Non è uno spettacolo: è un rito. Allora parlare male del Festival di Sanremo è come attaccare un totem di acciaio. Così, in una scenografia ogni anno sempre più accattivante, è iniziata la prima serata. Claudio Baglioni, è Claudio Baglioni: piaccia o no, il più famoso cantautore italiano cui l’unico difetto da imputare è l’essersi ulteriormente ritoccato.
Ma sulla bravura non si discute: lo stesso su quella di Fiorello, che fa scordare Laura Pausini, la nostra artista più nota nel mondo, impossibilitata a salire sul palco, perché gli occhi pesanti bloccano pure le star.
Sui cantanti, un’osservazione sulla Vanoni, che Baglioni a differenza di noi italiani che i nostri miti da vecchi li eliminiamo, la fa salire sul palco. Perché però con Bungaro e Pacifico? Che canti da sola e sia Vanoni a 360 gradi!
Stesso dicasi per Ermal Meta e Moro, che insieme non funzionano. Ognuno fa se stesso e suona il proprio violino: peccato! Da soli sarebbero stati pazzeschi. Riguardo agli accompagnatori del Claudio nazionale la Hunziker è troppo gessata e quando s’impappina è un bene perché si scrolla la polvere da dosso. Le fa contraltare un bravissimo Pierfrancesco Favino, ma di sicuro al pubblico nazional popolare della kermesse saranno mancate le vallette. Erano il momento rosa sul palco: quel frusciare di abiti pazzeschi su corpi da urlo, i commenti e gli schieramenti tra chi preferisce la bionda e chi la mora! Insomma innovare non è sempre migliorare.
Un’altra coppia targata Pooh, Facchinetti e Fogli: e questa si che funziona! Ed è proprio vero che la melodia italiana risulta intramontabile. Allora anche se sono uno e trino e riappaiono subito dopo col tiratissimo Red Canzian che corre da solista, la finiscano di annunciare malefici ritiri dalla carriera, e muoiano col microfono in mano! E a proposito di separazioni e reunion, Elio e Le storie tese, che ormai sono riusciti a farsi piacere dai più: insomma non sono più trasgressivi nel loro essere inglobati al sistema.
La mia perplessità sulla scelta del romano si scioglie come neve al sole sulla romantica e concreta canzone di Luca Barbarossa, che si canticchierà facilmente: funziona proprio! Infine arriva il tanto annunciato Gianni Morandi, che come un “deus ex machina” irrompe sul Festival e fa Morandi. Inevitabile il duetto con il collaudatissimo amico Baglioni. Impossibile essere denigratori! Gianni sa reinventarsi dopo ogni caduta, è riuscito a diventare una star dei social e a rinfioccare la carriera ad ogni battuta d’arresto. Possiede quella musicalità nella voce, che è fortuna di pochi non a caso tanti a ragione, lo hanno definito il Frank Sinatra d’oltreoceano.
La più elegante è Nina Zilli che in un abito nuziale sposa l’indubbia voce potente con la bella presenza. E a proposito di abiti l’attrice ANTONELLA SALVUCCI ha presentato al Casinò di Sanremo la manifestazione ‘Gran Galà della Stampa‘ fasciata da un abito di chiffon bianco panna della Maison Lombardi haute couture con un trionfo di ricami di perline, paillettes e swarovki ricamato a mano dal taglio geometrico e sexy insieme. La Salvucci volerà in America, dove è attesa in altre manifestazioni, mettendo in valigia il prezioso capo di Lombardi, stilista di punta dell’alta moda romana. Infine arriva la classifica che farà scatenare i commenti, ed è la forza di Sanremo! Discutibile il ‘bonus dolus’ della divisione in tre fasce, perché tanto di voto preso si tratta! Capolista blu, poi gialla e fanalino di coda rossa.
FASCIA BLU: Annalisa, Noemi, Max Gazzè, Ermal Meta & Fabrizio Moro, Lo Stato Sociale, Nina Zilli, Ron.
FASCIA GIALLA: Luca Barbarossa, Mario Biondi, The Kolors, Elio e le Storie Tese, Giovanni Caccamo, Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico.
FASCIA ROSSA: Roby Facchinetti & Riccardo Fogli, Renzo Rubino, Decibel, Diodato & Roy Paci, Avitabile & Servillo, Red Canzian, Le Vibrazioni.
Ovvio l’avrei voluta diversa: così, in un orario in cui normalmente dormo da 4 ore, vado a letto cullata da un miscuglio di note, chiedendomi quali domattina risuoneranno nelle mie orecchie.
E tra tante canzoni, la scrittora augura ad ognuno di trovare quella che fa memoria nel cuore.