Nek ha deciso di prendere la strada dell’evoluzione nella sua musica. Quando il 14 ottobre uscirà “Unici”, il nuovo album di inediti di Filippo Nek Neviani prodotto con Luca Chiaravalli, vi accorgerete che davvero la musica è cambiata.
“Sono sempre autocritico – ci ha detto il cantante emiliano alla presentazione del disco – e quello che voglio ottenere non è mai semplice, ma questa volta ho il privilegio di presentare un disco di cui sono davvero contento”.
Anche l’ispirazione lirica non è scontata in “Unici”. “Per Il Giardino dell’Eden ho pensato alla Primavera del Botticelli, un brano in cui la pelle parla, sono tornato alla nudità della semplice passione. Per Freud invece ho pensato: chi meglio di J-Ax può sostenermi in un pezzo del genere. Dico: l’amore non ha un manuale d’istruzioni, quindi anche quello che diceva Freud è messo in discussione”.
La “mano esterna” che più detta scalpore è quella di Erri De Luca, il celebratissimo scrittore, la cui poesia Valore, Nek aveva sentito recitata da un amico. “Ho subito pensato che prima o poi avrei voluto musicarla. Anche se poi quello che si sente in Questo So Di Me è una libera interpretazione della sua poesia. È una condivisione, non collaborazione. Non so nemmeno se l’ha sentita, so che è molto preso da cose più importanti. Una cosa è certa: dice che la musica è un modo per trasportare i poeti più lontano”.
In “Unici” melodia ed energia convivono, sulle basi elettroniche Nek ha suonato tutti gli strumenti e per gennaio sta preparando il lancio in Spagna e America Latina del nuovo album che la Warner Music Italy ritiene una priorità in questa stagione.
Unici per Nek è il trionfo della specialità del singolo: “Siamo tutti unici nel nostro genere, in questo la canzone è uno slogan. Mi riferisco anche alla straordinarietà della vita. È unica la rosa nel deserto, che è una rarità, ma è unica anche la rosa sul davanzale, concetto che spesso diamo per scontato”.
Il cantautore di Sassuolo ha raggiunto una maturità tale da potersi permettere l’audacia dei grandi protagonisti della cultura popolare. Molte sue canzoni (da Laura non c’è a Lascia Che Io Sia a Contromano) hanno fatto da colonna sonora a stuoli di ammiratori in Italia e nei paesi ispanici. Tanto forte è il legame col pubblico che sta pensando anche a nuove forme di espressione, già preannuncia cambio di rotta per un prossimo disco e si dice attirato dalla formula del teatro-canzone, come l’ha sperimentata poco tempo fa sul palco del Festival di Gaber.
A 44 anni portati benissimo, oggi dice di aver trovato la chiave del ringiovanimento proprio nella musica: “Da quando Fatti Avanti Amore ha avuto quel grande successo a Sanremo 2015 ho notato un ringiovanimento del pubblico che mi ha fatto bene. Ho pensato: cosa spinge una 14enne a venire da me? Ho iniziato a guardare al pop internazionale con più entusiasmo e ho capito che la musica è uno strumento per rimanere giovani. Me lo dico anche quando vedo come reagiscono i bambini alle mie canzoni. È difficile catturare la loro attenzione quindi riuscirci è una grande soddisfazione”.
Quando sei personaggio pubblico per due decadi di fila, sarà difficile trovare stimoli nuovi per rinnovare la propria professione. “Diciamo che sono sullo stesso treno ma prima non guardavo fuori, ora viaggio guardando il paesaggio”, sottolinea Nek, alludendo a una maggiore consapevolezza di quello che lo circonda in fase compositiva.
La semplicità continua a essere un suo tratto distintivo:“Sono un figlio della provincia italiana, non vivrei mai a Milano, per dire. Però mi capita di venire in città per cercare ispirazione. La modernità mi affascina, sono un iperattivo di natura e non mi fermo mai”.
La vena rock, anche se il disco ha matrice elettronica, non la perde, nemmeno quando pensa alla trasposizione live: “Sono stato contento di aver portato il rock e il pop nei teatri che comunemente sono destinati a progetti classici. Quindi un ultimo sogno che mi restava da realizzare era suonare all’Arena di Verona. E lo farò a maggio prossimo”.
E del mestiere del comunicatore in musica cosa pensa? “Voglio sorprendere gli altri. Quando scrivo è sempre con l’auspicio di portare me e l’ascoltatore dove vuole lui o dove voglio io“.