Si è conclusa domenica scorsa nel luogo in cui è nato l’automobilismo italiano, la storica Piazza Grande a Modena, la gara automobilistica “Modena Cento Ore”. La stessa gara alla quale in passato hanno preso parte illustri nomi quali Enzo Ferrari, Stanguellini ed i fratelli Maserati.
In competition per questa edizione automobili di diverse nazionalità, in testa quelle del Regno Unito: 47 le vetture della sezione competizione che sono riuscite a terminare la gara, 35 quella della sezione regolarità; 22 le vetture che hanno dato forfait.
Modena Cento ore è una gara dura e sfidante, carica di adrenalina ed imprevisti. Molti degli equipaggi rimasti a piedi, infatti, hanno comunque raggiunto Modena per vedere gli amici e dar loro un saluto, un appuntamento, un arrivederci e lanciare il guanto di sfida per il 2020.
Per tutti, la parte più affascinante resta la sfida contro il tempo nelle prove cronometrate,
spesso disputate su strade strette, sconnesse e tecnicamente difficilissime, dove è solo l’istinto e la conoscenza della propria vettura, oltre ad una buona dose di coraggio, a fare la differenza ed a fare il tempo finale.
“Con l’arrivo delle auto sul palco di Modena – commentano gli organizzatori – si chiude la parte agonistica della Modena Cento Ore 2019. La serata delle premiazioni si è svolta nella magica atmosfera del Cortile d’Onore dell’Accademia Militare di Modena, che ha aperto per l’occasione i battenti ai partecipanti, rimasti senza fiato all’ingresso a Palazzo Ducale, riallestito a tema tricolore. Il livello delle auto che hanno partecipato è degno di uno dei più importanti concorsi d’eleganza del mondo, con un’unica differenza: la Modena Cento Ore permette a queste meravigliose vetture di essere mostrate in movimento, e di portare in giro per i luoghi più belli d’Italia un perfetto museo automobilistico”.
Tra i partecipanti alla gara non mancava una grande star della musica internazionale, il cantante dei Duran Duran Simon Le Bon, che nonostante i suoi 62 anni portati con stile, ha dimostrato tenacia e grinta nell’arrivare a Modena. Le Bon era in gara con l’auto numero 69 griffata Cifonelli, in compagnia del pilota francese François Pourcher.
Il primo posto della sezione competitiva è stato conquistato dall’equipaggio inglese numero 5: Richard Cook – Claire Cook su AC Shelby Cobra 289 del 1963.
Ecco i numeri della Modena Cento Ore:
- 104 le vetture iscritte, selezionate tra le oltre 250 domande di partecipazione, di cui 67 nella sezione velocità e 40 in quella regolarità
- 14 le Nazioni rappresentate dai 214 partecipanti provenienti da tutto il mondo: Gran Bretagna, Germania, Svizzera e altri Paesi dell’Europa, ma anche Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda…
- 23 le case automobilistiche presenti, con una rappresentanza equilibrata di Italiane (Ferrari e Alfa Romeo), Inglesi (Jaguar, Lotus, Ford), Tedesche (Porsche, Mercedes-Benz e BMW), e Americane (AC Shelby Cobra, Ford e Chevrolet)
- 11 prove speciali su strada chiusa, 3 GP e 1 super prova speciale, per la sezione velocità
- 11 prove di media e 12 prove cronometrate per la sezione regolarità
- 4 città arrivo di tappa
- 1.000 km di gara in 4 giorni di guida
- 96% la percentuale di partecipanti stranieri
- 20% dei partecipanti sono le donne in gara
- 0 le emissioni residue di C02
- Oltre 600 persone coinvolte a vario titolo nell’evento tra organizzazione, staff, personale sportivo, cronometristi, fotografi, cameraman, agenti della Polizia Stradale
Modena Cento Ore, unico evento del settore a ‘emissioni zero’, è stata realizzata da Canossa Events in collaborazione con il Panathlon Club di Modena, la Scuderia Tricolore ha sostenuto ancora una volta con una donazione i progetti per lo sport dedicati ai ragazzi disabili. Canossa Events applica il protocollo CarbonZero per le proprie manifestazioni e compenserà completamente le emissioni residue di CO2 dell’edizione 2019, mediante piantumazione di nuovi alberi nell’Appennino Tosco-Emiliano.
L’edizione 2020 della Modena Cento Ore sarà annunciata a Settembre.
Testo a cura di Luana Salvatore
Foto concesse a The Way Magazine da Francesca Azzali (Canossa Events)