Se vi siete mai chiesti come sembra l’Italia dall’alto, nel contesto delle manifestazioni e momenti più importanti della vita pubblica, non potete perdervi le foto di Massimo Sestini. Il fotoreporter è protagonista di un libro e di una mostra a Roma dal titolo “L’aria del tempo”, che rimandano proprio a un documento che diventa storico quando ha aderenza con la realtà e rappresenta un momento della vita del nostro paese di cui varrà la pena ricordarsi.
Curata da Alessandra Mauro, la mostra di Massimo Sestini “L’aria del tempo” presso il WEGIL a Roma è promossa dalla Regione Lazio e organizzata da Contrasto in collaborazione con LAZIOcrea, e resterà aperta fino al 10 marzo 2019.
Come fotogiornalista tra i più importanti e apprezzati del nostro paese, in grado di realizzare sensazionali scoop da prima pagina, Massimo Sestini ha fotografato l’Italia in modo inusuale e accattivante. Dall’alto. In mostra a Roma ci sono circa 40 fotografie di grande e medio formato, un itinerario alla scoperta del nostro paese. Fatti di cronaca, bellezze naturali, drammi, avvenimenti politici, tragedie e momenti di svago: è riuscito a raccontare tutto con la sua macchina fotografica e tutto con un punto di vista nuovo e diverso.
Le immagini in mostra, alcune di grande formato, permettono di vivere e di sentire le visioni aeree ed eteree dei luoghi che l’autore ci propone. Sempre alla ricerca della “foto diversa”, nel corso degli anni Sestini ha perfezionato il suo metodo fino alla ripresa perpendicolare che gli permette di ottenere un impatto dimensionale amplificato. Con la visione zenitale il fotografo gioca nel capovolgere le nostre percezioni visive, fa navigare la Concordia spiaggiata, ribalta cielo e terra inseguendo un Eurofighter, osa nelle proiezioni delle ombre animate.
Dall’alto di un elicottero o di un aereo, attraverso la visione completa di un fatto di cronaca (il barcone dei migranti fotografato dal cielo: un’immagine che ha fatto storia e ha vinto numerosi premi come il prestigioso World Press Photo, o ancora l’affondamento della Costa Concordia all’isola del Giglio), di una consuetudine (il ferragosto sulla spiaggia di Ostia), di un dramma naturale (il terremoto del Centro-Italia), di avvenimenti storici e culturali (dalla strage di Capaci al funerale del Papa), nelle immagini di Sestini l’Italia svela in un modo unico le sue bellezze, le sue fragilità, la sua grandiosa complessità.
L’introduzione del libro dallo stesso titolo che esce per ContrastoBooks, è a cura di Gianluca Tenti che dice: “Cronaca, stragi, sogno, sfida. Nel suo archivio della memoria visiva c’è l’alba del creato, l’intersezione della perpendicolare all’orizzonte passante per l’osservatore con l’emisfero celeste invisibile – che poi sarebbe il Nadir – e il suo opposto, con l’apertura zenitale che è essenza stessa di questo volume. Può piacere o apparire omologa alla messe straripante d’immagini dell’odierna società. Ma è un dato di fatto, un assunto, che quella e solo quella può essere la fotografia di Massimo Sestini”
Nato a Prato nel 1963, Massimo Sestini è considerato tra i migliori fotoreporter italiani. I primi scoop arrivano a metà anni Ottanta, da Licio Gelli ripreso a Ginevra mentre è portato in carcere, all’attentato al Rapido 904 nella galleria di San Benedetto Val di Sambro. Sarà il solo a riprendere il primo, clamoroso, bikini di Lady D; ma sarà anche testimone della tragedia della Moby Prince, e autore delle foto dall’alto degli attentati a Falcone e a Borsellino. Nel 2014 è testimone delle operazioni di salvataggio “Mare Nostrum”, al largo delle coste libiche. Dopo dodici giorni di tempesta, riesce a riprendere dall’elicottero un barcone di migranti tratto in salvo. La foto vince il WPP nel 2015, nella sezione General News.
Mostra a Roma presso WEGIL Largo Ascianghi, 5 fino al 10 marzo.