Facile storcere il naso quando si tratta di mete insolite per i viaggi. Per il cibo poi, i puristi o i tradizionalisti sono sicuramente pronti a eccepire. Invece Lima, capitale del Perù, 10 milioni di abitanti, è da qualche tempo al centro della rinascita culinaria più eccellente dell’intero mondo. Sintetizziamo il perché si è verificato questo processo inaspettato, partito da inizio anni 2000 e che oggi sta dando i frutti. Ponendo una città caotica e non esattamente “tranquilla” al top delle classifiche mondiali per la cucina.
1 – L’edizione 2017 della lista San Pellegrino posiziona due ristoranti della città nella top 10 del mondo: Central al quinto, Maido all’ottavo posto. E le location top qui non si pagano eccessivamente, il che ha un suo peso nella scelta che le guide internazionali fanno, a discapito delle classiche Parigi e New York.
2- L’ecosistema peruviano è altamente misto, come la gente che popola questo Paese. Ci sono microclimi andini e marittimi, l’Amazzonia è vicina e la montagna offre frutti indimenticabili. Tutto questo nei piatti rende la cucina una gioiosa festa per tutti i gusti. In più, l’immigrazione costante di africani e asiatici ha composto un quadro davvero vasto ed eterogeneo. Se c’è una patria della fusion, Lima è questa.
3 – Le particolarità sono tante. Ve ne diciamo due. Il porcellino d’India qui fa parte della tradizione culinaria e non c’è occidentale karma che tenga. Lo mangiano i locali, gli stranieri hanno iniziato ad apprezzare la sua carne tenera e piena di proteine con pochi grassi. Del resto, qualcuno ci guarda male all’estero per il nostro consumo di conigli. E poi c’è il nuovo super-food, la bacca Cuma Cuma. Qui si usa ovunque, e contiene più vitamina C di qualsiasi altro prodotto conosciuto.