Matteo Salvo non è il superuomo che verrebbe da pensare se si legge la sua bio. Incontrarlo dal vivo è rivelatore: saprà anche tutto delle tecniche di memoria e il mondo glielo riconosce ma è un ragazzo tranquillo, soprattutto sereno che non mette in soggezione dalla cattedra della mente superiore.
Anche perché, ci dice, essere il primo italiano a conseguire il titolo di International Master of Memory ai Campionati Mondiali di Memoria di Londra (nel 2013) non è un certificato di supremazia mentale: “Si tratta solo di allenamento”, dice con understatement da grande divulgatore quale è.
Oggi Matteo ha scritto un libro, per Gribaudo-Feltrinelli, Allena La Tua Mente in 5 Minuti, dove porta al lettore le sue tecniche infallibili. È come portarsi a casa un pezzo di te, lo provoco. Lui si schernisce e iniziamo l’intervista.
Hai memorizzato un mazzo da 52 carte in meno di 2 minuti di tempo, 10 mazzi di carte in 60 minuti di tempo ed un numero lungo 1.000 cifre in 60 minuti di tempo senza commettere errori. Domandona: dicci come si fa.
Le tecniche sono tutto, tutti noi che gareggiamo a livello mondiale sappiamo di avere tecniche per permetterci di avere più performance. Quando le conosci resti stupito da quanto riesci a fare e da come è assurdo non averlo fatto prima.
Nel libro illustri tecniche di memoria con esempi pratici su come potenziare il cervello con un allenamento quotidiano. Chi ti segue? E soprattutto, incontri scetticismi?
Non voglio convincere nessuno, sono tecniche e mi interessa trasferirne almeno la conoscenza. I sistemi per imparare velocemente ci sono e ciascuno può pensare come vuole, ovviamente. Tengo corsi per privati e aziende, ma anche consulenze per singoli. Il feedback più entusiasmanti sono le email degli allievi che ringraziano. Ci sono studenti che seguendo gli esercizi sono riusciti a migliorare i risultati scolastici. E specialmente per i ragazzi, la concezione della qualità del tempo è tutta da costruire. Quando vanno bene a scuola poi mi ringraziano perché impiegheranno il tempo estivo in maniera completamente libero.
Come hai iniziato a potenziare la tua mente?
Ero all’università e mi sono avvicinato a questo per il motivo opposto. Sette esami in tre anni a Ingegneria Meccanica erano davvero pochi e mi chiedevo se esistessero metodi di apprendimento. Mi son documentato e ho capito che tutti possono farcela, come gli sportivi che dal campionato locale arrivano alle gare mondiali. Ho iniziato a cercare metodi e ho scoperto che già da fine anni 70 c’erano, ho frequentato corsi in Italia, all’estero, ho conosciuto Tony Buzam, psicologo inglese di 75 anni ed è stata una rivelazione venire a conoscenza delle sue mappe mentali. Da lì mi sono impegnato per conoscere le tecniche e divulgarle.
Quindi la tua esigenza personale è diventata, diciamo, un lavoro?
Mi sono appassionato alla studio, se non avessi avuto quelle difficoltà nell’apprendimento non mi sarei mai accostato probabilmente a queste discipline. L’esigenza di superare gli esami mi ha fatto scoprire un mondo bello, curioso, sconosciuto e accattivante. Ho raggiunto livelli per me impensabili.
Sei una persona molto positiva oggi. Ma quanto questa dote influenza la tua socialità?
Non penso sia una dote ma il frutto di allenamento, vorrei sottolineare. E poi non penso che influenzi la socialità, penso di poter capire meglio quando sono in pubblico, vero, e ho una consapevolezza che quello che voglio imparare posso impararlo quando voglio. Mi facilita nell’apprendimento delle lingue o delle informazioni che voglio trattenere. È come uno sport.
Tu stesso sei un triatleta, hai terminato diversi Iron Man, ultra maratone in montagna di 330 chilometri e gare in bici di oltre 600 chilometri come Ironbike. La mente aiuta il corpo?
A me sorprendono gli atleti ma so che dietro c’è metodo e allenamento. Fanno cose non comuni ma so cosa c’è dietro. Sono un atleta anche io, mens sana in corpore sano è un concetto che adoro. Mente e corpo lavorano assieme, quando ti svegli e ti metti subito a lavoro non hai lo stesso risultato di chi si sveglia e attiva il corpo. Se una mente è lucida, dinamica e attiva ti fa lavorare meglio e anche il corpo ne è giovato. È una sinergia perfetta. Lo sport è fondato anche sulla memoria, la conoscenza a perfezione del percorso in alcune performance è cruciale. Se conosci i punti critici è un aiuto fondamentale. L’altro aspetto è quello di lucidità, focus, gestione dell’emotività, reazione all’imprevisto. Ci sono fasi concitate in cui la psiche e l’emotività è tutto.
E l’alimentazione?
Quando capitano convegni o corsi in azienda, dico sempre che anche il cibo è fondamentale. La combinazione degli alimenti, la digestione che succhia energia, la qualità del sonno, sono tutti aspetti di un modo di vivere a cui dobbiamo far attenzione. Io per esempio dormo molto poco, ma bene. Ci sono delle applicazioni che rivelano la qualità del sonno, lo dico nel mio libro, è una cosa ancora sconosciuta da noi. Siamo penalizzati dal cattivo sonno, diventa tutto più lento se non si riposa bene. È bello svegliarsi da soli in modo spontaneo.
Quanto dormi?
Dormo 6 ore a notte, assecondo il mio corpo e suggerisco di dormire per multipli di 1 ora e mezza. Le fasi che attraversa la mente sono fondamentali, perché conoscendole ti rendi conto che non è una questione di quantità.
Incuriosisce questa potenzialità di riuscire a sapere tutto e tenere tutto sotto controllo. Ma gli imprevisti fanno bene alla vita, o no?
La mia è un’abilità che deriva dall’allenamento. Ma la curiosità e la sorpresa del nuovo è bella. Se mi chiedessero un corso per lavoratori di settori che non ho mai incontrato, penso ai programmatori informatici, magari le domande che mi verrebbero poste sarebbero diverse e inaspettate. Le novità vanno gestite in corso d’opera, la vita è così, mi piace, anche io vado all’avventura ma è normale. Ci sono alcuni accorgimenti che aiutano a essere efficienti, pianifico anche il tempo libero perché non voglio sprecarlo. Mi dà felicità. Detto questo anche io ho un ritmo sostenibile e cerco di non sovraccaricarmi. La gestione ti permette di fare tante cose e questo mi piace.
Ci dici un tuo consiglio ricorrente?
Fate le cose che vi piace fare, col tempo che risparmiate grazie alle tecniche di apprendimento. Anche i manager mi fanno sapere che con la memorizzazione più efficiente riescono ad organizzare meglio il tempo e non vivono più la loro agenda come un incubo.
Come segui i tuoi studenti?
Periodicamente mandiamo delle email automatiche che stimolano la comunicazione e poi scriviamo, io e il mio team, ad hoc per ognuno per suggerire e seguirli. Siamo pieni di storie di persone sollevate, che si riappropriano dei propri hobby e della loro qualità di vita.
Sei presidente di un consiglio italiano della memoria, giusto?
L’ente che organizza i campionati mondiali di memoria ha degli ambasciatori e io rappresento l’Italia. Si chiama World Memory Sport Council. Da cinque anni organizzo i campionati italiani e mi occupo della divulgazione di queste discipline. In tanti Paesi c’è cultura su questo, l’apprendimento è una disciplina che arriva anche nei programmi tv e sono sicuro che una richiesta in Italia per questo tipo di divulgazione partirà dal basso. Sono tecniche che possono essere insegnate a scuola. Io stesso ho preso delle opportunità per parlarne in tv e alcuni allievi hanno gareggiato in trasmissioni. Come il vincitore di 11 anni qualche tempo fa a Superbrain, era un mio allievo.