4 Settembre 2019

“Premio Michele Cea”, l’eternità degli artisti va ricordata

La nostra Cinzia Alibrandi conduce a Milano il 13 settembre la quarta edizione dal tema "Con la luce negli occhi".

4 Settembre 2019

“Premio Michele Cea”, l’eternità degli artisti va ricordata

La nostra Cinzia Alibrandi conduce a Milano il 13 settembre la quarta edizione dal tema "Con la luce negli occhi".

4 Settembre 2019

“Premio Michele Cea”, l’eternità degli artisti va ricordata

La nostra Cinzia Alibrandi conduce a Milano il 13 settembre la quarta edizione dal tema "Con la luce negli occhi".

Cosa vuol dire “scomparso”? Certo chi saluta questo mondo “terreno”, e l’aggettivo è d’obbligo, non entra più in contatto con il mondo medesimo. Eppure esiste l’eccezione sovrana: quella riservata agli artisti, che lasciano eterna eredità a chi può continuare ad ammirare le loro opere. Così, accade per il pittore Michele Cea, nato a Milano il 12 Settembre 1988 e che ci ha lasciato il 22 Luglio 2015.

Cinzia Alibrandi con Lina Bavaro, madre dell’artista scomparso Michele Cea.

Perché non scrivo “morto”?

Perché Michele ha consegnato le sue testimonianze su tela, a chiunque voglia ammirarle, rintracciandone il messaggio unico, personale, speciale, che lui stesso voleva mandare.

In soli 27 anni, Cea conclude il proprio ciclo pittorico, baciato da una materia stilistica ed espressiva degna di artisti di età matura.

Così, ci saluta con un volto privo di rughe, da un atelier celeste, dove sicuramente avrà approntato un cavalletto, e spennellando da una tavolozza arcobaleno, imprime su tele bianche il suo inconfondibile tocco.

In occasione della 4^edizione “Premio Michele Cea”, presso lo spazio milanese “Ex Fornace”, Alzaia Naviglio Pavese, 16, presenterò la serata del 13 Settembre, in cui si annunceranno e premieranno i primi tre pittori classificati, alla presenza di illustri ospiti, tra cui l’attore Gerardo Placido, fratello di Michele, e Don Mazzi. In prossimità dell’evento, ho incontrato i genitori del compianto Michele Cea, e ne ho ricavato un percorso emozionale che è il privilegio di chi fa il mio lavoro: raccontare una storia, andando aldilà della storia medesima.

Lina Bavaro, docente di Lettere e Nicola Cea, ingegnere chimico, attoniti all’addio di un figlio che è contro natura saluti per primo mamma e papà, si armano della forza della reazione, e decidono di trasformare quel saluto straziante in un osanna celeste.

Il loro ragazzo non li lascia soli: sono in compagnia dell’eredità di 60 quadri che Michele ha dipinto e, a detta di fior di critici d’arte, opere pregevoli e di inusitata compiutezza, considerando la giovane età in cui sono state concepite.

Istituiscono allora la fondazione “Michele Cea” ed iniziano a portare avanti in memoria del figlio, non solo il frutto del suo lavoro, ma un tracciato in cui si aiutino i giovani pittori ad emergere, nel complesso mondo dell’arte, schiudendo un portone che spesso sembra impossibile persino aprire.

A tale proposito, partirà in Autunno un progetto con l’Accademia di Brera, e i coniugi Cea consegneranno una borsa di studio a nome della loro Fondazione, da assegnare con il parametro del bisogno e del merito, ad un giovane talento. Analogamente, un’altra borsa di studio sarà attribuita ad uno studente del Liceo Artistico di Brera, il 30 novembre, giorno del compleanno di Don Mazzi, con cui sono in stretto contatto, data in cui sarà allestita una mostra ed oltre alla cerimonia, si esporranno i lavori della comunità Exodus.

 

Qual è il messaggio che tuo figlio Michele ti manda da fruitore delle sue opere?

 

Il padre Nicola

 

Il messaggio che Michele manda ad ogni mio sguardo che quotidianamente si poggia sui suoi quadri, e mi sembra di sentire la sua voce che me lo dice, è quello di continuare così, di far conoscere Michele Cea, contribuendo a diffondere il valore dell’arte al meglio: francamente, mi sto dedicando a quella che reputo una missione, con tutto me stesso. Mi sento vivo solo quando mi occupo della Fondazione “Michele Cea”: ne ricavo l’unica forza vitale, che funge da ancora dove aggrapparmi, per sostenere un dolore troppo grande.

 

La madre Lina

 

Se devo fare un’analisi lucida, anche se non è semplice, mio figlio era laureato in Sociologia, e le sue opere sono cariche di un forte messaggio sociale. Leggeva una molteplicità di testi, approfondiva qualunque dinamica lo incuriosisse, oppure indignasse. Ha lasciato un’infinità di appunti, che stiamo organizzando perché diventino un libro, e posso affermare che dalla lettura si evince una filosofia di arte e vita, che aveva teorizzato con minuzia, commentando anche alcuni dei suoi dipinti. Ovviamente, i quadri non possono che raccontarne il cammino sulla terra, e le ultime opere vibrano della sofferente indignazione che animava il suo cuore puro di artista. Portava sulle spalle grandi pesi di ingiustizie che trovava intollerabili. Era solito ripetere “c’è troppa sofferenza nel mondo!” ed io e mio marito, pur comprendendo e condividendo tale rigore morale, lo incitavamo a non sentirsene il responsabile. Eppure, per le anime elette accade esattamente questo.

Qual è l’opera che preferisci di Michele?

 

Il padre Nicola

 

Intanto devo sottolineare che Michele non dava un titolo alle opere, perché sosteneva che avrebbe potuto indirizzare il pubblico a un’interpretazione. Voleva invece, consentire al fruitore di immergersi dentro la tela, traendone libere suggestioni.

Dopo il suo addio, per le suddette ragioni, non abbiamo osato intitolare i quadri, limitandoci a numerarli in ordine progressivo, tranne alcuni a cui Michele stesso, in occasione della sua prima personale, aveva dato un titolo, scrivendone anche una sinossi concettuale. Il mio preferito è il n. 51 “Torno subito”. Curiosamente, sul retro del dipinto, abbiamo trovato attaccato un foglio autografo con questa dicitura. Un messaggio preciso di ritorno, prima o poi, dal suo viaggio in cielo.

 

La madre Lina

 

Nelle sue ricerche e sperimentazioni, Michele è partito dal colore, e poi è andato a decolorizzare, scarnificando i dipinti, in una sorta di prosciugamento dell’animo, fino alla morte. Era come se avesse chiuso, almeno in terra il cammino, giungendo ad un capolinea, che rappresenta la summa della sua stessa arte. Come toglieva al corpo, così sottraeva alla tela, iniziando ad usare, ad esempio, materiali poveri, quali corde e chiodi.

Per la mia opera preferita, volo con il cuore alla Domenica del Maggio 2015, Festa della mamma, due mesi prima che morisse. Si presenta con un pacchetto e me lo tende “questo è il mio regalo per te”. Lo scarto e davanti agli occhi si offre una tela bianca, cinta da un nastrino dorato, oggi catalogata n.53. Me la spiega per mezz’ora, suggerendo di immaginarvi quello che volessi, e lui me lo avrebbe regalato. Un invito a scrivere, su quel bianco candore, ogni sogno, e dopo incorniciarlo con la preziosità di un paradisiaco filo d’oro.

Michele Cea, “Dispersione”

Cosa direbbe Michele oggi, di quanto state facendo alla sua memoria?

 

Il padre Nicola

 

Ne sarebbe assolutamente contento, e mi approverebbe con un “bravo papà Nico!” anche se va sottolineato, che il mio adorato Michele, rifuggiva protagonismo ed esteriorità, tutto intento a raccontarsi su tela, nel segreto misterioso del suo studio. Per avvertire ancora parte di quel calore, indosso i suoi vestiti: un modo come un altro per sentirlo camminare al mio fianco.

 

La madre Lina

 

Senza ombra di dubbio, Michele commenterebbe con un sonoro “brava Lola!” Mi chiamava così, ed io l’ho sempre associato ad una festa speciale ed eterna tra me e lui, che sempre ripeteva, con la percezione ultra sensoriale degli eletti, che mai sarebbe invecchiato.

 

A conclusione di questo viaggio nel sentimento, rifletto che si cammina nella vita come e quanto è destinato, e ricordando le Parche, per tutti c’è una lunghezza di filo che, srotolato per intero, non può che riavvolgersi per essere snodato altrove.

Così, è stato ed è, per Michele Cea.

 

La scrittora augura che per ognuno ci sia una vita da dipingere con i colori più giusti, sulla preziosa tela chiamata esistenza.

 

A seguire, le linee guida della seconda edizione del premio “Michele Cea”.

 

REGOLAMENTO PREMIO MICHELE CEA – GIOVANI ARTISTI 2019

 

Art. 1

 

l Premio, dedicato all’artista Michele Cea, è rivolto ai giovani artisti emergenti ed è promosso dalla Fondazione Michele Cea. La partecipazione è completamente gratuita. I costi di spedizione delle opere sono da intendersi a carico di ciascun partecipante.

 

Art. 2

 

Il Premio è riservato ai residenti in Italia e all’estero, di età fino a 40 anni compiuti entro il 31/12/2019. Non è previsto un tema specifico che caratterizzi lo stile o il significato dell’opera. Sono ammesse opere di pittura, grafica, scultura, fotografia e video arte.

 

Art.3

 

Per la partecipazione al Premio dovrà essere inviata l’immagine (o il video nel caso specifico) dell’opera tramite mail all’indirizzo premiomichelecea@gmail.com – entro le ore 24:00 del 25 luglio 2019. Il tutto completo della dicitura “PREMIO MICHELE CEA 2019” con Nome e Cognome dell’autore, Dati Personali (data di nascita e luogo di residenza), Titolo, Tecnica, Anno e Dimensioni reali dell’opera (che non potrà superare cm. 100 di base e cm. 100 di altezza). Le immagini delle opere dovranno pervenire in alta risoluzione (minimo 300 DPI).

 

Non saranno prese in considerazione le opere che non rispetteranno i suddetti parametri. Ogni partecipante potrà concorrere con una sola opera.

 

Art.4

 

Il premio previsto per il primo classificato sarà composto da:

 

Una scultura in vetro, realizzata dallo scultore Germano Caiano, da un’opera di Michele Cea.

 

Premio in denaro di 1000,00 euro.

 

Una mostra personale e/o collettiva in data e luogo da definire.

 

Pubblicazione dell’artista vincitore sulla rivista Arte (Cairo Editore) del mese di ottobre 2019.

 

Segnalazione dell’artista vincitore sul Catalogo di Arte Moderna 2020 (CAM 55 – Editoriale Giorgio Mondadori).

 

Per il secondo classificato è previsto un premio in denaro di 500,00 euro.

 

Per il terzo classificato è previsto un premio in denaro di 300,00 euro.

 

Gli organizzatori auspicano che il primo classificato possa donare l’opera vincitrice alla Fondazione Michele Cea per essere successivamente esposta nel corso dell’anno e poi far parte di tutte le opere vincitrici del premio Michele Cea degli anni precedenti e futuri, esposte cronologicamente nel corso delle varie edizioni.

 

Il Premio sarà consegnato alla presenza delle autorità del Comune di Milano e dei genitori di Michele Cea.

 

Art.5

 

Il vincitore e i successivi classificati saranno selezionati e valutati da una giuria presieduta da Lina Bavaro (Vice presidente della Fondazione Michele Cea e docente di lettere) e dai membri del Collegio scientifico – artistico della Fondazione: Giuseppe Bellantonio (giornalista freelance ed esperto d’arte), Michele Franco (direttore artistico, presentatore e attore, responsabile torinese dell’Associazione “L’Officina culturale di Chivasso”), Nuccio Mula (giornalista e critico, docente di Fenomenologia delle Arti Contemporanee all’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento), Lucia Pastore (curatrice di mostre e Istruttore direttivo specialista in attività culturali, storico-artistiche e biblioteconomiche a Trani), Massimiliano Porro (docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” – IED di Como), Cristiano Rocchio (docente di filosofia e studioso di retorica antica), Enzo Varricchio (giornalista pubblicista, avvocato cassazionista, esperto di diritto d’autore e dei beni culturali).Il giudizio della giuria sarà insindacabile.

 

Art.6

 

Fra tutte le opere concorrenti sarà selezionata una rosa di 12 artisti ai quali è richiesta la partecipazione obbligatoria con le proprie opere al vernissage il giorno 13 settembre 2019 quando sarà reso pubblico il vincitore del premio Michele Cea 2019.

 

N.B. Nel caso non fossero presenti al vernissage l’artista o gli artisti vincitori alla serata, il relativo premio sarà – di diritto – consegnato all’artista o agli artisti successivi in classifica.

 

L’evento ‘Con la luce negli occhi’ avrà luogo presso l’Ex Fornace Gola, Alzaia Naviglio Pavese, 16, 20143 Milano MI, dal 12 settembre al 21 settembre 2019.

 

I finalisti saranno contattati tramite mail entro il 10 agosto 2019 e le opere dovranno essere fatte pervenire all’Ex Fornace Gola tassativamente i giorni 5 e 6 settembre 2019.

 

Art. 7

 

La partecipazione al Premio implica, da parte degli iscritti, la piena accettazione e il totale rispetto di tutte le indicazioni contenute nel presente Regolamento, nonché del giudizio insindacabile della Commissione.

 

Art.8

 

Nel caso in cui ragioni di carattere tecnico od organizzativo impediscano, in tutto o in parte, che lo svolgimento del Premio abbia luogo con le modalità e nei termini previsti dal presente Regolamento, gli organizzatori prenderanno gli opportuni provvedimenti dandone comunicazione attraverso i canali di informazione previsti.

 

Si rimanda al link: http://michelecea.com/

 

 

 

 

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Cinzia Alibrandi

Autrice messinese ma milanese di adozione, laureata in Lettere presso l'università "La Sapienza" e diplomata all'"Accademia di arti drammatiche" di Roma. Ha un passato di attrice, specialmente teatrale, con qualche incursione nel cinema. Oggi insegna italiano e storia nel triennio di Architettura del liceo artistico milanese "Boccioni", dove ha ideato, organizzato e curato i "giovedì letterari", aperti sul territorio, per la biblioteca, intervistando autori italiani di spicco nel panorama nazionale. È sei volte edita con 'Anna e i suoi miracoli' - Armando Siciliano editore, 'Petali di Marta' - Ensemble e con 'Torna a casa lettera' - Ensemble, Collana Pongo (di cui è stata inventrice e direttrice editoriale), 'Storie di amori e disamori- dalla A alla Z e ritorno’ - Giulio Perrone Editore, 'La vita é così' - Mondadori/Piemme, scritto con la famosa attrice Dalila Di Lazzaro, e sua biografia, e la biografia scritta con il noto stilista lombardo Martino Midali pubblicata da Cairo ‘La stoffa della mia vita-un intreccio di trama e ordito’, presentata a Milano da Jo Squillo, a Roma da Stefania Sandrelli, a Napoli da Marisa Laurito. Cinzia Alibrandi ha promosso e ha girato in Italia e all'estero (Dublino e Londra) con degli happening legati al lancio dei suoi libri, stabilendo un ponte culturale con noti stilisti (Chiara Boni, Maria Grazia Severi, Martino Midali, Cettina Bucca, Josè Lombardi, Gerardo Orlando, e le siciliane Tina Arena, Milena Bonaccorso, Miluna) ed orafi raffinati (Stroili, Stellina Fabbri, Francois Larnè, Pippo Alvaro). I suoi romanzi hanno la prefazione prestigiosa dell’autore internazionale Andrea G. Pinketts; "Petali di Marta" si avvale della copertina a opera della fotografa di moda Agnes Spaak, sorella dell'attrice Catherine. Ha vinto il 'Premio Sicilia'- sezione Letteratura nel 2014; il Premio 'Orgoglio siciliano' nel 2015 - sezione Letteratura; il Premio Speciale alla Carrera al T.A.R.C. Pagliara 8^ Edizione nel 2019. Ha ideato e ha curato per "Assodigitale"per un biennio una rubrica settimanale molto seguita, "tacco & stacco". È giornalista professionista e collabora in modo fisso con i settimanali ORA, VOI, TUTTO, dove intervista le star, e ha una rubrica fissa in cui scrive di amore e tematiche di coppia nel mensile “LEI STYLE”, e intervista i più grandi pensatori italiani.
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