La festa del cuoco da qualche anno ricade il 13 ottobre. L’iniziativa della F.I.C., la federazione italiana cuochi, è nata da un’idea del compianto Segretario Generale G. P. Cangi, e si è diffusa e consolidata attraverso gli anni fino a diventare una vera tradizione sul territorio nazionale. Ieri a Brescia erano riuniti 700 chef (capitanati da Iginio Massari e Philippe Lévéillé) e si è respirata aria di festa, in preparazione al grande evento dell’anno prossimo, “Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”.
La Federazione Italiana Cuochi ha ritenuto doveroso dedicare una giornata ad una categoria professionale che per 365 giorni all’anno, senza limiti d’orario, svolge con spirito di sacrifico e passione un lavoro impegnativo.
Philippe Lévéillé, cuoco e personaggio televisivo francese naturalizzato italiano, è attualmente due stelle Michelin del Miramonti L’Altro di Concesio. Ci ha detto: “Ai giovani raccomando sempre di sapere cosa si vuol fare veramente perché questo mestiere ha delle grandi possibilità ma anche grandi esigenze. E poi bisogna avere la possibilità di incontrare qualcuno che indirizza, che dica seriamente che è un campo duro e non è una passeggiata”.
Da figura internazionale, riguardo all’Italia, lo chef dice: “La bellezza è che la cucina è di tutti, la finta cucina italiana si trova dappertutto ma la grande cucina italiana è dei protagonisti professionisti e bisogna affidarsi a loro.Per i giovani cuochi è un impegno diverso che fare l’idraulico. Bisogna avere uno stipendio adeguato, se c’è la passione non c’è orario, bisogna fare sacrifici ma con il giusto compenso. Anche in Italia c’è molta attenzione in questo momento a questa professione ma stipendi non sempre all’altezza. Non posso essere contro l’esposizione televisiva perché l’ho fatto anche io, ma sottolinea che il mio mestiere comunque è un’altra cosa nella realtà”.
Iginio Massari, grande pasticciere conosciuto nel mondo e altro padrino dell’evento assieme a Lévéillé, racconta: “Posso dire che il mestiere è l’unica ricchezza che può dare soddisfazioni durature, il denaro va e viene. Detto questo, la cucina italiana anche in pasticceria necessita di confronto, altrimenti pensiamo di essere sempre i migliori. Le trasmissioni tv danno delle informazioni, poi bisogna valutare singolarmente se sono importanti oppure no. Abbiamo tre prodotti che ci invidiano nel mondo, che sono i grandi lievitati, come il panettone, il tiramisù e il torrone“. E in tema di preparazione atletica per le Nazionale ai mondiali di calcio il prossimo mese di novembre, rivela: “In attesa dei mondiali possiamo dire che contrariamente a quanto si pensa, anche i dolci per gli sportivi sono avanzati, sono specifici per prima e dopo l’allenamento pieni di proteine. Quindi anche la pasticceria può coniugarsi alla vita sana”.
Testimonianze raccolte da Daniele Bartocci alla Festa del Cuoco di Brescia.