Istrionico , pungente al punto giusto (quando vuole ) ma soprattutto brillante autore televisivo e scrittore di successo: Aldo Dalla Vecchia in occasione degli 80 anni di Mina (compleanno il 25 marzo 2020), e dei suoi primi 60 anni di carriera dedica un libro alla “Tigre di Cremona”.
Dalla Vecchia, giornalista e autore televisivo di lungo corso, dedica un omaggio affettuoso e appassionato a colei che Louis Armstrong definì «la cantante bianca più grande del mondo». “Mina per neofiti – La vita, la voce, l’arte di una fuoriclasse” ripercorre la vita, i trionfi, i record, di Mina Mazzini da una prospettiva inconsueta, non completista ma ricco di curiosità.
Nel volume lo scrittore, in maniera attenta e senza troppo giri di parole, esalta la vita, ma soprattuto la voce di una vera star della musica. E raccoglie aneddoti dettagliati e testimonianze d’eccezione senza gossip sia chiaro, ma con la riverenza che spetta alle leggende viventi. La prefazione di Cristiano Malgioglio, che per la protagonista ha scritto alcune delle canzoni più belle, come “L’importante è finire” e “Ancora ancora ancora”, è un plus. C’è anche un esperimento divertente in chiusura di testo: Minapedia, la sezione che racconta le tante Mine di questi primi 60 anni di attività: Mina in classifica, Mina in TV, Mina in concerto, Mina al cinema, Mina testimonial, Mina giornalista, Mina & la moda, Mina social.
Perché hai deciso di scrivere un libro su Mina?
È stata una folgorazione di una domenica dello scorso autunno, quando ho realizzato che di lì a pochi mesi, il 25 marzo 2020, Mina avrebbe compiuto i suoi primi 80 anni, e mi sarebbe piaciuto omaggiarla e celebrarla con un libro che ne raccontasse la vita, la voce, il talento incommensurabile in maniera puntuale e precisa. Il libro è nato così.
Questo libro in che cosa si differenzia rispetto agli altri scritti?
Si differenzia dagli altri perché non vuole essere, e non è, un libro di pettegolezzi; ma non è nemmeno una Bibbia per super esperti. Nella mia testa, Mina per neofiti è nato come un “bigino” su Mina: il racconto, circostanziato, asciutto, compatto, ma ricco di testimonianze d’epoca, da Oriana Fallaci a Indro Montanelli, di un’esistenza e una carriera irripetibili e uniche al mondo.
Perché a tuo parere la cantante non ha fatto successo in America?
L’America era naturalmente alla sua portata, e infatti Mina era stata anche cercata con molta insistenza, qualche decennio fa, per un lancio americano in grande stile. La decisione di rimanere un fenomeno italiano, anche se conosciuto e amato in tutto il mondo, è stata solo ed esclusivamente sua. Questo non le ha impedito di essere ammirata senza riserve da colleghi come Liza Minnelli, Sarah Vaughan, Frank Sinatra, per non citarne che tre. D’altra parte il concetto andrebbe rovesciato: chi non la ammira e ama?
Poche settimane fa Iva Zanicchi ha dichiarato in tivù che Mina a suo parere si era pentita di non aver cantato delle canzoni che poi Iva ha deciso di cantare. Ti pare plausibile? Secondo te ha rivali in Italia?
Secondo me non ha nessuna rivale non solo in Italia, ma nel mondo. Tra le pochissime al suo livello mi vengono in mente Barbra Streisand e, tra le nuove generazioni, Adele. Riguardo alle esternazioni della Zanicchi, le ho trovate inopportune, non eleganti e non “centrate”. Dirò di più: mi è venuta in mente la volpe e l’uva…
Quanto è stato difficile raccogliere informazioni su di lei?
A casa conservo, da sempre, centinaia di articoli oltre che moltissimi numeri della preziosa rivista del Mina Fan Club, che nel 2020 compie 40 anni e che segue la sua carriera con rigore e rispetto, pubblicando articoli, approfondimenti e veri saggi sui primi 61 anni di carriera della ‘madre di tutte le cantanti’, come la chiama la giornalista musicale de La Stampa Marinella Venegoni. Per essere il più pignolo e filologico possibile, mi sono riletto tutti gli articoli che Mina ha scritto per giornali come Liberal, La Stampa, Vanity Fair, che sono una miniera inesauribile di informazioni di prima mano. Un esempio per tutti: rispondendo a un lettore in un vecchio numero di Vanity Fair, è lei stessa a puntualizzare che il suo nome vero è Mina, e non Annamaria, come erroneamente riportato da decenni sui giornali.
Secondo te, se avesse continuato a farsi vedere e apparire in pubblico avrebbe avuto lo stesso successo?
Certo! Avrebbe sicuramente continuato a farsi vedere alla sua maniera: pochissimi concerti-evento distanziati nel tempo. Penso a che cosa sarebbe stato poter ammirarla alla Scala! E in televisione soltanto in programmi di alto livello. Quanto mi sarebbe piaciuto vederla in un varietà del sabato sera con Fiorello. Anche qui però rovescerei il concetto: chi altri se non Mina avrebbe potuto ritirarsi rimanendo comunque la numero uno, senza se e senza ma?
Si dice che sia una grande giocatrice di burraco e fumatrice accanita. Ti risulta?
Mi risulta che a carte sia imbattibile e instancabile, e che in alcuni periodi della sua vita sia un’accanita fumatrice.
Raccontaci un aneddoto poco conosciuto.
Ti racconto una barzelletta tenera e delicata che compare nelle ultime pagine del mio libro. Un giorno, molto ma molto lontano, Ornella Vanoni va in cielo, e trova San Pietro ad attenderla alle porte del Paradiso. Mentre San Pietro è intento a spiegarle come funziona là sopra, Ornella sente all’improvviso quella voce inimitabile, quelle note inconfondibili che squarciano l’aria e le nuvole: «Brava, brava, sono tanto brava, faccio quasi tutto con la voce, sììììììììì». Ornella impallidisce, strabuzza gli occhi ed esclama: «No! No! No! Non è possibile! Anche qui c’è Mina?». E San Pietro: «No, è Dio che canta le canzoni di Mina».
Mina per neofiti (Graphe.it Edizioni, 102 pagine), in tutte le librerie fisiche e digitali dal 26 febbraio 2020.
In foto d’apertura da sinistra: Aldo Dalla Vecchia, l’autore, la copertina dell’ultimo disco di Milano con Ivano Fossati e la copertina del libro di Graphe.it Edizioni.