L’incontro con il Premio Oscar Giuseppe Tornatore alla Festa del Cinema di Roma, si è trasformato in una vera lezione sulla settima arte.
Specificamente, il premiatissimo regista siciliano ha parlato del genere ‘noir’. Un ambito cinematografico considerato a sé, particolare e differente dal genere ‘giallo’. Un genere che non è mai stato sfruttato in tutto e per tutto dai nostri registi, a parte qualche eccezione.
‘La fiamma del peccato’, ‘La donna del ritratto’, ‘Lo specchio scuro’, ‘Ho ucciso’, ‘Le catene della colpa’, ‘Detour’, ‘Il Buco’, ‘Il delitto perfetto’ sono le otto pellicole noir selezionate per l’occasione dal regista italiano, le quali sono state dirette da Fritz Lang, Billy Wilder ed Alfred Hitchcock, almeno per citarne qualcuno. Otto pellicole che “non fanno parte di nessuna classifica personale”.
“Se dovessi scegliere tra il noir di Billy Wilder e quello di Fritz Lang francamente andrei in crisi. Billy Wilder sa fare tutto, ma Fritz Lang è più portato per questa tipologia di racconti” afferma Tornatore, in merito ad una possibile scelta definitiva fra le sue preferenze personali. Ma il premio Oscar va oltre specificando che “il senso e le idee dei soggetti sono sempre quasi simili. Ciò che muta, invece, è l’applicazione, la narrazione. Ed ogni autore, scrittore e regista racconta a modo proprio”.
L’elemento essenziale, però, che emerge durante la serata è quello letterario. Infatti, il noir oltre a essere un genere cinematografico è, in origine, un genere letterario di successo. Molti sono stati gli scrittori che si sono cimentati in queste tipologie di storie, tra cui Raymond Chandler.
Giuseppe Tornatore poi indugia sulla differenza tra il genere noir ed il genere giallo. “Il noir è più bello del giallo che comincia sempre dopo un delitto. Il noir invece ti racconta di come sono andate le cose mentre stanno per avvenire”.
Ma la scena definitiva di un noir quale sarebbe per lui? “Alfred Hitchcock: il film è Il delitto perfetto, e la scena quella finale che per me rappresenta tutto Hitchock in pochi minuti l’ho vista all’infinito”
Testo e foto a cura del nostro inviato alla Festa del Cinema di Roma, Vincenzo Pepe.