Puntuali, come ogni anno, i Golden Globes aprono il periodo delle premiazioni nel mondo del cinema.
La cerimonia, ritenuta dai media l’antipasto degli Oscar di febbraio, tenutasi presso il Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills in California è stata presentata per la prima volta dal comico e presentare televisivo statunitense Jimmy Fallon (il cui late night show è trasmesso anche in Italia da Fox canale 112 di Sky) affiancato dalle tre bellissime figlie di Sylvester Stallone come Miss Golden Globe: Sophia Stallone, Sistine Stallone, Scarlett Stallone.
Durante una cena di gala, preparata dallo chef italiano Alberico Nunziata e dal Pastry Chef Thomas Henzi, sono stati assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association i premi ai migliori film e ai programmi televisivi della stagione.
Il menù della serata proponeva cibo di prima scelta, filet mignon con parmigiano e risotto ai funghi, arrosto di spigola cilena con purea di sedano, insalata di barbabietole arrostite, ravanello, rucola e formaggio di capra sbriciolato con pompelmo e pistacchi.
Per il suo settimo anno consecutivo il pastry chef Henzi ha preparato il dessert. Quest’anno ha proposto un trio composto da una torta napoletana con mandorle e mascarpone, profiteroles ripieni di crema all’amaretto e vaniglia e del croccante al gianduia.
Tra i vincitori è spiccata la pellicola La La Land, del regista Damien Chazelle, che si aggiudica ben 7 Golden Globes come miglior film commedia o musicale, miglior regia, migliore attrice e attore in un film commedia o musicale grazie alle parti interpretate da Emma Stone e Ryan Gosling, migliore sceneggiatura, migliore colonna sonora originale grazie a Justin Hurwitz, compositore di City Of Stars, vincitrice del premio come migliore canzone originale.
Altri tre premi sono andati nelle mani del cast di The Night Manager, Miglior attore in una mini-serie o film per la televisione a Tom Hiddleston, migliore attrice non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione a Olivia Colman e Hugh Laurie si aggiudica il globo come miglior attore non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione.
La produzione Netflix basata sulla vita della regina Elisabetta II si aggiudica i premi come miglior serie drammatica e come miglior attrice in una serie drammatica a Claire Foy che interpreta la protagonista.
Atlanta, serie Tv incentrata sulla ascesa nella scena del rap di due cugine (che sarà trasmessa dal 19 gennaio su Sky, ndr) viene premiata come miglior serie commedia o musicale e come miglior attore in una serie commedia o musicale trionfa Donald Glover.
La mini serie nata come spin-off di America Horror Story la cui prima stagione è intitolata The People v. O. J. Simpson: American Crime Story si impone come miglior miniserie o film per la televisione, mentre Sarah Paulson vince il premio come miglior attrice in una mini-serie o film per la televisione.
Elle (regia di Paul Verhoeven – Francia), si aggiudica il premio come miglior film straniero e l’attrice Isabelle Huppert come migliore attrice in un film drammatico.
Gli altri premi vanno Moonlight (regia di Barry Jenkins) come miglior film drammatico, Casey Affleck con la parte in Manchester by the Sea vince il Globe come migliore attore in un film drammatico.
Il Golden Globe come miglior attore in una serie drammatica lo vince Billy Bob Thornton in Goliath e Tracee Ellis Ross in Black-ish vince come miglior attrice in una serie commedia o musicale,
Come miglior film d’animazione vince la pellicola Zootropolis, regia di Byron Howard e Rich Moore.
Viola Davis con la parte in Barriere vince come migliore attrice non protagonista, migliore attore non protagonista è invece Aaron Taylor-Johnson in Animali notturni.
Non sono mancate durante la serata anche frecciatine irriverenti sulla situazione politica e sociale che gli stati uniti stanno vivendo dopo l’elezione di Donald Trump come Presidente.
La più irriverente è stata sicuramente Meryl Streep durante il discorso di ringraziamento per il Golden Globe alla carriera: “Vi amo tutti, ma dovete perdonarmi se ho perso la voce urlando e lamentandomi questa settimana e ho perso la testa un po’ di tempo prima per cui dovrò leggere. Grazie Hollywood Foreign Press, giusto per sottolineare quello che ha già detto Hugh Laurie, voi e tutti noi apparteniamo alla categoria più diffamata in America. Pensateci: Hollywood, foreigners (stranieri), press (stampa). Chi siamo noi e cos’è Hollywood? Tante persone provenienti da posti diversi. Io sono nata, cresciuta e sono stata educata nella scuola pubblica del New Jersey, Sara Palz è nata in Florida, cresciuta da una madre single a Brooklyn, Sarah Jessica Parker era una di sette/otto figli in Ohio, Amy Adams è nata a Vicenza, Veneto, in Italia e Natalie Portman è nata a Gerusalemme. E la bella Ruth Negga è nata in Etiopia e cresciuta in Irlanda ed è stata chiamata a interpretare una ragazza della Virginia. Ryan Gosling come tutte le persone più gentili è canadese e Dev Patel è nato in Kenya, cresciuto a Londra e chiamato ad interpretare un ragazzo indiano, Quindi Hollywood è piena di outsider e stranieri, per cui se dovessero cacciarli via non avreste altro da guardare che non sia football o arti marziali. Il lavoro di un attore è entrare nella vita di persone diverse da noi e farvi vivere ciò che provano loro e ci sono state così tante performance quest’anno che hanno fatto proprio questo, ma ce n’è stata una in particolare che mi ha colpito, ma non in senso buono, ma ha raggiunto il suo scopo: far ridere il pubblico. È stato il momento in cui la persona chiamata a sedersi nel posto più rispettato del nostro Paese ha fatto l’imitazione di un reporter disabile, una persona che non poteva difendersi. Questo mi ha spezzato il cuore e non riesco a non pensarci perché non era in un film, ma era vita reale e questo istinto a umiliare, a bullizzare, quando viene da qualcuno potente sembra dare il permesso ad altre persone di fare lo stesso. Mancanza di rispetto porta mancanza di rispetto, la violenza genera altra violenza. Quando i potenti usano la propria posizione per mettere altri a disagio perdiamo tutti. Questo mi porta alla stampa: abbiamo bisogno che la stampa ci sia per ogni oltraggio, per questo i nostri fondatori istituirono la stampa e la sua libertà. Per questo chiedo alla Foreign Press di continuare ad andare avanti perché noi abbiamo bisogno di loro e loro di noi per salvaguardare la verità. Quando un giorno ero sul set e mi preoccupavo per la cena o per un’altra cosa del genere, Tommy Lee Jones mi disse: “Non è un privilegio essere un attore, Meryl?”. Sì, lo è e dobbiamo ricordarcelo. Dovremmo essere tutti consapevoli del privilegio di questo lavoro che stasera Hollywood premia. Come la mia amica, la mia cara amica, venuta a mancare, Principessa Leia una volta ha detto: “Prendi il tuo cuore spezzato e rendilo arte”.
La replica del presidente eletto non è tardata ad arrivare, e tramite le pagine online del New York Times dichiara: “Non mi sorprende, Streep è una Hillary-lover”.
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