I due artisti milanesi Riccardo Gaffuri e Michele Penna si stanno specializzando in azioni di arte urbana immersa tra la gente. E ora che si chiamano (quando sono assieme) senza enfasi (?) The Legend Artists, si possono permettere anche gesti eclatanti. Come il gigantesco telefono cellulare posizionato nella zona della movida, Moscova, che in queste settimane torna a brulicare di persone. Che potranno rispecchiarsi nella provocazione dei due artisti: l’opera infatti si chiama The Prison? ed è fatta con delle grate al posto dei tasti dello smartphone proprio per rievocare la sensazione di prigionia che la tecnologia può dare.
Il cellulare è un gigantesco spazio virtuale in cui noi tutti siamo immersi, in cui viviamo un’altra vita: “Una vita a volte costruita, a volte irreale, straordinariamente fantastica ma anche così pericolosamente alienante, tanto da poter trasformare questa sensazione in prigionia”, dicono gli artisti che hanno sperimentato l’azione pubblica in un sabato affollato in centro Milano.
Michele Penna dice: “Essendo una scultura che si integrava molto bene con l’ambientazione alcuni non la notavano, molte persone che erano interessate però si trovavano molto in linea col nostro pensiero ed è piaciuta molto. Ci hanno chiesto perché the prison, la prigione. E hanno riflettuto con noi, che siamo rimasti accanto al nostro pezzo dalle nove del mattino alle sette e mezza di sera”.
L’azione pubblica si replica, autorizzata dal Comune di Milano, sabato 19 giugno 2021 a piazza Argentina, nella trafficata corso Buenos Aires e sabato 26 in piazza Piemonte, sempre a Milano.
Riccardo Gaffuri sottolinea l’importanza di scendere nelle piazze con un’opera creata per polarizzare le attenzioni: “Si tratta di un oggetto iconico e siamo tutti amici e nemici di questi telefonini con cui facciamo tutto, ormai. La creatività che abbiamo messo dentro questo pezzo necessitava di un riscontro con le persone in maniera libera e non filtrata. Per questo siamo pronti a raccogliere suggerimenti e suggestioni di tutti i cittadini che ci vengono a visitare nei prossimi appuntamenti”.