Sono passati 30 anni da quel weekend di dicembre del 1989, quando a Parigi i delegati in rappresentanza di 15 Paesi del mondo firmarono il Manifesto di Slow Food, l’atto che sancì formalmente la nascita del movimento internazionale della Chiocciola, fino a quel momento rimasto tra i confini italiani. Oggi la bandiera di Slow Food sventola in 160 Paesi del mondo e può contare su più di un milione di soci, volontari, attivisti.
L’ispirazione del movimento per la riscoperta dei sapori era chiara: contro la follia universale della “Fast-Life”, bisogna scegliere la difesa del tranquillo piacere materiale. Contro coloro che confondono l’efficienza con la frenesia, “proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento”, scrivevano i promotori 30 anni fa. Il fatto che oggi “Slow Food”, contro l’appiattimento del “Fast-Food” abbia fatto scoprire con efficacia la ricchezza e gli aromi delle cucine locali è un successo. La vita “fast” e tutto quello che ne deriva, ha modificato la nostra esistenza per decenni e minaccia l’ambiente ed il paesaggio, quindi nello sviluppo del gusto c’è un’idea diversa di progresso fatta di scambio internazionale di storie, conoscenze, progetti.
Carlo Petrini, Carlin, gastronomo patròn di Slow Food, nel manifesto di 30 anni fa fece scrivere: “Ecco, noi siamo per la tartaruga, anzi, per la più domestica lumaca, che abbiamo scelto come segno di questo progetto. È infatti sotto il segno della lumaca che riconosceremo i cultori della cultura materiale e coloro che amano ancora il piacere del lento godimento. La lumaca slow”.
30 years of the Slow Food Manifesto – Our Food, Our Planet, Our Future è oggi la campagna internazionale di Slow Food che celebra la storia della sua rete guardando al futuro di tutti. Slow Food è diventato un movimento globale che coinvolge milioni di persone in oltre 160 paesi nel mondo, lavorando per garantire a tutti l’accesso a un cibo buono, pulito e giusto.
In un’epoca inaspettatamente ri-sensibilizzata alle tematiche green, anche perché di tempo ormai ce n’è davvero poco per rinsavire, l’esperienza tutta italiana di Slow Food che ha contagiato l’estero è un bene da tutelare. Anche il Guardian anni fa nominò Petrini come la persona italiana tra i primi 50 che avrebbe potuto salvare il pianeta.
In questi 30 anni Slow Food ha censito oltre 5 mila prodotti a rischio di estinzione sull’Arca del Gusto, contribuendo a far accendere i riflettori mediatici e politici sulla biodiversità; ha realizzato quasi 4 mila Orti in Africa, favorendo concretamente l’accesso al cibo e il recupero di pratiche agronomiche sostenibili e varietà vegetali locali nel continente dove ancora oggi si incontrano le maggiori ingiustizie sociali; ha coinvolto centinaia di migliaia di bambini in progetti di educazione alimentare e del gusto; ha contribuito a cambiare in meglio politiche agricole e alimentari in ogni angolo del pianeta; ha costruito una nuova narrazione del cibo e della sua produzione; ha combattuto la deriva micidiale prodotta dal mix letale tra speculazione finanziaria e globalizzazione selvaggia, che ha trasformato l’atto vitale e sacro della nutrizione in un fatto di puro consumo, senza più rispetto per la nostra salute, per l’ambiente, per i diritti di chi produce il nostro cibo e per il piacere che dovrebbe essere fisiologicamente legato all’atto del nutrirsi.
ALLEANZA CON AIRBNB – Le attività legate al food and drink sono tra le esperienze Airbnb più prenotate. Le prime 50 Esperienze Slow Food ora disponibili sulla piattaforma sono state create perfettamente in linea con i princìpi di Slow Food: l’host, ovvero l’organizzatore, deve essere un membro attivo della Comunità Slow Food locale, e ogni esperienza deve essere realizzata secondo i princìpi del buono, pulito e giusto. Queste esperienze hanno il potenziale di cambiare l’approccio dei turisti al cibo locale, dando l’opportunità non solo di sostenere le realtà tradizionali e artigianali del luogo, ma anche di ricevere conoscenze da portare a casa come consumatori consapevoli.
Le Esperienze Slow Food, disponibili su Airbnb Experiences, offrono ai viaggiatori una visione unica delle culture e delle tradizioni alimentari locali. Le prime esperienze sono già online e i soci, gli attivisti e le Comunità Slow Food potranno organizzare e condurre esperienze di impatto sociale, certificate da Slow Food, e avere un’opportunità unica per promuovere la loro causa e sostenere le loro attività.
ALLEANZA CUOCHI – Nel 2019 compie 10 anni l’Alleanza Slow Food dei Cuochi, che recentemente si è riunita a Bologna e ha rilanciato la sfida: dal sostegno alla biodiversità locale e alle piccole produzioni a un nuovo attivismo del cuoco, motore del cambiamento contro la crisi climatica.
Il progetto è nato 10 anni fa per sostenere i produttori di piccola scala custodi della biodiversità. L’Alleanza riunisce circa 1.100 cuochi di osterie, ristoranti, bistrot in 25 Paesi del mondo, che si impegnano a utilizzare ogni giorno nelle loro cucine i prodotti dei Presìdi Slow Food, dell’Arca del Gusto e dei loro territori.
I rappresentanti della rete italiana (che conta oltre 500 cuochi in tutta la penisola), insieme ad alcuni esponenti da Francia, Sudafrica e Bielorussia, accolti da Francesco Sottile del Comitato Esecutivo di Slow Food Italia e da Massimo Macchitella, Responsabile Small Business UniCredit, si sono confrontati sugli ingredienti di quella che potremmo definire la ricetta per il cambiamento secondo Slow Food:
- impatto della ristorazione sul clima e sostenibilità delle scelte di approvvigionamento, a partire dalle filiere più impattanti, quelle della carne e dei latticini
- sostegno ai produttori locali di piccola scala, dei Presìdi Slow Food e dei prodotti dell’Arca del Gusto del territorio
- consapevolezza del ruolo centrale del cuoco come educatore e attore protagonista di una comunità locale che ruota intorno ai produttori/fornitori e ai cittadini/clienti
Indaco2, società di consulenza composta da esperti in sostenibilità e comunicazione ambientale, ha condotto una ricerca mettendo a confronto l’impatto del ristorante Les Résistants, nel quartiere République di Parigi, che opera in sintonia con la filosofia Slow Food, con un ipotetico locale che propone un menù identico ma operando scelte di acquisto convenzionali, e con una realtà che propone invece un menù meno “climate-friendly”. Nel confronto con il ristorante che propone lo stesso menù, l‘impatto di chi sceglie fornitori sostenibili è inferiore del 50% rispetto a quello di chi fa ristorazione rifornendosi presso fornitori convenzionali. Il confronto è poi schiacciante (impatto 4,5 volte minore) se viene effettuato con un ristorante che propone un menù diverso da quello de Les Résistants, più ricco di piatti a base di carne e latticini e che non presta attenzione a evitare sprechi in cucina e in sala. Lo studio rileva che la sostenibilità è molto condizionata dalla scelta di materie prime prodotte secondo pratiche agricole e zootecniche virtuose più che dalle distanze percorse dai singoli prodotti acquistati.
TERRA MADRE 2020 – La tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, si svolgerà a Torino, Lingotto Fiere, dall’8 al 12 ottobre 2020. Il tema è la divisione in aree delle provenienze dei prodotti alimentari (montagna, coste, aree urbane, pianure). Le quattro aree riuniranno delegati ed espositori dalle Alpi alle Ande, dai Mari del Nord ai grandi fiumi europei, dai nascenti villaggi Slow Food alle città creative, dalla Pianura Padana alla savana africana.
Il più grande evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto, all’ambiente e alle politiche alimentari, organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, si presenterà ai visitatori con una nuova veste, rivoluzionando l’esperienza di visita e le opportunità di conoscere chi, ogni giorno, lavora per cambiare il futuro del cibo. Per l’edizione 2020, Slow Food propone una nuova geografia che mette al centro gli ecosistemi, con le loro fragilità e le possibili soluzioni concrete che la rete sta già sperimentando da un angolo del mondo all’altro. In questa fase storica in cui riemergono nazionalismi e fanno nuovamente la loro comparsa muri e fili spinati, Terra Madre Salone del Gusto presenta un’impostazione nuova del proprio appuntamento biennale e organizza lo spazio e i percorsi di visita in territori omogenei, portando in secondo piano i confini politici per privilegiare gli elementi fisici, ecologici e culturali.