8 Marzo 2021

Michel Altieri: “Vi racconto il mio rifugio a Milano, tra letteratura e voglia di teatro”

Il re del musical parla dei suoi progetti e di come sta impiegando costruttivamente il suo tempo nel momento di blocco: "La letteratura mi riempie le giornate".

8 Marzo 2021

Michel Altieri: “Vi racconto il mio rifugio a Milano, tra letteratura e voglia di teatro”

Il re del musical parla dei suoi progetti e di come sta impiegando costruttivamente il suo tempo nel momento di blocco: "La letteratura mi riempie le giornate".

8 Marzo 2021

Michel Altieri: “Vi racconto il mio rifugio a Milano, tra letteratura e voglia di teatro”

Il re del musical parla dei suoi progetti e di come sta impiegando costruttivamente il suo tempo nel momento di blocco: "La letteratura mi riempie le giornate".

Come personaggio pubblico, Michel Altieri, 42 anni, è stato sempre l’emblema del dinamismo, non si è mai fermato. Altieri venne scoperto da Luciano Pavarotti e da Tato Russo dello Stabile di Napoli, e ha già una carriera stellare come attore e cantante tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Da anni residente a New York, ha trascorso gli ultimi 12 mesi nella sua casa milanese per effetto dello stop degli spettacoli (e dei viaggi) in giro per il mondo. Curioso che uno degli attori più associati al jet-set internazionale del nostro panorama teatrale si sia adattato a una vita completamente diversa da quella che conduceva fino a poco tempo fa. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare il suo anno e i suoi progetti.

Michel Altieri dal 2008 risiede per la maggior parte del tempo a New York. Nella sua carriera ha lavorato per anni a Napoli, al Teatro Bellini, e al Teatro Stabile di Catania come protagonista di musical molto popolari.

Michel, in questi mesi di riflessione ti sei dedicato a qualcosa in particolare?

Alla fine sono sempre i cardini della mia formazione a dettare i miei interessi. Ho studiato Lettere, ho studiato recitazione e canto a New York con Anna Strasberg, la moglie di Lee Strasberg, il fondatore dell’Actor’s Studio, e Dennis Hopper. Spesso ripenso ai loro insegnamenti, a quanto questo mestiere sia permeante nella vita di chi lo fa. E devo confessarti che è una sofferenza star lontano dai palchi.

La svolta nella carriera di Michel Altieri poco più di 20 anni fa. Nel 2000 Luciano Pavarotti lo sceglie personalmente come protagonista della versione italiana dell’opera rock Rent, prodotta da Nicoletta Mantovani, e per la regia originale di Broadway di Michael Greif. Michel è il primo performer bianco al mondo ad interpretare il ruolo di Tom Collins.

Hai vissuto in tante altre città durante la tua vita. Che ricordi hai?

Napoli ovviamente mi ha riempito il cuore. Per tre edizioni consecutive, sono stato Renzo Tramaglino ne I promessi sposi e Dorian Gray, per quattro edizioni, ne Il ritratto di Dorian Gray, musical entrambi scritti da Tato Russo. Per me lui è stata la porta sulla città. Ogni volta che cambiavo residenza ho sempre avuto la predisposizione alla conoscenza. Infatti ho conosciuto gente diversa, il talento, la bontà d’animo ma mi approccio sempre come un bambino per le novità. Una dimensione che ti tiene giovane altrimenti inizi a parlare per frasi fatte.

E invece la tua dimensione privata, lontano dallo stage come è?

Oggi è molto legata allo stare soli o davanti al computer. La mia casa è sempre aperta come un locale pubblico che funzionava di più quando c’era gente. E posso dire anche di essere stato un crocevia di incontri. Per fortuna vivo in un posto centrale di Milano, che ovviamente mi sono impegnato per avere.

E che sensazione hai ora?

Secondo me con i lockdown i centri delle città si sono molto avvicinati come atmosfera. C’è poca gente che ci vive realmente, e se togli i turisti e il passeggio resta ben poco. Ma il centro di Milano, da questo punto di vista, ha riflesso una luce diversa in questi mesi di stop. Un groviglio di strade discrete, con costruzioni asburgiche di Sette-Ottocento, che senza macchine e confusione sono tornate alla loro dimensione originaria.

Che vita stai vivendo in questi mesi a Milano?

Lo stop non lo vivo bene. Ho deciso di rimanere qui per questioni famigliari in questo periodo di pausa, ma voglio tornare in America quando si potrà, probabilmente mi vaccinerò lì. Per fortuna ho tanti amici che mi danno calore, uno di loro è il prezioso Dardust. Per me lui è un’anima bella, riesce sempre a stupirmi e l’altra sera a Sanremo è davvero stato grande, sono ammirato da quello che fa.

Hai altri impegni a parte lo spettacolo?

Al momento a distanza insegno letteratura italiana privatamente negli USA online, sono sempre connesso. Questa immersione nella bellezza della lingua mi riempie la giornata. Ho tanti interessati alla cultura, uomini che fanno ricerca, scrittori, sto lavorando con loro e ho in programma una traduzione importante che verrà pubblicato. Mi confronto con la parte intelletuale di New York ed è un bellissimo scambio emozionale. Anche perché lavoro con la mia passione, che è la letteratura.

Tra gli ultimi lavori interpretati da Michel Altieri: Midsummer night’s Circus da William Shakespeare, regia di Marco Bellocchio (2016) – Ruolo: Oberon.Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, regia di Corrado d’Elia (2016/17) – Ruolo: Cristano. Flashdance, Musical di Stage Entertainment, regia di Chiara Noschese (2017/18) – Ruolo: C.C

Cosa ti piace della tua lingua?

Quando studio la letteratura della lingua italiana c’è coinvolgimento emotivo, penso a quanto la lingua sia stata determinante anche nelle mie decisioni. La carriera artistica è arrivata dopo che ero predestinato a formarmi con le lettere. Questa cosa la racconto sempre agli americani e loro stravedono per il nostro bagaglio culturale, che ci fa fare anche delle scelte azzardate. Quello che mi affascina dell’italiano è che è stato codificato da letterati ma parlato poco.

In che senso parlato poco?

Nessuno parlava italiano fino a 100 anni fa. La lingua è maturata nel tardo Rinascimento, Dante, Petrarca e Boccaccio sono stati le corone iniziali. Poi nei Cinquecento il libro del Cortegiano, un trattato scritto da Baldassarre Castiglione, ha raccontato il comportamento dell’italiano. Niccolò Machiavelli poi ha consegnato alla storia questa lingua.

Ci differenziamo dagli altri?

Credo che sia una lingua cara la nostra. Come se fosse un manoscritto musicale, è stata resa bella nei secoli di studi e di abbellimenti estetici da parte di intellettuali che a essa si sono dedicati, mentre il popolo parlava il dialetto. Ecco perché oggi è la 21esima più parlata al mondo ma è la quarta più studiata. Abbiamo un gioiello sulle nostra labbra.

Tre momenti di vita milanese di Michel Altieri: passeggiata in centro città davanti al Duomo, allenamento a casa, star in palcoscenico. All’attore piace anche insegnare letteratura italiana.

Sei un dotto! Eppure usi con la stessa naturalezza i social media…

A me piace molto scherzare, ovviamente, non mi piace essere preso sul serio sempre, anche se non amo trascendere nella volgarità, lo dico anche nel linguaggio. In questi mesi di chiusura, i social sono diventati anche uno svago ma così come non bisogna soffocare i propri pensieri, non bisogna nemmeno agire per offendere gratuitamente.

Che America ti aspetti al tuo rientro negli States?

Sicuramente l’America del freedom of speech. Penso a quando tornerò nella mia casa a Park Avenue vicino all’Empire. So che Manhattan ha molto sofferto questa sospensione, è un posto che senza turisti muore. Ho molta fiducia nella ripresa celere degli USA e anche nell’anima degli italiani, anche se ripongo meno speranze nella nostra organizzazione. Negli Stati Uniti ci si sta vaccinando nelle farmacie, c’è già più fiducia, gli indici economici sono in risalita e loro evidentemente hanno investito nei vaccini giusti.

Michel Altieri, da quando è stato scoperto dalla famiglia Pavarotti nei primi anni Duemila, ha sempre messo d’accordo critica e pubblico per le sue interpretazioni di personaggi dei musical.

Una cosa che non è cambiata in te in questi anni?

Mi tengo in forma e faccio attenzione a ciò che mangio e bevo vino solo qualche giorno a settimana. Ora più di prima perché non posso fare attività fisica con le palestre chiuse. Quindi ho un trainer online tre volte alla settimana. Per il resto cose banali, non sono un fanatico di beauty rituals, già fare la barba mi secca. Ho però una piccola cremina notturna che mi idrata, me l’ha datta mia madre e la uso sempre per non darle dispiacere. Però funziona!

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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