Il Quartetto Cetra cantava “Quanta e quanta gente nella sala, c’e’ tutta Milano in gran soiree per ascoltar gli autori audaci e innovatori, ma torna sempre al palco della Scala”. Ecco proprio tra quei palchi si annidano delle storie incredibili e a volte indicibili. Ma la mostra che è stata svelata oggi (che parte domani) a Milano inq uello che probabilmente è il teatro più famoso del mondo, è tanto di più del glamour di un tempo che fu. La ricerca sui proprietari storici dei palchi scaligeri diventa una mostra a cura di Pier Luigi Pizzi: 180 anni di vita, musica e storia milanesi raccontati attraverso fasti e peripezie dei frequentatori del teatro, dall’8 novembre al Museo Teatrale alla Scala.
“Nei palchi della Scala – Storie milanesi” a cura di Pier Luigi Pizzi con la consulenza scientifica di Franco Pulcini. Ricca di contenuti storici (oltre al patrimonio dell’Archivio del Teatro e del Museo ci si avvale della collaborazione di altre prestigiose istituzioni culturali e archivi milanesi tra cui la Fondazione Ca’ Granda e l’Archivio Storico Ricordi) e di pregiati documenti iconografici, l’esposizione si sviluppa attraverso ritratti, fotografie, abiti e ricostruzioni di ambienti partendo dal Ridotto dei Palchi per proseguire sui due piani del Museo.
All’anteprima abbiamo intercettato il critico d’arte Philippe D’Averio e la senatrice Liliana Segre, nel giorno in cui è stata tristemente ufficializzata la scorta alla sopravvissuta all’olocausto.
Naturale prosecuzione della mostra “La magnifica fabbrica” a cura di Fulvio Irace e Pierluigi Panza dedicata allo sviluppo architettonico del Teatro da Giuseppe Piermarini all’intervento di Mario Botta, “Nei palchi della Scala” indaga gli aspetti sociali e anche umani del Teatro come centro della vita cittadina, spingendosi a raccontare fasti e curiosità dell’epoca successiva alla costituzione dell’Ente Autonomo fino agli anni ’60. Il percorso espositivo, ai cui testi ha collaborato Mattia Palma, sarà completato da un nuovo servizio fotografico di Giovanni Hänninen, che offre un’inedita vista frontale dei palchi, e da un documentario a cura di Francesca Molteni.
La mostra si inserisce in un progetto di ricerca che ha unito il Teatro alla Scala al Conservatorio G. Verdi di Milano e alla Biblioteca Nazionale Braidense nella realizzazione di uno studio su “I palchi e i palchettisti del Teatro alla Scala (1778-1920)”. La ricerca, coordinata per il Teatro da Franco Pulcini, è stata condotta da studenti e diplomati del Conservatorio selezionati mediante un bando per borse di ricerca, con il controllo scientifico di Pinuccia Carrer, Docente di Discipline musicologiche dell’Istituto, di Antonio Schilirò quale ideatore del progetto ed esperto esterno e di Massimo Gentili Tedeschi per la Biblioteca Braidense.
I risultati della ricerca sono stati raccolti in un database che traccia, palco per palco, la mappa di tutti i proprietari e degli ospiti del Teatro dal 1778 al 1920, anno dell’esproprio, e che costituisce il supporto scientifico del percorso espositivo. Qui si ripercorre la storia delle grandi famiglie milanesi, dai Trivulzio, ai Litta, ai Belgiojoso, ai Visconti, le cui vicende si intrecciano a quelle dei patrioti, come Luigi Porro Lambertenghi, Federico Confalonieri e Silvio Pellico, oltre ai grandi letterati da Stendhal a Foscolo, da Parini a Manzoni.
Il sito web che raccoglie tutti i materiali della ricerca sarà visibile all’interno della mostra dall’8 novembre e sarà online e consultabile dal pubblico dal 7 dicembre 2019.
PERCORSO –
Ridotto dei Palchi: immagini di mondanità e cultura
Nel Ridotto dei Palchi ‘Arturo Toscanini’ diciotto pannelli rievocheranno gli intellettuali, i grandi artisti, le personalità della politica nazionale e internazionale ospitati nei palchi della Scala dal dopoguerra a oggi: dal Presidente Luigi Einaudi a Rita Levi Montalcini, dalla Senatrice Liliana Segre a Eugenio Montale, da Maria Callas a Patrice Chéreau. Ogni sera il pubblico della Scala sa di accedere a un luogo in cui cultura e mondanità si sovrappongono senza escludersi.
Ingresso: Guido Visconti di Modrone
Il percorso della mostra inizia all’ingresso del Museo con un grande ritratto di Guido Visconti di Modrone, benefattore della Scala che nel 1898 riuscì a riaprire il Teatro dopo una chiusura durata più di un anno. Ma i Visconti sono anche tra i più significativi rappresentanti dei palchettisti, famiglie milanesi che per quasi centocinquant’anni hanno trasformato il Teatro in quel “gran salotto che concentra tutti i salotti di Milano”, diceva Stendhal.
Primo piano: palchi e società
Scorrendo le numerose riproduzioni dei ritratti dei palchettisti della Scala, sempre eseguiti da importanti artisti tra cui Francesco Hayez, si osserva il mutamento della società milanese e italiana nel corso dei decenni. Dagli anni dell’Illuminismo lombardo all’età napoleonica, dalla Restaurazione all’Unità d’Italia, si coglie il passaggio fondamentale della classe dirigente dall’aristocrazia alla grande borghesia industriale. Alcuni documenti dell’Archivio Ricordi riguardanti Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini testimoniano la consuetudine con cui i compositori frequentavano la Scala in alcuni passaggi della loro carriera.
Salendo al secondo piano del Museo si accede al percorso espositivo vero e proprio. Si comincia con una sezione storica (sale 2 e 3) che, oltre ad alcune riproduzioni di incisioni d’epoca, rievoca come le famiglie milanesi vivessero il teatro quotidianamente, con i palchi arredati quasi fossero un’estensione delle loro abitazioni: saranno esposti arredi originali e due tavole da gioco che si usavano durante gli spettacoli. Due sale (la 4 e la 5) ospiteranno diverse immagini del servizio fotografico realizzato da Giovanni Hänninen in cerca di un nuovo punto di vista sugli interni della Scala. Infine l’ultima sezione del percorso (sale 6 e 7) è un richiamo agli anni Cinquanta e Sessanta, gli anni della ricostruzione e del boom, in cui la moda ha iniziato a diventare protagonista a Milano, rendendo la Scala la più grande vetrina di eleganza del nostro Paese: abiti firmati da stilisti di allora (tra cui Curiel, Schön, Valentino, Capucci) saranno esposti in un ambiente che richiama l’atmosfera di un palco. Infine protagoniste dell’ultima sala saranno alcune grandi dame degli anni Cinquanta e Sessanta, da Grace Kelly a Elisabeth Taylor a Valentina Cortese, sempre in abito da sera in occasione delle inaugurazioni di stagione che hanno reso la Scala una vetrina internazionale.
PARTNER – La mostra è sostenuta da JTI (Japan Tobacco International), Partner istituzionale del Museo Teatrale alla Scala. Con la pubblicazione del catalogo della mostra “Nei palchi della Scala. Storie milanesi”, continua la proficua collaborazione tra l’Istituto della Enciclopedia Italiana e il Teatro alla Scala di Milano, volta a tutelare e diffondere l’immenso patrimonio culturale del nostro Paese. Prosegue, quindi, un percorso già iniziato con la pubblicazione dei cataloghi delle mostre “Gioachino Rossini (1792-1868) al Teatro alla Scala” e “La Magnifica Fabbrica. 240 anni del Teatro alla Scala da Piermarini a Botta”.
Partner tecnologico della mostra è LG SIGNATURE che sarà anche presente con l’iconico OLED Wallpaper TV, caratterizzato da un design elegante e ultrasottile con soli 3,57 mm di spessore e una potente soundbar – per un’esperienza di visione sempre coinvolgente, come a teatro. La collaborazione con La Cimbali e MUMAC, Museo della macchina per caffè di Gruppo Cimbali nata in occasione della mostra dedicata all’opera Madama Butterfly nel 2017 prosegue oggi il sostegno a questa nuova esposizione scaligera. Per questa Mostra viene rinnovato l’impianto illuminotecnico del secondo piano del Museo, fornito dal partner tecnico Zumbotel. La tappezzeria “Teatro” è una courtesy Fornasetti.