Il mondo piange il principe consorte per antonomasia, ma la morte di Filippo, duca di Edimburgo e marito della regina Elisabetta, è anche una grande perdita per il movimento ambientalista mondiale. Il Principe Filippo di Edimburgo fu Presidente del WWF Internazionale dal 1981 al 1996 e fino ad oggi ne era presidente emerito.
Pavan Sukhdev, presidente del WWF International, ha dichiarato: “Il Duca di Edimburgo è stato un instancabile “campione” per la causa ambientale e per decenni un appassionato ambasciatore per le questioni di conservazione in tutto il mondo. Sua Altezza Reale ha aiutato a tracciare il corso del WWF fin dal suo inizio, dando enormi contributi all’organizzazione. “Nel corso di più di 50 anni, gli sforzi di Sua Altezza Reale, il Principe Filippo per conto del WWF sono stati inestimabili: ha visitato i progetti WWF in oltre cinquanta paesi nei cinque continenti, promuovendo le questioni di conservazione ai più alti livelli governativi e aziendali, sostenendo la raccolta fondi e contribuendo alla crescita della consapevolezza sulle tematiche ambientali”.
Fulco Pratesi, Presidente Onorario e tra i fondatori del WWF Italia lo ricorda così: “Credo di poter dire di aver avuto un sincera amicizia con Filippo d’Edimburgo. Col primo Presidente del WWF Internazionale ho avuto modo di avere spesso incontri e di ammirare la sua semplicità, il suo humour. Il nostro comune passato (era più anziano di me di 13 anni) di cacciatori pentiti e l’amore per la natura mi consentirono di frequentarlo spesso. Ricordo negli anni 70 un’escursione al Parco Nazionale d’Abruzzo dove arrivò con un solo collaboratore e abitò con noi in un Motel Agip che preferì al Grand Hotel dove abitavano i turisti ricchi. Poi in una lunga salita in montagna dove, miracolosamente, riuscimmo a osservare due orsi marsicani al pascolo che il marito della Regina riprese con una minuscola macchina fotografica. Un viaggio all’Oasi WWF di Palo Laziale, invitati dalla principessa Nicoletta Odescalchi, nell’auto dell’Ambasciata britannica, mi chiese cosa significassero le schioppettate dei cacciatori che risuonavano lungo la via Aurelia. Ne fu indignato. In un volo nel suo aereo da Roma a Londra, nel quale si metteva sempre alla cloche ai decolli e agli atterraggi, parlavamo di natura e di animali da salvare. In una delle visite al WWF di Roma (nel 1995 incontrò tutto lo staff, visitando tutto l’ufficio) ci disse che se fosse stato distrutto il Colosseo, disponendo di disegni e rilievi, si sarebbe potuto in qualche modo ricostruirlo. Se si fosse estinto il rinoceronte indiano (allora in grave pericolo) nemmeno Dio avrebbe potuto rifarlo“.
Fautore dell’incontro tra i movimenti ambientalisti e le grandi religioni monoteiste, venne in Italia anche in occasione del grande incontro interreligioso organizzato dal WWF ad Assisi nel 1986. “La sua scomparsa – conclude Pratesi – lascia un grande vuoto nel WWF”.
Il Premio Internazionale del Duca di Edimburgo “The Duke of Edimburgh Award” è il premio più importante al mondo per i risultati dei giovani, che fornisce ai giovani le attrezzature per la vita. Il Premio è indirizzato a tutti i giovani dai 14 ai 24 anni, indipendentemente dal loro background, cultura, capacità fisiche, abilità e interessi. Si tratta di una permanenza a contatto con la natura con prove del saper vivere a cui molti sudditi britannici per anni hanno aspirato.
Il Duca di Edimburgo lanciò il programma nel 1956, descrivendolo una volta come un “kit per la crescita fai-da-te”. Da quando è stato istituito nel 1956, il programma “ha aiutato innumerevoli giovani nel loro percorso a volte difficile verso l’età adulta”, secondo il principe Filippo, il DofE ha svolto un ruolo cruciale nel supportare i giovani a sopravvivere e prosperare nonostante le sfide senza precedenti della pandemia, e continueremo a costruire sulla sua eredità.