19 Febbraio 2018

Revolution, un libro per la voglia di cambiare il mondo

SOno bastati 5 anni dal 1966 al 1970 per cambiare il mondo. Come illustra la mostra del Victoria & Albert Museum e il bel libro che ne è scaturito.

19 Febbraio 2018

Revolution, un libro per la voglia di cambiare il mondo

SOno bastati 5 anni dal 1966 al 1970 per cambiare il mondo. Come illustra la mostra del Victoria & Albert Museum e il bel libro che ne è scaturito.

19 Febbraio 2018

Revolution, un libro per la voglia di cambiare il mondo

SOno bastati 5 anni dal 1966 al 1970 per cambiare il mondo. Come illustra la mostra del Victoria & Albert Museum e il bel libro che ne è scaturito.

“Ero un adolescente e volevo cambiare il mondo” dice Martin Roth, direttore del Victoria & Albert Museum che ha prodotto a Londra una delle mostre sul Novecento più influenti degli ultimi decenni. E soprattutto ora che del 1968 e della sua Revolution ricorre il cinquantenario, arriva per Skira in Italia anche un libro celebrativo, che ripercorre la mostra londinese che è attualmente anche a Milano alla Fabbrica del Vapore. Esattamente come è scritto nel titolo: Musica e ribelli 1966-1970 dai Beatles a Woodstock.

graficaDa cosa inizia la rivoluzione? Dalle due sponde dell’Oceano che iniziano evidentemente a comunicare, nella fascia più giovane della popolazione. Si tratta della cosiddetta British Invasion degli anni della Swinging London, ma anche del festival di Woostock nello stato di New York e delle prime contestazioni e forme di convivenza “alternativa” a San Francisco.

Lo stesso titolo della mostra e del libro è preso dalla prima strofa del pezzo dei Beatles “Revolution” (1968) cui è stato aggiunto un punto di domanda: You Say You Want a Revolution. Ed è per questo che l’immaginario lasciato da quella manciata di anni che vanno dal 1966 al 1970, le opere e i cambiamenti sociali penetrati nella vita delle persone sono tali che persino chi l’ha vissuta arriva a raccontarla con un senso di meraviglia.
Sono stati quei giovani che hanno messo in quegli anni in discussione le strutture di potere stabilite in ogni ambito della società. C’è davvero l’energia sovversiva dei tardi anni 60 in queste bellissime e coloratissime 320 pagine, con grafiche maestose del flower power e una giusta dose di attenzione alle criticità della cronaca del quinquennio in esame. Da lì è partito tutto quello che dei movimenti giovanili conosciamo e adoriamo, da lì è scaturito un nuovo modo di vedere il mondo, da lì ci è arrivato un qualcosa. Ma non è bastato, evidentemente, se ancora oggi ci sono giovani che il mondo davvero lo vogliono cambiare ancora.

I semi però sono lì, in quei cinque anni in cui dall’America all’Europa la generazione di giovani adulti ha creduto all’improvviso di doversi opporre. E non solo con il fragore della protesta. Nel libro è ben illustrato, con giornali e manifesti, il movimento della controcoltura, gli idoli che vi aderivano, il modo in cui si propagavano le idee rivulozionarie.

grafica 60

PROTAGONISTI – Le città sono il faro del percorso all’indietro del libro e della mostra. Parigi, Londra, New York e San Francisco. In California addirittura è nata in quegli anni la voglia imprenditoriale di Steve Jobs, che tanto avrebbe cambiato il mondo nel suo campo successivamente.

hendrix

Victoria Broackes e Geoffrey Marsh, che hanno curato l’allestimento nel museo londinese dopo le monografiche su Bowie e Pink Floyd, parlano di una epocale “rivoluzione nella testa”. Che è quella che ancora ci arriva e che si porta dietro le note dei divi di quegli anni che risuonano su Spotify sfidando il tempo e i tesi di William Borroughs che ancora vengono letti con religiosa passione. Stanley Kubrick è un altro protagonista, la mente che partorisce 2001: Odissea nello spazio 18 mesi prima dell’allunaggio in diretta tv nel 1969.

beatlesIl 1967 è l’anno del protagonismo dell’alternativo nella musica. A maggio esce Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, a dicembre Their Satanic Majesties Request dei Rolling Stones. Due band che definiranno la musica occidentale del Novecento e due collettivi di artisti che impiegano creatività al di fuori della musica per promozionare il loro messaggio.revolution skira cover

Il volume mostra come molte delle tematiche che dominano il discorso contemporaneo (l’ambientalismo, la globalizzazione, l’individualismo o la comunicazione di massa) hanno radici proprio nei tardi anni Sessanta. Ovvero, “come le rivoluzioni finite o non finite degli ultimi anni Sessanta hanno cambiato il modo in cui viviamo oggi e il modo di pensare il futuro?” Oltre a splendide riproduzioni delle copertine concettuali di Beatles e Jefferson Airplane, vedrete anche dei simboli della vita contemporanea che qui hanno avuto origine: come l’immagine LOVE o le stampe dei vestiti poi riprodotti all’infinito appartenuti a Sandie Shaw e Mary Quant.

Revolution è un affascinante e coinvolgente viaggio nel tempo che permette di vivere, o rivivere, lo shock di quegli anni attraverso la loro iconografia spettacolare e raffinatissima che si apprezza in grande formato come solo un libro sa fare.

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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