La terza settimana (14-19 aprile) de “La Montagna a casa”, la rassegna online di cinema di montagna del Club alpino Italiano sta per iniziare.
Da questa settimana l’iniziativa si arricchisce della collaborazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino, che si aggiunge a quella di Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi – e Parco Nazionale dello Stelvio.
Da questa settimana l’iniziativa si arricchisce della collaborazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino, che si aggiunge a quella di Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi – e Parco Nazionale dello Stelvio.
L’aritmetica del lupo è il primo titolo in programma, in prima visione, domani sera alle ore 21.00 sul canale Youtube del Cai. Un film dedicato al ritorno naturale del lupo nelle Alpi e realizzato nell’ambito del progetto Life Wolfalps. Tre professioniste femminili sono le protagoniste del documentario per tre diversi punti di vista: quello della ricercatrice e biologa Francesca Marucco, quello dell’antropologa Irene Borgna e della naturalista e fotografa Raffaella Zerbetto.
Il giorno seguente, 15 aprile, seguirà STEPS – Giovani alpinisti su antichi Sentieri, per la regia di Alberto Dal Maso e Sara Segantin. Un approccio eclettico tra letteratura, tecnologia e mondo outdoor alla scoperta delle montagne.
Giovedì 16 aprile sarà la volta di La Favolosa storia del Gipeto. Una pellicola francese dalle immagini mozzafiato per la regia di Anne e Erik Lapied.
Mentre Prima il dovere di Nicoletta Favaron sarà visibile, sempre in prima visione, venerdì 17 aprile. Una storia avvincente attraverso le interviste, tra gli altri, di personaggi come Luigino Airoldi, Dario Spreafico e Bruno Lombardini, per tracciare insieme il futuro dell’alpinismo moderno.
Sabato 18 sarà la volta di Still alive, documentario di Reinhold Messner e Hans-Peter Stauber. E’ la storia vera di due alpinisti austriaci ambientata negli anni ‘70, che vede come attori protagonisti Hansjörg Auer insieme a David Lama. Scomparsi il 16 aprile dello scorso anno, dopo essere stati travolti da una valanga insieme allo statunitense Jess Roskelley durante una cordata sullo Howse Peak in Canada.
Si proseguirà infine domenica 19 con Sulle tracce della salamadra di Pino Brambilla. Un documentario che narra la storia di minatori e delle loro famiglie impiegati nell’estrazione e nella filatura dell’amianto in Valmalenco, valle laterale della Valtellina, in Lombardia.
Tutti i titoli in programma saranno disponibili sul canale Youtube del Cai in prima visione, a partire dalle ore 21.00 del giorno indicato e fino a trenta minuti dopo la fine del film, e il giorno successivo in replica a partire dalle ore 17:30, fino a trenta minuti dopo la conclusione.
Ogni giorno alle ore 12.30 sui canali social del Cai e su loscarpone.cai.it ricorderemo il film in programmazione alle ore 21.00 e quello in replica.
Di seguito la programmazione in dettaglio:
Martedì 14 aprile ore 21.00: L’ARITMETICA DEL LUPO
Italia, 2018, 37 minuti
Regia di Alessandro Ingaria
Replica mercoledì 15 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ky8s9WmY9F0
“Nessuno conosce cos’è un lupo, puoi solo immaginarlo. È noi che vuole, la nostra coscienza. Non è una favola. Non ha morale. È l’aritmetica di un animale”. Un racconto al femminile della presenza del lupo nelle Alpi: la storia del suo ritorno naturale nelle montagne, il racconto dei motivi dell’atavica paura del lupo, l’emozionante incontro di chi lo segue con passione da anni.
Italia, 2018, 37 minuti
Regia di Alessandro Ingaria
Replica mercoledì 15 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ky8s9WmY9F0
“Nessuno conosce cos’è un lupo, puoi solo immaginarlo. È noi che vuole, la nostra coscienza. Non è una favola. Non ha morale. È l’aritmetica di un animale”. Un racconto al femminile della presenza del lupo nelle Alpi: la storia del suo ritorno naturale nelle montagne, il racconto dei motivi dell’atavica paura del lupo, l’emozionante incontro di chi lo segue con passione da anni.
Mercoledì 15 aprile ore 21.00: STEPS – Giovani alpinisti su antichi sentieri
Italia, 2019, 49 minuti
Regia di Alberto Dal Maso e Sara Segantin
Replica giovedì 16 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ub6JtiM-tGE
Steps è reale: non ci sono attori, non c’è un copione e le riprese sono realizzate dai protagonisti. L’inizio è da barzelletta: un alpinista-ingegnere, una scrittrice-esploratrice, un olandese guida di canyoning, una slovena appassionata di fiori e uno speleologo-sciatore partono per Yosemite. Vogliono rintracciare i passi di John Muir, padre dell’ambientalismo americano, e portare il suo messaggio di eco-compatibilità sulle Dolomiti, attraverso letteratura, arrampicata, canyoning, trekking, stampa 3D.
Non si tratta di spedizioni impossibili o sfide ai limiti dell’umano, ma di ‘sonterellare’, dal famoso sauntering di Muir: vivere la Natura con meraviglia e consapevolezza, competenza ed entusiasmo. Eppure, i protagonisti si accorgeranno che non è facile come sembra. Un cane apprendista scalatore, neve alta, inondazioni e, soprattutto, ritmi e modi diversi di vivere la montagna, mettono a dura prova non soltanto la buona riuscita dell’impresa, ma anche la loro amicizia. Più diversi non si può, ma a trasformare questa ricetta esplosiva nella più vincente delle combinazioni è proprio la volontà condivisa di ‘far felici le montagne ed essere felici con loro’.
Italia, 2019, 49 minuti
Regia di Alberto Dal Maso e Sara Segantin
Replica giovedì 16 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ub6JtiM-tGE
Steps è reale: non ci sono attori, non c’è un copione e le riprese sono realizzate dai protagonisti. L’inizio è da barzelletta: un alpinista-ingegnere, una scrittrice-esploratrice, un olandese guida di canyoning, una slovena appassionata di fiori e uno speleologo-sciatore partono per Yosemite. Vogliono rintracciare i passi di John Muir, padre dell’ambientalismo americano, e portare il suo messaggio di eco-compatibilità sulle Dolomiti, attraverso letteratura, arrampicata, canyoning, trekking, stampa 3D.
Non si tratta di spedizioni impossibili o sfide ai limiti dell’umano, ma di ‘sonterellare’, dal famoso sauntering di Muir: vivere la Natura con meraviglia e consapevolezza, competenza ed entusiasmo. Eppure, i protagonisti si accorgeranno che non è facile come sembra. Un cane apprendista scalatore, neve alta, inondazioni e, soprattutto, ritmi e modi diversi di vivere la montagna, mettono a dura prova non soltanto la buona riuscita dell’impresa, ma anche la loro amicizia. Più diversi non si può, ma a trasformare questa ricetta esplosiva nella più vincente delle combinazioni è proprio la volontà condivisa di ‘far felici le montagne ed essere felici con loro’.
Giovedì 16 aprile ore 21.00: LA FAVOLOSA STORIA DEL GIPETO
Francia, 2018, 52 minuti
Regia di Anne e Erik Lapied
Replica venerdì 17 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=1iWjA6y4NJk
Con il suo volto singolare, il suo sguardo diabolico e la sua imponenza, il gipeto sembra uscito da una leggenda. Le immagini mozzafiato e la meravigliosa colonna sonora di questo documentario dipingono un ritratto di questo rapace straordinario, che fu sterminato all’inizio del XX secolo ma che ora è tornato a sorvolare le Alpi.
Due biologi, uno francese e l’altra svizzera, ci raccontano la storia favolosa di questo insolito rapace, la cui preservazione è una sfida che coinvolge esperti a livello mondiale e dimostra che, quando vuole, l’uomo è in grado di cambiare le cose.
Francia, 2018, 52 minuti
Regia di Anne e Erik Lapied
Replica venerdì 17 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=1iWjA6y4NJk
Con il suo volto singolare, il suo sguardo diabolico e la sua imponenza, il gipeto sembra uscito da una leggenda. Le immagini mozzafiato e la meravigliosa colonna sonora di questo documentario dipingono un ritratto di questo rapace straordinario, che fu sterminato all’inizio del XX secolo ma che ora è tornato a sorvolare le Alpi.
Due biologi, uno francese e l’altra svizzera, ci raccontano la storia favolosa di questo insolito rapace, la cui preservazione è una sfida che coinvolge esperti a livello mondiale e dimostra che, quando vuole, l’uomo è in grado di cambiare le cose.
Venerdì 17 aprile ore 21.00: PRIMA IL DOVERE
Italia, 2016, 50 minuti
Regia di Nicoletta Favaron
Replica sabato 18 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=yIoJUKTw0ik
Lecco, luglio 1961. L’alpinismo e la montagna occupano le pagine principali dei quotidiani, con quello che è stato definito il “soccorso” più drammatico delle Alpi: sette scalatori, due cordate guidate da Walter Bonatti e Pierre Mazeaud, sono travolte da una bufera sul Pilone centrale del Freney, nel massiccio del Monte Bianco. Per una settimana le squadre di soccorso tentano di raggiungerli, ma sopravvivono solo in tre: Bonatti, Mazeaud e Roberto Gallieni. Pochi sanno che a Lecco, un uomo conosceva la via di fuga che avevano pianificato Bonatti e compagni. Avvertito dal padre di Gallieni, partì con una squadra di Lecco verso Courmayeur, per raggiungerli, dare una mano ai soccorsi, ma non fu ascoltato. Arrivò al bivacco Gamba che Bonatti e Gallieni raggiunsero sfiniti nel cuore della notte, prima che ripartisse la squadra di soccorso locale. E fu lui a recuperare, purtroppo ormai privo di vita, il corpo di Andrea Oggioni.
Quell’uomo è Dino Piazza: alpinista, Ragno della Grignetta, precursore del soccorso alpino e imprenditore. Classe 1932, grande energia e spirito innovatore, come alpinista fu autore di vie nuove (come la Direttissima alla Torre Cecilia del 1959 aperta con Tizzoni e Colombo) e salite celebri come la nord-ovest del Civetta lungo la famosa via Solleder e la ripetizione della via Bonatti al Petit Dru sul massiccio del Monte Bianco. Piazza racconta, con un filo di costruttiva provocazione, la sua visione sul contrastato mondo dell’alpinismo lecchese, sempre preso fra polemiche e battibecchi, e riflette sulla direzione che sta prendendo l’alpinismo moderno.
Italia, 2016, 50 minuti
Regia di Nicoletta Favaron
Replica sabato 18 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=yIoJUKTw0ik
Lecco, luglio 1961. L’alpinismo e la montagna occupano le pagine principali dei quotidiani, con quello che è stato definito il “soccorso” più drammatico delle Alpi: sette scalatori, due cordate guidate da Walter Bonatti e Pierre Mazeaud, sono travolte da una bufera sul Pilone centrale del Freney, nel massiccio del Monte Bianco. Per una settimana le squadre di soccorso tentano di raggiungerli, ma sopravvivono solo in tre: Bonatti, Mazeaud e Roberto Gallieni. Pochi sanno che a Lecco, un uomo conosceva la via di fuga che avevano pianificato Bonatti e compagni. Avvertito dal padre di Gallieni, partì con una squadra di Lecco verso Courmayeur, per raggiungerli, dare una mano ai soccorsi, ma non fu ascoltato. Arrivò al bivacco Gamba che Bonatti e Gallieni raggiunsero sfiniti nel cuore della notte, prima che ripartisse la squadra di soccorso locale. E fu lui a recuperare, purtroppo ormai privo di vita, il corpo di Andrea Oggioni.
Quell’uomo è Dino Piazza: alpinista, Ragno della Grignetta, precursore del soccorso alpino e imprenditore. Classe 1932, grande energia e spirito innovatore, come alpinista fu autore di vie nuove (come la Direttissima alla Torre Cecilia del 1959 aperta con Tizzoni e Colombo) e salite celebri come la nord-ovest del Civetta lungo la famosa via Solleder e la ripetizione della via Bonatti al Petit Dru sul massiccio del Monte Bianco. Piazza racconta, con un filo di costruttiva provocazione, la sua visione sul contrastato mondo dell’alpinismo lecchese, sempre preso fra polemiche e battibecchi, e riflette sulla direzione che sta prendendo l’alpinismo moderno.
Sabato 18 aprile ore 21.00: STILL ALIVE
Austria, 2017, 88 minuti
Regia di Reinhold Messner e Hans-Peter Stauber
Replica domenica 19 aprile ore 17.30
NB IN LINGUA ORIGINALE (TEDESCO) SOTTOTITOLATO IN ITALIANO
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=6P09r0Ro__8
Gert e Oswald sono compagni di studi all’Università di Innsbruck e decidono di partire per il Kenya in compagnia di Ruth, futura moglie di Oswald. Mentre Ruth si trova a Mombasa, i due amici si dedicano alla scalata del Monte Kenya. Ma al momento di tornare indietro vengono sorpresi da una perturbazione e Gert precipita rimanendo gravemente ferito. Ha così inizio una delle storie più avvincenti di salvataggio in alta quota, un’impresa durata nove giorni che Oswald ha trascorso interamente al fianco dell’amico.
Austria, 2017, 88 minuti
Regia di Reinhold Messner e Hans-Peter Stauber
Replica domenica 19 aprile ore 17.30
NB IN LINGUA ORIGINALE (TEDESCO) SOTTOTITOLATO IN ITALIANO
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=6P09r0Ro__8
Gert e Oswald sono compagni di studi all’Università di Innsbruck e decidono di partire per il Kenya in compagnia di Ruth, futura moglie di Oswald. Mentre Ruth si trova a Mombasa, i due amici si dedicano alla scalata del Monte Kenya. Ma al momento di tornare indietro vengono sorpresi da una perturbazione e Gert precipita rimanendo gravemente ferito. Ha così inizio una delle storie più avvincenti di salvataggio in alta quota, un’impresa durata nove giorni che Oswald ha trascorso interamente al fianco dell’amico.
Domenica 19 aprile ore 21.00: SULLE TRACCE DELLA SALAMANDRA
Italia, 2009, 54 minuti
Regia di Pino Brambilla
Replica lunedì 20 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=z1ZF_98p_IU
Il film racconta la storia dei minatori e delle donne che, fin da giovanissimi, erano impiegati nell’attività mineraria in Valmalenco, per quasi un secolo rivolta principalmente all’estrazione dell’amianto, minerale conosciuto nel Medioevo con il nome di “lana di Salamandra”. Un ex cavatore della Valle ripercorre gli antichi sentieri che portavano alle miniere, persino nel cuore della montagna, alla riscoperta dei giacimenti amiantiferi e dell’antica tecnica della filatura dell’amianto.
Italia, 2009, 54 minuti
Regia di Pino Brambilla
Replica lunedì 20 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=z1ZF_98p_IU
Il film racconta la storia dei minatori e delle donne che, fin da giovanissimi, erano impiegati nell’attività mineraria in Valmalenco, per quasi un secolo rivolta principalmente all’estrazione dell’amianto, minerale conosciuto nel Medioevo con il nome di “lana di Salamandra”. Un ex cavatore della Valle ripercorre gli antichi sentieri che portavano alle miniere, persino nel cuore della montagna, alla riscoperta dei giacimenti amiantiferi e dell’antica tecnica della filatura dell’amianto.