Se continuasse su questa strada forse perderebbe la forza dirompente che lo ha imposto all’art world negli anni scorsi. Dopo una trionfale mostra americana autocelebrativa, Maurizio Cattelan, il più grande artista italiano vivente, si era già messo in relazione alla sua produzione precedente e aveva deciso di chiuderla lì.
Poi il ripensamento, le interviste, le copertine recenti, il ritorno. Si chiama Untitled, porta la data del 2019 ed è un autoritratto in resina dell’artista con in testa tutte le opere che sembra quasi gli diano tarlo. Il bello è che quelle opere sono sue e sono già conosciutissime. L’autoreferenzialità continua, quindi. Aggiunta trascurabile a una produzione che ha portato sovversione e sconcerto?
Per vederla, forse questo è il punto migliore, bisogna andare a Porquerolles ,l’isola più grande e la più occidentale del piccolo arcipelago delle Isole di Hyères, in Provenza. La superficie di 1254 ettari ne fa la seconda isola mediterranea della Francia dopo la Corsica. Lì, per la Fondazione Carmignac, l’artista italiano vivente più celebrato al mondo, Maurizio Cattelan, è tornato a esporre con il suo nuovo lavoro.
Creata nel 2000, la Fondazione Carmignac si propone di rendere fruibile al pubblico la collezione d’arte moderna e contemporanea creata negli ultimi 30 anni da Edouard Carmignac, uno degli uomini più ricchi di Francia, appassionato della pop art e della scuola tedesca. La collezione si è a poco a poco allargata all’arte contemporanea. Attualmente è costituita da quasi 250 opere, tra cui alcune delle creazioni più rappresentative di Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Roy Lichtenstein, Gerhard Richter, Andreas Gursky, Keith Haring e Martial Raysse, nonché di altri giovani artisti di talento.