Nel quartiere delle tendenze, anche e soprattutto culinarie, si è parlato di tendenza alimentare. “Food trend: ieri, oggi e domani”, il talk organizzato a NoLo, nord di Loreto a Milano, da The Way Magazine, è stata un’occasione per scoprire e riscoprire ciò che mangiamo sotto tre punti di vista diversi, all’interno della settimana dedicata al cibo a Milano (Milano Food City 2019).
Sta capitando tutti i giorni e non solo quando pranziamo o quando ceniamo a casa, dopo aver fatto la spesa, ma anche e soprattutto nel momento in cui ci siamo fuori con amici e parenti. Del cibo che acquistiamo, però, cosa sappiamo? Negli ultimi anni siamo diventati molto esigenti sulla qualità, oltre che sulle quantità che consumiamo. Non ci accontentiamo più solo di mangiare. Ci interessiamo di sapere cosa mangiamo. Questo approccio comporta, in molte occasioni, di riscoprire le nostre tradizioni culinarie, da regione a regione, ma anche di scoprire la mera originalità, e quindi la qualità, di piatti provenienti al di fuori dei nostri confini.
Se ne è discusso allo spazio di condivisione ‘HugMilano’, nel quartiere di Nolo, con il giornalista collaboratore di The Way Magazine ed autore di guide gastronomiche Stefano Corrada; il ricercatore di mercato e trendwatcher di @Squadrati Daniele Dodaro; infine Giuseppe Mora, Barilla purchasing senior manager. Nel ruolo di mediatore, invece, il direttore di The Way Magazine Christian D’Antonio.
I tre ospiti hanno affrontato diversi aspetti del tema, approfondendo diversi particolari come l’import ed export del grano o l’analisi del cibo attraverso quattro elementi o, addirittura, da indicare degli utili strumenti per identificare un menù tradizionale autentico da quello spacciato per tale. Rappresentando in forme diverse il passato, il presente e il futuro dell’alimentazione.
Il giornalista Stefano Corrada, per esempio, ha specificato che attraverso la sua duplice attività ha girato ben 101 osterie della Lombardia in cui si cucinano piatti tradizionali. Osterie recensite in seguito in una sua guida gastronomica.
Mentre Daniele Dodaro, in qualità di ricercatore, ha stilato un quadro attuale, aiutandosi con le slides, rappresentato da quattro tendenze (convinvialità, autenticità, naturalità e gioco). Si è visto come l’autenticità possa essere intesa non solo come origine ma anche come il modo di preparare il piatto; il gioco, può altresì essere affrontato col cibo attraverso il semplicissimo concetto del sembra ma non è.
Giuseppe Mora ha presentato un progetto comprensivo di dieci regole ben specifiche, presentato ufficialmente lo scorso 5 aprile e per la prima volta raccontate a Milano, riguardanti il progetto “La carta del Mulino” di Mulino Bianco. Si tratta di un insieme di 10 regole per la coltivazione sostenibile del grano tenero. Con la Carta del Mulino non solo verrà garantita qualità nei prodotti, ma supportato il lavoro delle comunità degli agricoltori e favorita la biodiversità salvaguardando gli insetti impollinatori. Già dal 2019 verrà progressivamente aumentato l’utilizzo di grano tenero sostenibile aggiungendo sempre più prodotti realizzati secondo le regole della Carta Del Mulino. Il progetto arriverà a pieno regime, coinvolgendo tutti i prodotti a marchio Mulino Bianco, entro il 2022.



Da HugMilano a NoLo ci sono incontri culturali, co-working e gastronomia.









Nel talk è stato anche mostrato il cartello utilizzato dagli agricoltore per identificare le parcelle coltivate a grano tenero in accordo con i requisiti della Carta del Mulino.
Tornando al punto di partenza, in merito all’interesse che si è alimentato intorno al cibo, si potrebbe fare un’osservazione confermata, oltretutto, anche durante la discussione. Stefano Corrada ha detto: “Tenendo presente che Expo 2015 ha rappresentato un mero spartiacque, dove la cultura alimentare ha assunto maggior rilevanza, è anche vero sostenere, precisare e ricordare che già trent’anni fa la voglia di scoprire e di riscoprire gli alimenti era già in atto, è stato il primo atteggiamento sovranista in Europa, per usare un termine di moda oggi”.
Ciò significa che per lo stesso cibo, bene primario per la nostra sopravvivenza, è in atto un secondo passaggio ancor più approfondito rispetto alle modalità di analisi fruite in passato. Un secondo passaggio che ci permette, ancor più che in precedenza, di rinsaldare il legame con il territorio e reinventare prodotti, abbinamenti e modalità di fruizione.
Testo e foto a cura di Vincenzo Pepe. Foto aggiuntive di NoLoMilano Instagram.