Sono già trascorsi quattro anni dalla scomparsa di David Bowie e in occasione della sua morte, che coincide anche nei giorni del suo 73° compleanno, la galleria del fotografo Guido Harari ha messo in vendita una serie di immagini storiche del Duca Bianco a opera di Mick Rock, Masayoshi Sukita, Guido Harari, Luciano Viti e Carlo Massarini.
Sono ancora disponibili manifesti firmati da Guido Harari della sua mostra “Wall Of Sound”, esposta alla Galleria nazionale dell’Umbria, a Perugia, nel 2018.
Il fotografo nato a Il Cairo, che risiede da anni ad Alba, in Piemonte, ha ritratto il Duca Bianco nel mitico concerto del Glass Spider tour a Roma nel 1987 e in varie altre occasioni, come Milano dal vivo sia nel 1990 che nel 1996.
In foto d’apertura: GUIDO HARARI DAVID BOWIE, MILANO, 1990. Qui sopra, locandina e catalogo mostra con foto di Bowie a Roma, 1987.
Potrete ordinare il catalogo della mostra, scrivendo a info@wallofsoundgallery.com
L’iniziativa di Harari non è la sola a celebrare il mito che sembra immortale e inesauribile di Bowie. In contemporanea con l’originale americano e in occasione del quarto anniversario della sua scomparsa, Panini Comics pubblica in Italia Bowie – Stardust, Rayguns & Moonage Daydreams, la biografia a fumetti che racconta la vita dell’icona mondiale David Bowie: un artista anticonformista che ha sedotto intere generazioni di fan con la sua musica indimenticabile, uno straordinario performer visivo che ha lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo.
Un volume emozionante e magnificamente illustrato dalla coppia più pop e technicolor del fumetto americano, Michael e Laura Allred, con la sceneggiatura di Steve Horton, che ripercorre la scalata al successo dell’artista dall’anonimato alla fama mondiale, in parallelo all’ascesa e alla caduta del suo alter ego Ziggy Stardust. Bowie – Stardust, Rayguns & Moonage Daydreams è un lavoro monumentale ispirato dall’unico e solo super eroe, extraterrestre e dio del rock and roll.
RILANCI MUSICALI – Parlophone Records a fine 2019 ha lanciato DAVID BOWIE CONVERSATION PIECE, un cofanetto di 5 CD, ed equivalente digitale, che testimonia la trasformazione iniziale di Bowie nel periodo dal 1968 al 1969, grazie alle home demo, alle sessioni radio BBC e alle registrazioni in studio con il chitarrista John ‘Hutch’ Hutchinson e il gruppo sperimentale Feathers. La raccolta festeggia inoltre il 50esimo anniversario della pubblicazione del singolo ‘Space Oddity’ e il secondo album di David, David Bowie (aka Space Oddity).
“Sebbene sia lontano più di centomila miglia, mi sento molto tranquillo, e penso che la mia astronave sappia dove andare. Dite a mia moglie che la amo tanto, lei lo sa”. Queste parole sono tratte da “Space Oddity”, uno dei capolavori di David Bowie, pubblicata nel luglio del 1969. Il brano racconta di un astronauta che sta per avvicinarsi alla luna e che, durante la famosa passeggiata spaziale, si trova spaesato, ma sereno, di fronte all’immensità che ha di fronte. Questa canzone fu pubblicata sulla scia degli avvenimenti che stavano accadendo in quel periodo: non solo il primo uomo sulla luna, ma anche l’uscita del film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.
DAVID BOWIE CONVERSATION PIECE contiene dodici tracce/demo inedite del periodo, così come un nuovo missaggio dell’album Space Oddity (aka David Bowie) di Tony Visconti, a lungo produttore/collaboratore di Bowie.
Il nuovo missaggio dell’album contiene la title track del cofanetto ‘Conversation Piece’, che occupa ora la sua posizione originale nella tracklisting che a suo tempo era stata modificata a causa di un problema tecnico di minutaggio.
Riguardo il missaggio di Space Oddity 2019 Tony Visconti afferma: “è stato così divertente scovare queste gemme di musica e avere più tempo per mixarle una seconda volta, aggiungendo un gioco di chitarra qui, uno squillo di trombone lì, la voce di Marc Bolan in un coro e molti dettagli in generale che ci siamo fatti sfuggire anni fa, quando l’etichetta ci diede al massimo una settimana per mixare quest’album. Nel dettaglio troverete un David Bowie di 22 anni, che presto avrebbe avuto un successo sconvolgente”.
Un libro di 120 pagine con copertina rigida accompagna il cofanetto e contiene memorabilia esclusivo dalla collezione personale del manager precedente di David, Ken Pitt, così come materiale del David Bowie Archive®, che include foto di Ray Stevenson, Vernon Dewhurst, David Bebbington, Ken Pitt, Alec Byrne, Tony Visconti e Jojanneke Claasen.
Le note di copertina sono state scritte dagli esperti Mark Adams, Tris Penna e Kevin Cann insieme a un contributo degli amici di una vita come David George Underwood, Tony Visconti, Vernon Dewhurst, Dana Gillespie and John ‘Hutch’ Hutchinson.
GLI ARTISTI LO AMANO ANCORA – L’anno scorso la Galleria SpazioCima, sita in via Ombrone 9, Roma, ha dedicato a Bowie un’intera mostra di interpretazioni delle opere del grande genio musicale secondo stili diversi da vari artisti. Così come è successo per Elvis, Lennon, Freddie e Jim Morrison, mai come in questi anni David Bowie sta diventando un’icona da replicare in mille forme di rappresentazione. Nella mostra romana si sono cimentati Gabriella Annik, Nino Attinà, Elvira Carrasco, Cristina Davoli, Daniela Durisotto, Francesco Elelino & Rakele Tombini, Mokodu Fall, Adriana Farina, Marco Giacobbe, Dante Gurrieri, Giusy Lauriola, Barbara Lo Faro, Valentina Lo Faro, Paola Lomuscio, Chiara Montenero, Massimo Perna, Tuono Pettinato, Valerio Prugnola, Eugenio Rattà, Giulia Sargenti, Giovanni Sechi, Asije Shahinas, Cristina Taverna, Antonella Torquati.
SUKITA A SALERNO – Le mostre fotografiche di Sukita su Bowie che dall’anno scorso stanno facendo il giro del mondo sono una cavalcata attraverso bellezza, musica e look di un camaleontico creativo. Il fotografo giapponese a Firenze ha presentato 90 fotografie, alcune delle quali esposte in anteprima nazionale, per ripercorrere un sodalizio durato oltre quarant’anni tra Bowie, uno dei più rivoluzionari artisti del XX secolo e l’artista fotografo. Ora ce n’è una nuova a Salerno, chiamata “Stardust – Bowie by Sukita” aperta al pubblico, presso gli spazi di Palazzo Fruscione a Salerno, fino al 27 febbraio 2020. L’evento è promosso con il patrocinio del Comune di Salerno e del Dipartimento degli studi politici e sociali dell’Università di Salerno.
Fu il fotografo a cercare l’artista negli anni Settanta. “Bowie era diverso dalle altre rock star, aveva qualcosa di speciale che dovevo assolutamente catturare con la mia macchina fotografica“.
Sukita riuscì ad incontrare Bowie di persona grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi, pioniera di questo mestiere in Giappone nonché mente dietro alle prime sfilate di londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegnò i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust ( www.bowiebysukitasalerno.it).
Lo spettacolo Carlo Massarini Bowie To Bowie punta su un personaggio icona nella storia della musica pop raccontato da uno dei primi vee jay della televisione italiana. Uno storytelling sui 15 anni più importanti della carriera di David Bowie. Quelli che vanno dal suo primo hit del 1969, “Space Oddity”, fino a “Let’s Dance”nel pieno degli anni 80. Sono anni in cui Bowie si trasforma continuamente, cambiando ripetutamente personaggio, e nel contempo reinventando la musica rock contemporanea. In scena a Salerno, in concomitanza con la mostra, venerdì 17 Gennaio – 20:30 Teatro Ghirelli Salerno Viale Antonio Gramsci ( info@casadelcontemporaneo.it 349-9438958 o presso Info point Palazzo Fruscione).