Al suo fianco ha sempre personaggi famosi che si divertono ma gli chiedono anche le scorciatoie più efficaci (per la mente) per avere successo. Luca Volpe è stato definito il “Rembrandt del Mentalismo” ed è considerato uno dei più innovativi mentalisti al giorno d’oggi in Italia, non solo per il suo originale modo di fare spettacolo ma anche per proporre al pubblico esperimenti di mentalismo mai visti prima d’ora.
Il mentalismo è propriamente una forma di illusionismo che impiega tecniche di comunicazione non verbale e sviluppate abilità intuitive per dar l’idea di leggere la mente altrui. Immaginate che mare sconfinato è il campo d’azione di tali abilità: dal colloquio di lavoro allo spettacolo, tutti potrebbero beneficiarne.
Con l’intento di mettere sempre la persona al centro del proprio agire, per Luca la passione per la mente è divulgata con la naturale abilità nel far divertire ed emozionare il pubblico che solitamente accorre ai suoi spettacoli, convention aziendali ed eventi di prestigio. Spesso chiamato a esibirsi nei programmi televisivi più popolari, negli ultimi anni ha presentato il suo show per più di un milione di spettatori in tutto il mondo calcando le scene di teatri internazionali e navi da crociera tra le quali Royal Caribbean International, Celebrity Cruises, Princess Cruises, Holland America e tante altre. Socio del prestigioso Magic Circle di Londra con il titolo di Associate of the Inner Magic Circle con Silver Star, titolo che ha ricevuto per il suo contributo al mentalismo mondiale.
Luca, in cosa sei specializzato?
Sono un mentalista motivazionale esperto in “Personal Success Life Coach”. Durante il mio spettacolo racconto il potere delle decisioni, l’utilizzo della visualizzazione positiva, la responsabilità delle scelte. Illustro gli step pratici per pianificare gli obiettivi, come sviluppare capacità comunicative e linguaggio del corpo, la persuasione. Ci sono anche dei momenti più tecnici con concetti pratici sul team work, time management e su come essere più produttivi. Porto anche lo spettatore a definire il successo, che è l’obiettivo più sentito.
La tua è un’arte?
Sono il primo mentalista italiano che ha ricevuto due volte il Merlin Award, l’Oscar del mentalismo che si attribuisce agli artisti che si mettono in evidenza con questa disciplina, quindi credo che sia vero, è un’arte. Si mescola a magia e illusionismo. Spero di dare anche un contributo importante alla disciplina, perché con i libri che scrivo svelo delle mie tecniche di conoscenza della mente che sono considerate solo appannaggio degli addetti ai lavori.
Cosa scrivi nei tuoi libri?
Sono la partenza di quello che faccio nella vita. Ce ne sono 22 scritti intenzionalmente per gli addetti ai lavori, e se hanno venduto in totale 15mila copie, significa che il mio contributo è stato apprezzato. Ne “I consigli della Volpe” invece spiego le tecniche per usare la mente in modo produttivo, con esercizi motivazionali e di meditazione. C’è anche spazio per il look e la cura dell’estetica, grazie alla presenza della mia amica Mary Parpinel, che è lookologa e cura set dei fashion film.
Da qui si arriva anche alle tecniche di vendita, che sono il centro del tuo ultimo libro.
L’ultimo libro è Maghi della vendita ed è legato a un workshop che faccio per le aziende, dove insegno comunicazione e persuasione di vendita. La cosa interessante è che non è solo adatto per venditori ma per chiunque voglia comunicare meglio. Nella vita è bene quanto importante saper convincere. SI parte dalle tonalità giuste per conversare, segreti su come rispondere alle obiezioni, sia dal vivo sia al telefono, come avere pieno controllo e illustro le tecniche verbali e non verbali per creare rapporto, assieme all’analisi delle parole e frasi persuasive più incisive. Tutti oggi vogliamo generare attenzione e riuscirci, sia con un’email persuasiva perfetta che con la riuscita di una vendita online, è di interesse comune.
C’è ancora diffidenza nei confronti di alcuni aspetti della tua professione?
Forse più anni fa, con l’avvento dei film c’è stata una distorsione. Ma oggi le persone sanno che la disciplina è il miscuglio di intuito, sviluppo di sensibilità e tecnica. Io stesso ho due master in PNL, programmazione neuro linguistica che è la base della comunicazione. Non c’è nulla di traumatico se in sala riesco a capire chi ha la pallina che cerco, tanto poi spiego le tecniche da adottare per riuscire in questo intento che poi è traslabile nella vita di tutti i giorni. Capire chi dice bugie o verità è sempre una dote ammirata.
Un mentalista si riposa mai?
A volte lavoro quando non voglio lavorare abbasso la guardia ma è inevitabile mettere in cantiere delle tecniche acquisite anche se non ci penso, anche nei momenti di svago. Se sto con gli amici e voglio far colpo su un gruppo di persone, spesso ricorro a quelle tecniche che insegno. A volte resto anche deluso, quando scopro che persone care sotto sotto possono avere scopi diversi da quelli manifesti.
Pensi che il mentalismo sia per tutti?
Siamo tutti mentalisti, dobbiamo ascoltare il nostro subconscio. Per capire gli altri devi ascoltare te stesso, è vero. Ho fatto il primo spettaoclo a 12 anni, ora ne ho 45 e posso dire che ci sono tante persone con la doppia faccia, ma a volte è un aspetto accettato della nostra società.
Di famosi quanti ne hai “analizzati”?
Ma l’artista è così, dopotutto è anche nel suo personaggio il dover apparire in un certo modo per il pubblico. Detto questo ci sono delle persone molto umane e disponibili, come Amadeus e Beppe Convertini che percepisco come umili e serene, forse perché loro hanno fatto la gavetta. Tutti quelli che diventano popolari all’improvviso, e generalmente da giovani, a volte hanno degli atteggiamenti dubbi.
Per gli altri comuni mortali: come ci si prepara ad affrontare la giornata puntando al potere della mente?
Posso darti un rituale mattutino da condividere con i lettori di The Way Magazine. Gli americani dicono: if you in the morning, you win the day. Spesso ci svegliamo nervosi e abbiamo molte cose da fare ma dobbiamo entrare in sintonia con noi stessi. Possiamo dedicare a noi del tempo prima di partire, anche per 50 minuti, anche se all’inizio io partirei con routine di 15 minuti, visto che è scientificamente provato che se si fa qualcosa per 60 giorni, questa attività diventa un’abitudine che non ci pesa.
Quindi, cosa consigli di fare appena svegli?
Alzarsi e fare movimento per sviluppare serotonina, che regola il tono dell’umore. Per movimento intendo anche il giro attorno al palazzo. Fare meditazione successivamente è un buon passo, come la meditazione motivazionale che aiuta a condizionare il cervello a quello che devi fare. Se visualizzi in positivo un esame o un appuntamento di lavoro, il cervello arriva a quel momento predisposto bene e si condiziona come se quella cosa fosse già avvenuta. Così tu vai all’appuntamento con uno stato mentale diverso. E poi dedicarsi a un po’ di journaling: scrivere gli obiettivi, cosa si vuole realizzare, se si pianifica e lo si scrive, è meglio.
Cosa fai tu?
Io personalmente faccio yoga, colazione, scrittura, in modo da affrontare la giornata piena a seguire. Se faccio mental couching a personaggi famosi, loro vogliono che io li aiuti a realizzare obiettivi. Quindi è meglio arrivarci con i propri ben definiti.