2 Febbraio 2019

“Felicità e lavoro, così ho portato in alto Velvet Media”

Incontro con Bassel Bakdounes, a capo dell'azienda di marketing di Treviso che si è distinta per la comunicazione digitale. Specie nel mondo dei concerti rock.

2 Febbraio 2019

“Felicità e lavoro, così ho portato in alto Velvet Media”

Incontro con Bassel Bakdounes, a capo dell'azienda di marketing di Treviso che si è distinta per la comunicazione digitale. Specie nel mondo dei concerti rock.

2 Febbraio 2019

“Felicità e lavoro, così ho portato in alto Velvet Media”

Incontro con Bassel Bakdounes, a capo dell'azienda di marketing di Treviso che si è distinta per la comunicazione digitale. Specie nel mondo dei concerti rock.

Il rock e i cartoon hanno creato posti di lavoro e anche un nuovo mod di intendere il business. Succede in Italia (per una volta!) e precisamente a Treviso dove Velvet Media, società veneta leader nel marketing negli ultimi tre anni è passata da cinque a centocinquanta dipendenti gestendo i social network di oltre mille aziende. “Fare impresa tra manga e rock and roll” è addirittura un libro, scritto da Bassel Bakdounes, a capo dell’azienda, che presenta la storia dell’agenzia di marketing che ha introdotto in organico il manager della felicità e per gestire il personale si ispira ai manga.

Già vendute tremila copie, “Marketing Heroes” racconta di come con il rock and roll e i manga si possano tradurre in business.

Velvet Media ha raggiunto quota 150 dipendenti ed è appena stata nominata “Leader della crescita 2019”, la lista delle 350 aziende italiane che hanno registrato i record di fatturato tra il 2014 e il 2017, una indagine realizzata da Sole 24 Ore e Statista. Velvet Media è all’87mo posto, grazie ad un tasso di crescita del 75,01%.

Il libro di Bassel Bakdounes, titolare dell’azienda, scritto in collaborazione con Alessandro Zaltron e con due prefazioni di Sebastiano Zanolli e Cristiano Ottavian, in questo contesto diventa una sorta di autobiografia imprenditoriale scritta come fosse una fiaba. O meglio: un manga. Si parte da zero, dalle origini del sogno di eccellere nella vita, di far qualcosa che cambi davvero il mondo. E si finisce dentro un turbinio di avventure fallimentari e di successi, di fragorose cadute e di voli pindarici.  Fino all’intuizione finale. Il nome di Bassel è dovuto al padre, che è di Damasco ed è venuto a Padova prima che scoppiasse la guerra in Siria. L’imprenditore dice di andare spesso a trovare i suo “cento cugini” che sono in Siria, un luogo con cui ha molti legami.

Bassel, come descriveresti la tua parabola?

In sintesi, dopo tante esperienze professionali, ho capito che il futuro è nel social media management, ho fondato Velvet Media Italia e in pochi mesi ho creato centocinquanta posti di lavoro inseguendo il sogno di diventare un eroe del marketing.

Nel libro, le suggestioni di te bambino si mischiano alle incombenze di un manager moderno…

Vero, da un lato, c’è un bambino che ingurgita dalla televisione le storie di Ken il Guerriero e di Holly e Benji. Dall’altro, un professionista che interiorizza le regole della vita e del business attraverso alcuni stili di comportamento insegnati dai manga: la collaborazione dentro al team, l’anelito al migliorarsi, i valori basesu cui fondare l’azienda.

La capacità di sintesi da dove ti arriva?

L’ingrediente dell’essere capiti e avere successo, era quello che facevano le band del punk negli anni Settanta coi loro testi: frasi veloci, immagini potenti, concetti chiari. Sono stato anche cantante, ma vado meglio sulla scrivania di amministratore delegato. E chiedo ai nostri ragazzi di ispirarsi al rock and roll quando lavorano: devono essere veloci, ritmati, andare direttamente al cuore come fanno le band.

Che esperienze hai avuto prima?

Ho lavorato in ambito fashion, un marchio di abbigliamento quando si vuole partire con un’idea a 26 anni, appena terminata la fase di formazione, non si hanno tutte le informazioni necessarie, ma è stato un passaggio molto formativo.

Giusto parlare anche di insuccessi. Come è finita?

Abbiamo avuto un blocco di gestione e alla fine è naufragata l’azienda.

E poi?

Volevo andare verso il digitale, facendo lavoro di gestione strategica di alcuni brand su cui mi ero formato, come Ferrari e Philip Morris, sapevo che sarebbe stato l’ambito giusto per esprimermi. Quindi per una serie di casi, quattro anni fa mi sono reso conto che la gestione di account social a livello di piccola imprenditoria era ancora un terreno vergine in Italia.

Parliamo del Veneto, grande densità imprenditoriale.

Sì, vero, ma sai cosa mi dicevano gli imprenditori? “c’è mia figlia che si occupa delle pagine social, cosa mi vuoi vendere?” . Dopo un anno eravamo invece noi a crearci il nostro zoccolo duro di clienti che ci chiamavano. E chi non ha fatto comunicazione in maniera seria, è rimasto al palo.

Il marketing lo avevi testato anche con la musica?

La musica c’è stata un esperimento, conoscere i Lost, un gruppo che è stato molto amato negli anni 2000, è stato molto interessante. Sono stato io ad occuparmene all’inizio, c’era MySpace, ho conosciuto il cantante che non aveva nessuno che lo seguisse. Per fartela breve su quel social nel giro di poco superammo i Tokyo Hotel, oltre un milione di follower. Ora, dopo un momento di pausa, loro vogliono tornare e noi li stiamo rilanciando, ovviamente con strumenti diversi.

Bella questa storia di “ripresa”.

Devo confessarti che è una nuova sfida ricominciare con i Lost, se riusciamo a dominare i social come una volta sarebbe bellissimo.

Il Ceo Bassel Bakdounes

Come sono cambiati i social!

La componente fondamentale è la modalità business, prima erano a uso e consumo dei ragazzini, per scambiarsi info oggi invece è fondamentale andare sulle pagine social dei brand, delle aziende che dalì puntano a fare business e pubblicità. Vero, le utenze sponsorizzate hanno “inquinato” il mezzo, ma senza l’aspetto business sarebbero canali morti. Sono sicuro che per chi fa impresa oggi i social media sono i canali che restituiscono il ritorno sull’investimento più alto, rispetto agli altri tipi di pubblicità.

Come mai?

Perché trovi già i clienti targettizzati, il gioco è quello, non si spreca danaro per contattare persone che non c’entrano con il proprio business.

Come si riesce nell’intento?

Il nostro lavoro è quello. Ci sono tanti trucchi perché poi bisogna applicarsi, qualsiasi manovra nel web viene analizzata e deve essere fatta bene.

Raccontami una sfida di oggi.

Tra Facebook e Instagram non c’è un chi vince e chi perde, noi diciamo ai nostri clienti che in parte sono complementari. Si sono differenzaiti, può sembrare che Facebook abbia perso terreno su un determinato target ma quelli stessi che lo hanno abbandonato sono passati su Instagram. Per semplificare direi che Instagram è più importante per chi lavora con l’immagine, food, beauty, fashion. Facebook è molto performante con le inserzioni sponsorizzate. Twitter è sepolto per quanto riguarda chi vuole farsi conoscere. Serve solo a seguire le opinioni o le gesta di un artista già arrivato, o leggere qualche news.

Siete rock anche in azienda?

La musica e i manga li ho trasportati in ambito lavorativo. Il rock è un concetto del modo di fare, non siamo incravattati. Il mood è rilassato ma l’esempio è: anche chi suona rock deve andare a tempo e quindi non siamo improvvisati. Quindi Velvet Media deve andare a tempo e suonare bene.

Ti guardi indietro e… come giudichi il vostro successo?

Il nostro approccio è più scanzonato dei nostri colleghi ma anche serio. Probabilmente siamo emersi anche perché in Veneto non ci sono tanti competitor come Milano o Roma, in realtà abbiamo diversi clienti lì, nelle grandi città. Ma credo che essere periferici ci ha fatto allenare con clienti più piccolini.

Come vi aggiornate?

Tanto del tempo lo passiamo per aggiornarci e curiamo l’evoluzione del web marketing che cambia velocissimamente. Se non sei aggiornato rischi di essere indietro. Tutti dicono che siamo gli ultimi in Italia, ma nel mondo digital non c’è molta differenza tra i vari paesi europei. Credo sia un mondo più trasversale. Infatti le tendenze a volte partono da posti inaspettati. Siamo parte di World Wide Partners, in Europa Londra è la guida della pubblicità ma è difficile dire che sono più avanti, anche perché oggi una novità viaggia nel giro di un minuto.

 

 

VELVET MEDIA IN PILLOLE Marketing management, web marketing e new media: sono questi gli ambiti che pongono Velvet Media, agenzia di comunicazione di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, ai vertici nazionali nel settore. Nata come casa editrice nel 2013, specializzatasi prima in couponing e poi come editore del sito internet Storie di Eccellenza e del magazine Genius, oggi gestisce il marketing in outsourcing di oltre mille aziende del Nord Italia grazie ad un organico di circa 140 persone in continua espansione. In tutto, si stima che l’agenzia abbia generato un indotto di circa cento milioni di euro di investimenti in marketing di vario tipo. Il core business è la gestione della comunicazione aziendale a tutti i livelli: dalla grafica al video maker, dalla fotografia allo sviluppo di siti di e-commerce fino al professionista della lead generation. Attorno alla galassia Velvet sono nate alcune società parallele, che hanno sviluppato specializzazioni dal nel mondo dello Sport (Velvet Sport), nell’hotellerie (Velvet Planet) ma anche nella gestione delle reti wi fi e degli influencer sui social (Velvet Touch). Negli ultimi anni in Italia sono state aperte due filiali: a Jesolo, in via Aquileia, e in Trentino Alto Adige a Levico Terme. Con l’apertura delle agenzie sorelle negli Stati Uniti, a Denver, in Thailandia a Bangkok e negli Emirati Arabi a Dubai Velvet agevola il processo di internazionalizzazione delle pmi. La creatività italiana è vincente all’estero come dimostra l’entrata nel network “Worldwide partners global agency”, rete mondiale composta da 64 società di 40 nazioni diverse nella quale Velvet è l’unica rappresentante per l’Italia.

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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