C’è un pezzo d’Italia all’Art Institute di Chicago, una delle istituzioni culturali più prestigiose del mondo. È bene che lo si sappia, gli americani dell’istituto hanno da novembre dedicato una grande attenzione al presepe napoletano del Settecento, visto che ne hanno un esemplare in casa. E ora quella straordinaria testimonianza di arte dell’epoca (tramandata fino a oggi) è oggetto di un prezioso volume, The Neapolitan Crèche at The Art Institute of Chicago dove Crèche sta per presepe.
A scrivere il libro con 240 illustrazioni è il direttore del museo di Capodimonte Sylvain Bellenger. È proprio vero che a volte devono essere le lusinghe degli stranieri a farci capire realmente la portata della nostra arte.
Anzitutto il presepe napoletano che trecento anni fa divenne arte, ha un valore inestimabile perché è un trattato antropologico della società del meridione d’Italia, non rappresentava in nessun modo la verità della natività in Palestina. La tabella “imparare a conoscere il presepe di Chicago” esposta al museo americano come presentazione del presepe è di una chiarezza esemplare. Annuncia che le scene dell’arte presepale napoletana sono divise in tre parti nel 700: c’è la natività, l’annuncio ai pastori e la taverna. Ci spiega anche perché il presepe napoletano è sempre raffigurato con la grotta di Betlemme trasformata in un tempio: “Napoli fu fondata sei secoli prima di Cristo e ancora oggi le rovine archeologiche stanno accanto ai palazzi contemporanei. È anche un modo per simboleggiare l’eclissi della cristianità sul paganesimo, che sono le strutture antiche”, aggiungiamo noi, sempre rappresentate come cadenti.
La presenza dei tre re Magi (in americano sono Three Wise Men) offre la possibilità di avere una scena multiculturale e multietnica di Napoli, perché la città ha sempre avuto un porto ed è stata per molto tempo tra le più grandi d’Europa. L’opera esposta a Chicago contiene 200 figure che rappresentano la street life del tempo con una grande enfasi al clima di festa, di gioia, di quotidianità che riecheggia nelle espressioni delle figure e nell’ambiente.
Sono analizzate non solo le figure dei “pastori” (perlopiù personaggi allegorici) ma anche temi culturali, oggetti, figure, animali, tutti rappresentati nelle scene presepali. Il volume edito dalla Yale University Press è anche distribuito in alcuni bookshop dei musei italiani.
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