Ogni anno, Filippo e la sua brigata sono invitati negli Usa da star della East (New York) e della West Coast (Los Angeles), da Susan Sarandon a Whoopy Goldberg, fino a Briana Evigan e a Neil Patrick Harris, per organizzare nelle loro dimore da mille e una notte una serata in vero stile italiano: riservati Chef@Home in grado di portare in ogni casa l’autentica passione italiana per la cucina.
Però anche in Italia la fama dello chef non consoce sosta. Di recente gustato in tutto il suo splendore fashion il menù al White dell’ultima Fashion Week, Sinisgalli lega il suo nome anche a eventi di promozione territoriale.
Come quello autunnale della città di Alba che rinnova Filippo Sinisgalli per lo show cooking di alto livello che include il tartufo di Alba che vediamo in basso.
STORIA – Lo chef Filippo Sinisgalli ha fatto della ricerca e della selezione delle eccellenze del Belpaese la sua missione e con Il PalatoItaliano porta in giro per il mondo eleganza, stile e la cucina che ci distingue. Il Palato Italiano è infatti una realtà impegnatanella scoperta, nella valorizzazione e nella divulgazione dell’arte culinaria italiana attraverso attività esperienziali, culturali euna meticolosa selezione di prodotti enogastronomici di eccellenza.
Filippo Sinisgalli vanta importanti esperienze a livello nazionale e internazionale: all’Esplanade di Desenzano, come formatoredei team di brigata dell’Armani Hotel a Dubai e alla locanda Mezzosoldo in Val Rendena (TN), dove ha ottenuto la stella Michelin; un percorso che ha avuto inizio con un’articolata e strutturata formazione a stretto contatto con Gualtiero Marchesi.
Nell’aprile 2018 è stato eletto segretario generale di Euro-Toques Italia, l’associazione fondata da Marchesi che a lungo neresse la presidenza.Nella mente e nelle mani di Filippo risiede una maestria che nasce dall’amore per l’equilibrio e l’armonia, la cui espressionepassa dalle sue ricette. “Il Palato Italiano ha modificato geneticamente il mio essere cuoco” – racconta Sinisgalli – “il rispettodelle stagioni, il km vero (non zero), il rapporto con i produttori, la costante ricerca e la trasformazione di tutto questo in saporida portare in giro per il mondo hanno fatto in modo che la mia cucina si trasformasse nella filosofia di pensiero di un’azienda