In occasione dell’ultima Mostra del cinema di Venezia lo scorso settembre, John Landis ha presentato fuori concorso “Michael Jackson’s Thriller 3D”, un cortometraggio che mostra una delle scene di ballo più amate di tutti i tempi.
Michael in Thriller è all’apice del suo successo e ci regala una “storia” che è diventata un’icona nel panorama musicale. Da grafologa ho analizzato la sua scrittura e devo sottolineare che, come il suo viso ha subito trasformazioni incredibili, così la sua grafia ha registrato vari mutamenti. Cercherò in breve di disegnare un profilo grafologico che sia il più vicino possibile all’animo privato e fragile di Michael.
Chi è Michael Jackson?
Nasce nel 1958 negli Usa. Il padre intuendo la predisposizione alla musica del figlio e dei suoi fratelli crea un gruppo musicale che in poco tempo riuscirà a conquistare premi molto importanti. Nel 1978 Michael intraprende la carriera da solista e da lì inizia la sua scalata nel mondo discografico diventando quello che tutti noi conosciamo: un Mito!
Certamente non si possono omettere i suoi comportamenti stravaganti tra i quali ricordiamo i molteplici interventi di chirurgia plastica, i suoi look “spaziali”, le sue manie di grandezza come la splendida tenuta di Neverland nella zona di Santa Barbara (California) acquistata nel 1988 per creare un posto dedicato ai bambini, ispirato alla favola di Peter Pan.
Lo scandalo “mediatico”:
L’amore di Michael Jackson per i bambini è emerso nelle sue canzoni e nei suoi concerti ma proprio questo aspetto ha generato molti sospetti fino a portarlo ad una denuncia di pedofilia che lo vedrà come imputato in un processo mediatico che avrà un terribile impatto sulla sua anima fragile. Fu poi riconosciuto “non colpevole”. Si allontanò comunque dalle scene musicali e morì a 51 anni il 25.06.09.
Essere accusato di molestie sui minori causò un enorme danno alla sua immagine pubblica ma soprattutto lo demolì nel profondo. Michael non ha potuto vivere la sua infanzia condizionata dal padre-manager Joseph che gli tolse la possibilità di essere “bambino” e lo catapultò nel mondo degli adulti e della discografia. Forse nella sua vita Michael potrebbe aver tentato di ritrovare quella spensieratezza ricreando una sorta di parco giochi nella sua casa e circondandosi di atmosfere festose ma sono solo ipotesi…vediamo di verificarle con la scrittura e i disegni!
Partirei dal disegno che lui ha fatto raffigurante un bambino nell’angolo e inserito in un suo cd:
In questa foto si evidenzia la posizione nello spazio del bambino che esprime timore e desiderio di protezione. La prima parola “before” è scritta in corsivo e tutto il resto è in stampatello. Lo stampatello è uno stile che viene definito “maschera” perché da un lato è chiaro e fa arrivare il messaggio al destinatario; dall’altro potrebbe nascondere l’intento di non mostrarci veramente per ciò che siamo e per restituire agli altri ciò che si aspettano da noi. Facendo così, però, nascondiamo le nostre vere caratteristiche. Il testo è eloquente:” Prima di giudicarmi, cerca fortemente di amarmi, guarda dentro al tuo cuore e poi domandati, hai visto la mia infanzia? Michael ha sempre sostenuto che questa sua canzone fosse la più rappresentativa della sua produzione e si intitola: ”Childhood”.
La scrittura di Michael presenta numerose contraddizioni: da un lato manifesta un desiderio di protagonismo con un sentimento di sé importante, un bisogno di espansione con una tendenza al soggettivismo (spazio riempito al centro del foglio, scrittura grande e prolungamenti tendenzialmente gonfi in zona inferiore). Questi aspetti contrastano con un senso di sé non sempre stabile unito ad una vulnerabilità emotiva (zona media disuguale, buchi, lettere sospese, pressione disuguale e infangamenti nel tratto). Nella parte finale il testo gradualmente lascia l’impostazione centrale per andare verso i margini con uno spazio disuguale tra le parole e con una direzione delle ultime due righe che diventa leggermente concava. Tutto ciò potrebbe indicare una difficoltà a trovare una propria collocazione, un porto sicuro dove potersi ancorare con una difficoltà a gestire gli aspetti emotivi (ansia e sentimenti di scoraggiamento).
C’è poi l’aspetto ludico e puerile che connota la sua scrittura (lettere scritte in modo elementare, occhielli gonfi, tratto pastoso che evidenziano una natura aperta e socievole), ghirlande che predispongono la pop star al contatto con l’altro. Permangono tuttavia anche momenti di chiusura e ritrosia nei confronti dell’esterno con un’esigenza di protezione (finali brevi, presenza di arcate, firma piccola, lettere “i” sospese e piccole). Potrebbe esserci anche una certa difesa, un indice di riservatezza verso una parte di sé che fatica ad accettare. La vulnerabilità emotiva potrebbe emergere dal rigo discendente, dalle tegole, dai contrasti poco armonici. Inoltre è presente un generale disordine a livello delle righe, con intrichi (le aste inferiori di un rigo si incrociano con le aste superiori del rigo seguente) e disuguaglianze evidenti nella dimensione e negli spazi disuguali che vengono lasciati tra le parole. Tutto ciò avvalora la tesi di un’emotività forte in contrasto con la sua immagine pubblica.
La scrittura di Michael è movimentata: mobilità del tracciato, vivacità immaginativa, desiderio di farsi notare, attività ed entusiasmo. Il cantante ha convogliato la sua esuberanza nell’identità di personaggio pubblico, dove appare più sicuro di quanto effettivamente non fosse in realtà.
Michael Jackson è istintivo, creativo e nella sua scrittura si può ritrovare il segno (questa volta morettiano) della “scattante”: indice di memoria associativa, sensibilità musicale che segnala una predisposizione all’interpretazione e alla creazione artistica.
Gli stati di vulnerabilità emotiva lo hanno reso sempre più fragile ma sempre più forte è stata l’esigenza di avere punti di riferimento. Non ha mai dimenticato gli altri e chi era in difficoltà (molti testi sono a supporto delle minoranze e dei più deboli). Aiutare gli altri era forse un modo per aiutare anche se stesso.
Firma di Michael Jackson
“Stare sul palcoscenico è un qualcosa di magico. Non esiste niente di simile. Senti l’energia di tutti quelli che si trovano di fronte a te. La senti in tutto il tuo essere! Esci sul palco ed è come se il tuo spirito si impadronisce di te e perdi il controllo del tuo corpo. In quei momenti io mi sento più protetto che in qualsiasi altro luogo del mondo”. (M.J.)
Dal punto di vista degli archetipi (argomento al quale tengo molto) per certi aspetti Michael mi ricorda Ermes: messaggero degli Dei e Dio della comunicazione. Jean Bolen nel suo libro: “Gli dei dentro l’uomo” paragona Ermes ad un moderno Peter Pan, ad un soggetto adulto che ha dentro l’entusiasmo del bambino…e che forse non vuole crescere. Le parole chiave di Ermes sono: il movimento, la creatività, l’incoscienza e l’inventiva…caratteristiche che ritroviamo nell’uomo Michael. Si può rintracciare anche la presenza di Ade, Dio degli inferi dalla natura più solitaria e molto emotiva. Se Ade e Ermes “dialogano” l’individuo riesce a portare in superficie quel mondo profondo fatto di emozioni e sentimenti un po’ repressi e che possono dar vita ad attività nel campo delle arti figurative, della musica, della letteratura, etc.
Per approfondimenti, per chi volesse davvero addentrarsi nelle sfumature dei mille volti di Michael, consiglio il libro di una psicologa che si occupa di perizie in ambito forense e che ha scritto un testo bellissimo corredato da tante immagini della grafia di Michael per ripercorrere dal punto di vista grafologico la sua esperienza di vita e minuziosamente affronta anche il tema del testamento del cantante e i numerosi scritti che ha lasciato. Io ho trovato molti spunti interessanti che mi hanno portato a scrivere questo articolo. Il titolo è “Michael Jackson Mille volti Mille firme” della Dott.ssa Marisa Aloia.
Mi piace l’idea di congedarmi da Michael salutandolo col suo “moonwalk” e io lo immagino così..che esprime nella sua danza la passione per la vita. A questo ricordo sono legati tanti momenti gioiosi anche della mia vita. Sono quindi felice di questo omaggio “grafologico” per un mio idolo.
…arrivederci alla prossima “grafo-storia” e al suo personaggio…ho già in mente chi sarà