Antonella Boralevi, giornalista delle televisioni nazionali, è arrivata a Milano per presentare due libri di Giovanni Gastel. E solo un’operatrice dell’informazione di lungo corso come lei poteva ben mettere in evidenza la straordinaria carica creativa del fotografo dei divi. Che non si ferma agli scatti, ma che va avanti nel suo percorso di ricerca della bellezza, abbracciando vari ambiti artistici.
E quindi ben venga “Io sono una pianta rampicante”, la raccolta di pesia tra il 2010 e 2017 edita da SilvanaEditoriale, che raccoglie dei veri affreschi di vita, memorie e sensazioni che ci consegnano un Gastel assolutamente protagonista. Come lo è del resto quando è dietro la macchina fotografica: le sue interpretazioni nei ritratti sono talmente forti e personali che il suo tocco si rivela ovunque, nella bellezza dei fotografati.

Nella serata che ha raccontato la strabordante carica creativa del fotografo nel suo stesso studio, un privilegio che va ad aumentare l’eccezionalità dell’occasione, Giovanni Gastel ha poi presentato il suo romanzo giovanile, “Duetto Profano”, uscito per Secop Edizioni.
Partiamo dalla copertina: Giovanni Gastel diciassettenne, età in cui scrisse il romanzo, Giovanni Gastel nasce a Milano il 27 dicembre 1955, da Giuseppe Gastel e da Ida Visconti di Modrone, sorella del regista e nipote dell’industriale. Questo background per il giovane Giovanni, l’ultimo di sette figli, è fondamentale per la costruzione della sua formazione ribelle. Che nel libro affiora con molta deliccatezza e acume.
Nel 1967, all’età di dodici anni, Gastel inizia a mostrare la sua vocazione artistica, entrando a far parte di compagnie di teatro sperimentale, per le quali recita fino all’età di diciassette anni. Parallelamente, coltiva la passione per la poesia e a sedici anni pubblica, per l’editore Cortina, una raccolta intitolata Casbah. Negli anni 70 poi la strada della fotografia che lo consacrerà alla storia del costume italiano.