Ci aveva provato con la National Gallery a Londra ma poi, 20 anni fa, tornò a Berlino. Heinz Berggruen è stato uno dei maggiori mercanti d’arte del Novecento (1914-2007), secolo di cui la sua straordinaria collezione di pezzi unici è la spina dorsale.
A un certo punto della sua vita, scelta di cui si pentì, iniziò a sentire il bisogno di donare le sue opere per la visione al pubblico. Lo fece a Londra e poi in maniera definitiva, vendendo i pezzi grossi alla città di Berlino.
Però la turbolenta vita dell’ex giornalista tedesco scappato dal regime nazista ha segnato anche la sua collezione. Che ora la collana StorieSkira celebra col volume Heinz Berggruen Ricordi di un mercante d’arte (trad, Enrico Arosio) possiamo ripercorrere la traiettoria di questo grande collezionista amico degli artisti.
A causa delle sue origini ebraiche emigra prima in California e poi a Parigi dove, nel 1947, fonda la Galerie Berggruen. La parte più vicina a noi della sua vita è anche quella della riconciliazione con le sue origini. Nel 1996 torna a Berlino con la sua magnifica collezione di opere d’arte, poi divenuta il Museum Berggruen.
In precedenza Berggruen aveva donato al Metropolitan Museum di 90 opere su carta di Paul Klee, artista tedesco nato in Svizzera, tra i suoi preferiti. Nelle memorie che sono svelate ora si rammaricava perché sarebbe stato un gesto poco riconosciuto e perso nel mare magnum di pezzi del grande museo americano.
Per il museo che porta il suo nome a Berlino sono stati raccolti alla Nuova Galleria Nazionale della capitale i lavori dell’avanguardia che il regime di Hitler aveva allontanato: Pablo Picasso, Paul Klee, Henri Matisse e Alberto Giacometti.
In un complesso neoclassico completato dall’architetto Friedrich August Stüler nel 1859, caratterizzato da un’enorme cupola, la collezione è ammirabile in un percorso cronologico che ora abbraccia anche l’edificio accanto. Si tratta dello Spandauer Damm ristrutturata dagli architetti di Kuehn Malvezzi, aperto dal 2013.
In vita, oltre alla cura della sua galleria di Parigi, Heinz Berggruen si era dilettato con la professione di giornalismo e aveva tenuto dei diari con brevi racconti autobiografici, arricchiti da aneddoti vivaci e spiritosi, dove fa entrare il lettore in empatia con i suoi amici artisti, a cominciare da Pablo Picasso, cui lo ha legato un lungo rapporto personale; poi Henri Matisse, Alberto Giacometti, Joan Miró. Ma anche con i colleghi mercanti, con i clienti illustri e a volte capricciosi, con personalità speciali come Frida Kahlo, Gertrude Stein, Gianni Agnelli.