Hai vinto il Premio Vincenzo Crocitti 2017 come Attrice internazionale. Cosa hai provato e cosa rappresenta questo riconoscimento importante nel tuo percorso artistico?
È sempre un momento magico vincere un premio che sia piccolo o grande. Il riconoscimento nel nostro settore è importante. Quest’anno pur avendo vinto vari premi specifici nei festival per il mio cortometraggio La slitta e essere entrata nella qualifica agli Oscar 2018, il Premio Vincenzo Crocitti è stata una bellissima sorpresa. Prima di tutto è un riconoscimento nazionale che valorizza democraticamente il percorso degli artisti e già questo in Italia trovo che sia eccezionale..E poi perché alla consegna del premio l’atmosfera data dal comitato e dai vari artisti premiati, l’attenzione posta agli esordienti, le parole incoraggianti del direttore artistico Francesco Fiumarella per il nostro mestiere, mi hanno fatto sentire in un ambiente giusto dedicato all’arte e al merito e non è poco .Nel mio percorso d attrice ricevere questo premio è uno slancio ed una conferma per delle scelte sempre più internazionali che sto prendendo per il mestiere. Tra Roma Londra e Parigi mi piace definirmi un’artista italiana nel mondo ma anche un artista europea ed internazionale. Siamo interpreti del mondo e se è possibile possiamo esprimerlo in altre lingue.
Cosa significa per te arrivare alla qualifica per gli Oscar con un film sull’uguaglianza e la solitudine al tempo stesso?
Il tema del mio film è un tema giusto per i nostri tempi ahimè. Si parla di razzismo, di paura del diverso e nello stesso tempo il film porta soluzioni come la libertà di pensiero dei bambini malgrado l’educazione, la solidarietà, l’uguaglianza, l’amicizia. La slitta è la ROSEBUD del Quarto potere di Orson Welles che ci ricorda l’importanza dell’infanzia, del gioco e che per fortuna quando scende va veloce e supera i pregiudizi. Penso che questo film non possa lasciare indifferenti gli americani per il momento storico che stanno vivendo. Ma il più importante è essere arrivati a questa qualifica dopo aver percorso un anno e mezzo di festival (110) in tutto il mondo. Il film è stato visto da diversi popoli, culture e per il messaggio che porta per me questa è la cosa più importante.
Ti eri immaginata già a Los Angeles? Che aspriazioni hai?
Sono una regista con i piedi per terra e anche se ho molta immaginazione preferisco lasciarla per il lavoro. È già un bellissimo risultato aver raggiunto il traguardo degli Oscar ed essere tra la centina di cortometraggi da tutto il mondo qualificati. Aspiro a migliorarmi e a ricominciare come fosse il primo giorno, sempre. Aspiro a sbagliare e ad imparare. Aspiro a continuare a fare. Fare film, scrivere, realizzare ed emozionare. Se poi si vince, come dicevo prima è un momento magico che ci aiuta a sognare per poi risvegliarci e ricominciare.
I ragazzi del film in che rapporto sono ora con te? Sono mai stati alle premiazioni?
Riccardo Specchio e Alban Pajolli li sento spesso e siamo in continuo contatto con le loro famiglie. Sono venuti spesso alle Premiazioni e per loro è importante continuare la vita del film dopo il set anche per veicolare il messaggio. Loro sono i primi testimoni, i protagonisti. Senza di loro il film non esiste.
Hai lavorato anche in Belgio e Londra, mi racconti le differenze dell’arte dello spettacolo che hai riscontrato rispetto all’Italia?
Questa è la domanda che aspettavo ma che in fondo e purtroppo già tutti ne conoscono la risposta. Le differenze sono semplici da definire e non sono esagerate. Cercherò di riassumere in poche parole: competenza, umiltà, serietà, merito, rischio, dedizione e comunità. Sono parole forti che purtroppo non ritrovo spesso o quasi mai in Italia. Nel nostro paese non frega a nessuno se una persona è competente. Diciamo che subentra in secondo piano. E’ un problema culturale, antico che si fonda sulle amicizie, sui clan, sullo scambio di servizi, sull’appartenenza familiare o politica. Gli artisti sono stati distrutti da questa mentalità e si sono sempre più isolati e divisi. Ecco perché la categoria degli attori per esempio oggi, ha difficoltà ad essere riconosciuta, a farsi sentire, a protestare insieme per il contratto nazionale dell’audiovisivo, che neanche ancora esiste; quando invece negli altri paesi, si sa, già da tempo lo hanno instaurato,difeso con i denti e sigillato… .
Cosa dovrebbe avere un film per essere ricordato secondo te?
Emozione, purezza, semplicità, verità viscerale. Poesia.