Quando la voce c’è, la musica dal vivo viaggia su altissime vette. Ma, nel caso di Carlo Mey Famularo, pluripremiato cantautore napoletano perennemente in giro per il mondo, la maestria e la tenuta scenica fanno di gran lunga la parte del leone.
Forte di una voce che dal melodico sconfina in territori jazz-soul, Famularo ha messo in piedi un applauditissimo show piano e voce nel gremito Teatro Gerolamo a Milano. Nel gioiello di inizio Novecento al centro città, il cantautore ha portato il suo recital “Un posto al soul”, costruito minuziosamente sulla potenza vocale e attitudine al racconto del protagonista.
In scena solo la voce di Famularo e l’accompagnamento al piano che il cantautore padroneggia. “Mi fa piacere – ha detto al pubblico – iniziare questa stagione di concerti qui a Milano, perché solitamente noi napoletani testiamo il terreno a casa. Ma questa è la dimostrazione che la canzone napoletana è un genere che non ha confini”.
In effetti le reinterpretazioni dei brani classici della musica partenopea sono stati coraggiosamente accostati ad altri classici della musica italiana e internazionale. Così Riccardo Cocciante e Frank Sinatra si sono trovati nell’ora e mezza di show a essere interpretati accanto alle classiche ed essenziali “Dicitencello vuje” (canzone napoletana scritta nel 1930 da Rodolfo Falvo per la musica ed Enzo Fusco come paroliere) e hit degli anni 80 di Pino Daniele. Tutti accolti con lo stesso entusiasmo da un pubblico di tutte le età. E soprattutto eterogeneo per provenienza e background. In platea si sono visti nostalgici, turisti stranieri e amanti del genere soul. Che Carlo Mey Famularo padroneggia con destrezza, ricordando gli incontri artistici con personaggi mitici e avventure professionali con mostri sacri della musica.
Un’emozione dietro l’altra sentirlo al piano e modulare con disinvoltura la voce dai brani più romantici a quelli più festosi, con l’apoteosi di “‘O surdato ‘nnammurato” (in italiano: Il soldato innamorato), una delle più famose canzoni in lingua napoletana, scritta dal poeta sorrentino Aniello Califano, riproposta nella prima parte nella dimensione intimista ormai desueta. Raffinatezze che hanno fatto scalpore e soprattutto reso orgogliosi i partecipanti alla serata. Perché la musica bisogna saperla eseguire, ma ancor prima, saperla conoscere e rispettare.
Prossimi appuntamenti: Camera dei Deputati, Roma 19 giugno
– Ambasciata italiana in Angola il 2 giugno per la Festa della Repubblica Italiana,
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