Un evento amato e partecipato. E questo è la parte del primo bilancio che più interessa a Rossana Ciocca, una delle fondamentali risorse curatoriali che in questi giorni sta raccogliendo i frutti di Biennolo, la prima biennale d’arte di Milano. L’evento ideato da Carlo Vanoni, sta raccogliendo migliaia di visitatori in un’ex fabbrica di NoLo, il quartiere di Milano a Nord di Piazzale Loreto.
E Rossana Ciocca di ArtCity Lab che ha lavorato per mesi all’allestimento e alla curatela delle opere di 37 artisti presenti nello spazio, ci dice: “Se liberati dalla burocrazia, artisti e creativi potrebbero esprimersi in questo modo anche altrove. Biennolo può essere un ormone della crescita, di natura sociale, artistica. Spero che possa essere preso ad esempio per iniziative simili in altre parti d’Italia”.
Non è un white space classico quello di Biennolo. E perciò è amato e continua a sorprendere. “Si tratta di uno dei momenti collaborativi altissimi, siamo stati abili a renderci conto di come si poteva fare la mostra al meglio ed è uno dei miei punti più memorabili nella carriera di curatore” , ci ha detto Gianni Romano, nell’intervista qui sotto. Il presidente di ArtCity Lab, co-curatore di Biennolo 2019, è convinto che “sia stata un’esperienza spiazzante per molti milanesi”.
Matteo Bergamini, direttore di Exibart e co-curatore, racconta il suo punto di vista a metà percorso di Biennolo: “Un’esperienza bellissima supportata anche molto dai media. Ci aspettavamo di essere visti. Ci chiedono il nome del tema, Eptacaidecafobia, che è nato dall’idea del quartiere che è in trasformazione. Un luogo curioso, che da area problematica è diventato luogo per guardare il mondo con occhi diversi”.
Gianni Romano, presidente di ArtCityLab ha invece sottolineato la natura inedita ed efficace di questo progetto curatoriale: “Credo sia una delle cose più entusiasmanti del mio percorso di curatore. Sono stato coinvolto in altri progetti ma questo lascerà un segno forte nella città “.