Magnete si trova in Via Adriano 107, Milano, nel cuore di quartiere Adriano a nord est di Milano. Magnete è un’impresa sociale che gestisce l’Auditorium all’interno della struttura dell’Adriano un luogo di cura e cultura, uno spazio unico di relazione e pluralità per il terrotorio, che sorge proprio nella periferia che ne ha più bisogno. Sul ruolo dei centri culturali e di come incidono nei luoghi in cui vengono creati si discute ne “La cultura cura – Progettare nuovi centri culturali in tempi incerti”, un libro che ha visto varie professionalità confrontarsi sull’esperienza nel quartiere Adriano e presentato di recente a Milano Book City 2023. Sono Noemi Satta, curatrice del libro, Emanuel Ingrao, Founder & CEO di Shifton, Guido Cavalli di Proges – Cooperativa sociale, Andrea Rebaglio, vice direttore dell’area Arte e cultura della Fondazione Cariplo, e Roberta Franceschinelli, innovation manager presso Fondazione Unipolis e presidente de Lo Stato Dei Luoghi.
Loro tutti si sono impegnati a trasformare Magnete nel luogo che conosciamo oggi: un community hub che unisce cura e cultura, uno spazio unico di relazione e pluralità per il quartiere Adriano e la città metropolitana di Milano.
I diversi punti di vista teorici vengono declinati nel racconto della creazione di Magnete: un processo organico che è stato per sua natura non lineare, perché vissuto da organizzazioni in rete, comunità, territori.
In particolare, vengono affrontati il contesto e la storia dell’intervento nel quartiere Adriano, i modelli di community hub, la creazione di una governance dinamica, le strategie per trasformare un luogo residuale in un luogo di senso.
Si è scelto infine di dar voce diretta, sotto forma di interviste, ai fondatori di Magnete, che raccontano la loro esperienza di co-progettazione nell’incertezza del periodo pandemico, degli sforzi ancora da fare, delle importanti lezioni apprese.
Il fil rouge che lega tutti questi contributi è il tema, preso da varie angolazioni, della cultura accessibile come leva strategica del cambiamento.
La cultura produce nuove narrazioni, ruoli, strumenti e attività d’accesso, nuove prese di parola e protagonismi. La cultura non è progettata né vissuta come ornamentale e accessoria, ma è vero e proprio ambito di ricucitura di senso e capacitazione.