La leggerezza dell’essere è insostenibile dice Milan Kundera perché è uno schermo dietro cui nascondere la reale essenza della vita:la pesantezza esistenziale.
Quanto sia vero, lo abbiamo tutti brutalmente compreso dopo essere stati investiti da uno tsunami pandemico, da un momento così complesso e al contempo così speciale.
Gli schermi sono stati violentemente sbalzati via e gli schemi completamente stravolti.
La buona notizia è arriva la quiete dopo la tempestata, sempre.
La crisi per antonomasia non è una condizione statica ma rappresenta sempre il passaggio da un punto ad un altro : Neo Post Rinascimento.
Qui in Italia, ce lo dice la storia, sappiamo bene come trasformare il dramma in poesia , il medioevo in Rinascimento, le grandi guerre in Neorealismo.
Adattarsi, cambiare pelle, come fattore vitale.
Mi occupo di trasformazioni aziendali, di innovazione della tradizione, di costruzione di nuovi messaggi nella comunicazione, di creazione di nuovi codici stilistici ormai da diversi anni; e per chi come me si definisce un “innovator”, un momento di cambiamento è un momento magico.
E se la leggerezza dell’essere è insostenibile, ora lo è soprattutto quella dell’incompetenza.
Si è tracciata una linea netta che ha evidenziato nitidamente la differenza tra: contenuto e superficie , tra errore e negligenza, tra ego ed ambizione.
Che si tratti di bilanci aziendali, di obbiettivi di lavoro o di relazioni umane, oggi, per chi ha contenuto, ambizione e voglia di fare, questo è il momento giusto per rischiare investendo su nuovi progetti.
Le aziende che hanno intuito e colto questa opportunità, sono e saranno quelle che ne usciranno rafforziate e in crescita.
Imprese, manager, persone che hanno scommesso investendo sulla parte intangibile e strategica del brand : l’emozione.
E se a un tratto, l’intera umanità viene privata della libertà delle abitudini e dell’esperienza fisica e tangibile, è evidente che con l’emozione di fa la differenza; perché è dall’emozione che si genera il desiderio.
Vale oggi nello specifico e vale da sempre nella storia dell’industria creativa.
La differenza tra vendere un oggetto e vendere un prodotto sta ne fatto che il Prodotto è = Oggetto + Brand
Dove il valore del brand è pura emozione e genera il percepito del prodotto.
Ecco perché il “metodo moda” inizia a essere applicato anche all’industria meccanica,farmaceutica ,tecnologica , ecc…
Si chiamano Macro Building Block.
Brand – Product -Communication-Distribution.
Sono un vero e proprio processo con un suo metodo di “Immagine Coordinata”. Applicandolo, si traduce tutta questa creatività in modo scientifico , per cui la distribuzione e quindi la vendita ne è la sua logica conseguenza.
Sbagliare un passaggio o invertirlo spesso causa disastri.
Non è più una questione di prontezza o prudenza ma di gestione di imprevisti e necessità.
È dunque giunto quell’attimo per cogliere l’occasione di evolvere il Business Model per le aziende e lo stile di leadership dei suoi manager.
Tra qualche mese finirà il “Covid Factor” e per chi non ha ancora le idee chiare,sarà necessario trovare velocemente una visione lucida del futuro con un programma di sviluppo ben definito.
Portando soluzioni a problemi, perché anche nelle migliori famiglie se non si è parte della soluzione si è automaticamente parte del problema.
La foto è divenuta nitida, agevolando i processi di cambiamento ed evidenziando la linea tra:
•Competenza vs Incompetenza
•Ambizione vs Ego
•Rischio vs Confort Zone
•Originale vs Copia
È quindi un momento speciale anche per me per tirare le somme e per i ringraziamenti.
Ho avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino grandi maestri che mi hanno arricchito e plasmato come professionista.
Diventa un atto dovuto, condividere con voi questo patrimonio, attraverso la rubrica Style Story.
Quindi grazie
Izumi Ogino; Marco Tronchetti Provera;Marco Giani;Philippe Boudine;Francesca Bellettini ;Catherine Monier;Hedi Slimane ; Carlo D’Amario; Giorgio Ravasio; Vivienne Westwood e Andreas Krontaler ; Giancarlo Bozzo; La mia amica e collega Susanne Kreuzer; il gruppo Grendene tutto.
Grazie per aver contribuito a rendere il mio essere professionista più profondo e oggi , senza alcuna paura, sempre più sostenibile.
Foto d’apertura: la partnership appena svelata tra il brand DIOR e la creatività dell’artista Marco Lodola.