art nasce nel 1993 con l’obiettivo di cambiare radicalmente la storia
dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario
dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà
artificiale.
Il termine Cracking Art deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi,
spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la
reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento
in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è tale processo che essi
intendono rappresentare attraverso la loro arte.
In mostra saranno presenti alcune delle sculture iconiche realizzate in plastica rigenerata e rigenerabile che hanno caratterizzato le più di 500 installazioni realizzate in questi anni di attività e che hanno portato il collettivo nei 5 continenti del pianeta.
Ma più che una celebrazione del passato, questa esposizione vuole presentare il passaggio ad
una serie di nuove opere che pone ancora più al centro il concetto di rigenerazione.
I quadri della serie “Caosmo”, che per la prima volta vengono esposte in una galleria, sono infatti ottenuti con il materiale derivato dalla triturazione delle sculture utilizzate nelle installazioni per evidenziare che la plastica, come scrisse Roland Barthes, più che una sostanza è l’idea stessa della sua infinita trasformazione.
Caos non indica tanto il disordine, quanto la velocità infinita con cui si dissipa qualunque forma
vi si profili. E’ un vuoto che non è un niente, ma un virtuale che contiene tutte le particelle
possibili e richiama tutte le forme possibili, che spuntano per sparire immediatamente, senza
consistenza ne referenza. (G. Deleuze / F. Guattari, Che cos’è la filosofia? 1991)
Ecco quindi che le particelle delle sculture, custodi della memoria della loro origine, prendono
nuove direzioni imprevedibili per tentare di rimettere ordine e ricostruire un nuovo cosmo
tramite l’arte che, attraverso i suoi processi irrazionali, ci mantiene profondamente umani.
Fino all’11 gennaio 2025 – FABBRICA EOS
Viale Pasubio, 8/a Milano