Non è un attacco al progresso ma per il suo ritorno a Pistoia, Michelangelo Pistoletto con il Terzo Paradiso invita tutti a riflettere. “Il primo Paradiso – ha detto il grande artista protagonista di un evento nella città della Cultura per il 2017 – è quello dell’integrazione nella natura, il secondo Paradiso è quello che si è venuto a creare uscendo pian piano dalla natura, la scienza che preoccupa. Il Terzo Paradiso in cui natura e artificio riescono a connettersi e produrre una situazione nuova deve arrivare”.
A 24 anni da quando Pistoletto scelse la città per presentare il Manifesto di Progetto Arte, la visita del maestro è di grande valore simbolico per raccontare che le utopie e i sogni.
Michelangelo Pistoletto ha presentato in anteprima Ominiteismo e Demopraxia, un Manifesto politico, come recita la fascetta intorno al volume, che uscirà in libreria per Chiarelettere il 5 di ottobre. Uno scritto che invita ciascuno di noi a mettere in pratica la democrazia, a esercitarla in ogni piega del nostro quotidiano. E a mettere al primo posto, nel nostro vocabolario intimo, la parola responsabilità.
Il Terzo Paradiso, simbolo del pensiero pistolettiano, accoglie il pubblico, nella medesima sala che ospita l’Arazzo Millefiori, opera medievale dall’ordito in seta e lana, popolata da animali selvatici e da una grande quantità di fiori. Un rimando all’hortus conclusus. Il richiamo all’arte povera che il maestro ha consegnato alla storia dei movimenti del Novecento c’è. L’Arazzo, come il Terzo Paradiso, racconta trame di vita. Il tessuto umano. Ed è di fattura artigianale, come il Terzo Paradiso Pistoiese. Un’opera collettiva fatta di riuso, realizzata dalle donne della cooperativa sociale Manusa, che hanno tagliato, aggiustato e ricomposto i panni usati.
Dalla presentazione a Palazzo del Vescovi l’opera è stata portata nella Galleria Vannucci per la mostra “PISTOIA 30 SETTEMBRE 2017- MICHELANGELO PISTOLETTO PRESENTE” che resterà visibile fino al 13 novembre.