Tutto parte, e ritorna, dallo smartphone. Se provate a chiedere ai ragazzi bullizzati da che cosa si sentono più minacciati, vi diranno lo smartphone. Singolare quindi che l’esperimento artistico “Ri-scatti”, in visione al PAC di Milano, prenda spunto proprio da quella diavoleria che abbiamo tutti in mano. Il bullismo cyber si serve del telefonino? E proprio con quello strumento i ragazzi vittima delle persecuzioni digitali sono stati chiamati a fotografare e a raccontarsi.
Uno ha messo addirittura in foto lo screenshot del messaggio con cui faceva coming out con i suoi amici. Una situazione che più 2019 non si può e che i bravi curatori del Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano hanno messo a frutto per divulgare, e aiutare anche chi non ha il coraggio di venire allo scoperto.
Per il quinto anno consecutivo il PAC collabora con RISCATTI Onlus, l’associazione di volontariato milanese che realizza progetti di riscatto sociale attraverso la fotografia. Protagonisti quest’anno gli adolescenti vittime in casi di bullismo e cyber-bullismo. Alcuni di loro attualmente in cura presso la Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, in prima linea nella diagnosi e nella cura di diverse problematiche dell’età evolutiva e dell’adolescenza.
Negli esperimenti passati i senza fissa dimora che avevano avuto l’incarico di documentare la loro vita e la loro condizione in città, sono diventati dei reporter e lo fanno ancora oggi. L’idea di fotografia come riscatto sociale e terapia significa che funziona.
I ragazzi, impegnati per due mesi in un workshop di fotografia organizzato da RISCATTI a cura dei fotografi Amedeo Novelli e Luca Matarazzo (WJ – Witness Journal) e con il coordinamento della ex giornalista del TG1 Federica Balestrieri, fondatrice di Riscatti onlus, potranno esporre le loro istantanee in una mostra al PAC, realizzata con il contributo di TOD’S, durante la quale gli scatti verranno messi in offerta e parte del ricavato sarà utilizzato per valorizzare le attività della Casa Pediatrica del Fatebenefratelli.
Si tratta di una galleria di immagini mozzafiato che lasciano pensare e pensierosi. Siamo tutti complici e forse la fotografia esposta, inevitabile e non ignorabile, è un pugno in faccia per molti. Portateci i ragazzi a vedere questa mostra. Potrebbe cambiare le loro vite.
Fino al 17 marzo 2019.
PAC via Palestro 14
Milano — 20121
Info e orari
mercoledì, venerdì, sabato
e domenica 9:30—19:30
martedì e giovedì 9:30—22:30
Chiuso lunedì