Alessandro Borghese è entrato nel business dei ristoranti dapprima con una partnership con la catena Obicà, i mozzarella bar famosi in tutto il mondo. E poi a breve ne aprirà uno suo, di ristorante, a Milano, continuando l’impegno con Junior Masterchef in TV.
Con la catena di mozzarella in tutte le sue “dimensioni” culinarie, Borghese ha inventato degli sfizi davvero stuzzicanti: abbiamo assaggiato gli spiedini di bocconcini e zucchine, un supplì di mozzarella e broccoletti, tanti abbinamenti col pesce, la montanara mignon, rivisitazione finger food della mitica pizza fritta che si fa ancora oggi tra i vicoli di Napoli.
Abbiamo incontrato lo chef, che nei suoi geni ha una parte napoletana, per farci spiegare l’origine di questa nuova avventura.
Alessandro, dopo la tv ti impegni ora nel food della ristorazione diffusa. Obicà come ti ha attratto?
Un concetto di ristorazione basata sul prodotto sposa in pieno le mie passioni. Essendo di origine campana ho deciso con Silvio Ursini, il fondatore di Obicà, di fare partnership come chef creativo di tutto il gruppo Obicà. Porterò il food sharing in tutti i ristoranti, che sono più di 20 in tutto il mondo. Sono orgoglioso perché è l’unico gruppo ristorativo con un solo prodotto. E per giunta italiano.
All’aperitivo di inaugurazione di questa partnership a Milano ti abbiamo visto intento a servire i piatti che creavi live. Come ci si sente ad avere un contatto diretto col pubblico dopo tanti anni di televisione?
Sono tutti nuovi finger food, mi piace perché questo format allargherà la platea per il food sharing della mozzarella. L’idea era di non andare unicamente su primo, secondo e contorno, con base mozzarella, ma di lavorare su piccole quantità da condividere. Da qui in poi andrò a lavorare su tutti i menù dei punti vendita nel mondo in modo che quello che troverete a Milano lo proverete a New York e Londra. Sono effettivamente parte del gruppo, non sono un semplice collaboratore. Sono proprio entrato nella società di Obicà.
Come mai hai scelto un locale fondato su un prodotto così conosciuto?
Ho scelto il locale sulla mozzarella perché è un profdotto duttile, conosciuto in tutto il mondo e apprezzato. Si può lavorare in mille modi, la bufala produce altri prodotti come ricotte o yogurt e questo è l’unico concetto ristorativo al mondo unicamente italiano con un solo prodotto simbolo. Che è un’eccellenza.
Cosa ha di particolare la mozzarella?
Segue la mia filosofia della cucina di prodotto di materia prima, ci siamo trovati come mentalità gastronomica con gli ideatori di Obicà e abbiamo deciso di collaborare assieme. Siamo felicissimi. Inizia da qui e andrò a Londra, poi New York e Los Angeles per insegnare a tutte le brigate il mio concetto di lusso della semplicità. La mozzarella è particolare. A forza di mangiarla ho capito anche la differenza dei tagli di latte vaccino, di latte di bufala, ho conosciuto i caseifici, i casari e gli animali, ho affrontato la materia come uno chef dovrebbe fare. Viaggiando e imparando.
Obicà ha già un suo volume edito da Rizzoli molto completo. Tu sei anche in procinto di pubblicare un libro tutto tuo. Ce ne vuoi parlare?
Kitchen Sound è la striscia quotidiana di cucina che faccio per Sky per la terza stagione, son partito con 60 ricette ispirate al cinema. E il 21 marzo per Mondadori Electa uscirà un libro che le racchiude tutte.