19 Aprile 2024

Diversity Media Awards 2024 con Francesca Michielin

La cantante avrà la conduzione della premiazione a Milano con Ema Stokholma.

19 Aprile 2024

Diversity Media Awards 2024 con Francesca Michielin

La cantante avrà la conduzione della premiazione a Milano con Ema Stokholma.

19 Aprile 2024

Diversity Media Awards 2024 con Francesca Michielin

La cantante avrà la conduzione della premiazione a Milano con Ema Stokholma.

Tornano i Diversity Media Awards: alla conduzione Francesca Michielin ed Ema Stokholma e l’importanza di dover parlare di diversità nell’audiovisivo.

La nona edizione degli Oscar dell’inclusione, anche quest’anno in onda su Rai1, con la conduzione di Francesca Michielin (in foto durante l’intervista con Maurizio de Bari per The Way Magazine) ed Ema Stokholma, premia contenuti e personaggi che si sono distinti per una rappresentazione corretta e valorizzante dei temi di Genere, Etnia, LGBT+, Età, Disabilità, Aspetto Fisico.

Anche quest’anno ritornano i Diversity Media Awards, gli oscar dell’inclusione che hanno come obiettivo il premiare contenuti e personaggi che si sono distinti per una rappresentazione corretta e valorizzante dei temi di: genere, etnia, LGBT+, età, disabilità e aspetto Fisico. L’evento avrà luogo il 28 maggio al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano e sarà trasmesso il 28 giugno, in seconda serata, su Rai1.

Nel 2023 si è registrata una crescita, nei TG Italiani, di notizie inerenti alla diversità con un particolare focus su etnia e questioni razziali, genere e identità di genere ed età e

generazioni. Queste notizie però sono spesso trainate da avvenimenti come guerre e conflittidalle problematiche relative alle migrazioni e dalla cronaca nera. Manca, pertanto, una rappresentazione della diversità che vada oltre o che si limiti al costume e alla società. Ciò dimostra come questi temi siano tutt’oggi vittima di una narrazione emergenziale che non rappresenta fedelmente la quotidianità di milioni di persone.

È questa la premessa fatta ieri, 18 aprile, a Palazzo Marino, durante la conferenza per la presentazione dei Diversity Media Awards 2024.

Il processo di selezione

Francesca Vecchioni modera l’incontro spiegando il lungoprocesso di selezione delle candidature. È affiancata da Monia Azzalini, ricercatrice dell’Osservatorio di Padova e da Francesca Bonfanti, project manager di Diversity.

“L’intero processo dura un anno e inizia con delle segnalazioni pubbliche (quest’anno erano 6000, ndr.) da cui poi si procede a fare una cernita secondo criteri qualitativi per individuare quelle effettivamente eleggibili. Per questa edizione sono stati identificati 149 prodotti che vengono poi suddivisi nelle diverse categorie e sottoposti al lavoro del Security Check Committee che fornisce supporto nella comprensione narrativa delle rappresentazioni, identificando quelle corrette e segnalando quelle scorrette.”

Viene spiegato come il 2023 sia risultato particolarmente impegnativo per via dei conflitti mondiali e per i tumulti del mondo dell’audiovisivo (gli scioperi degli addetti ai lavori negli Stati Uniti hanno comportato notevoli ritardi). Questo ha reso sofferente il panorama mondiale che si è ritrovato ad adottare un approccio più conservatore e quindi limitante per lo storytelling.

Cosa significa parlare di diversity nell’audiovisivo e il focus sull’aspetto fisico

Quando si parla di diversity nei media è importante tenere bene a mente che non è più sufficiente inserire personaggi appartenenti alle “categorie marginalizzate” ma diventa necessario fornire agli stessi profondità. Il panorama italiano risente ancora molto di modelli narrativi superati e tradizionali che limitano profondamente il racconto a discapito di rappresentazioni coerenti e rappresentative della realtà. È quindi fondamentale allontanarsi dalla narrazione emergenziale soprattutto con riferimento alle tematiche etniche e alle questioni razziali.

Tutto questo è stato inserito all’interno del Diversity Media Report 2024 (DMR), la

ricerca annuale sulla rappresentazione delle diversità nei media italiani di informazione e

intrattenimento che quest’anno prevede un’espansione focalizzata sull’aspetto fisico.

Il risultato di questo focus è stato uno studio condotto da Giulia Paganelli, antropologa, con l’aiuto di Maria Luisa Bionda, docente e ricercatrice, relativo alla percezione dell’aspetto fisico e di come essa cambi in base alla generazione d’appartenenza. Lo studio ha coinvolto 800 partecipanti (200 per ogni generazione) e ha analizzato il significato di bellezza, il rapporto con il proprio corpo e su come questo influenzi le relazioni sociali. Ed è proprio da qui che nasce il titolo dell’edizione di quest’anno dei Diversity Media Awards: “La Grande Bellezza”.

Le nomine

Tra le nomine non passano inosservati film come C’è ancora domani, personaggi come Jakub Jankto o Luciana Litizzetto ma anche serie tv del calibro di “The Last Of UsQuesto mondo non mi renderà cattivo. Tra i podcast figura anche Se domani non torno di Will Media, scritto a quattro mani da Silvia Boccardi e Camilla Ferrario

Fino al 10 maggio il pubblico potrà votare le nomination sulsito ufficiale per eleggere i vincitori e le vincitrici nelle seguenti categorie: Miglior Film, Miglior Serie TV Italiana, Miglior Serie TV Straniera, Miglior Serie Young, Miglior Programma TV, Migliore Programma Radio, Miglior Podcast, Miglior prodotto digital, Creator dell’anno, Personaggio dell’anno. Durante l’evento saranno attribuiti anche i riconoscimenti all’informazione: Miglior Servizio TG, Miglior Articolo Stampa Quotidiani, Miglior Articolo Stampa Periodici, Miglior Articolo Stampa Web.

L’evento sarà condotto da Francesca Michielin ed Ema Stokholma, entrambe precedentemente nominate per i diversity media awards e molto vicine ai valori e alle tematiche che questa iniziativa incarna.

“È importante parlare di certi temi: non se ne parla abbastanza e spesso a sproposito, a volte ridicolizzandoli. Su questi temi si fondano delle esistenze e delle espressioni di vita ed è giusto anche che venga riconosciuto il lavoro di chi nel cinema, nell’audiovisivo e sui social si pone l’obiettivo di passare dei messaggi edificanti. Sono contenta di fare questa esperienza di conduzione con Ema Stokholma perché è un programma che stimo molto e che tratta temi che porto avanti anche nel mio piccolo, con il mio podcast Maschiacci”. (Francesca Michielin intervistata da Maurizio de Bari)

Cos’è Fondazione Diversity

Nata nel 2013 come associazione, Diversity ha cambiato la sua struttura nel 2022 diventando una Fondazione dedicata alla promozione della cultura dell’inclusione. Il suo impegno è orientato verso la promozione di una prospettiva che consideri la diversità e le differenze come valori essenziali e risorse preziose sia per gli individui che per le aziende.

Le attività principali di Diversity comprendonocomunicazione, ricerca, monitoraggio, formazione, consulenza e advocacy. Tali attività vengono svolte in stretta collaborazione con una vasta gamma di partner che includono: università, istituti di ricerca, istituzioni, aziende e organizzazioni non governative sia a livello nazionale che internazionale.

Biglietti disponibili su TicketOne.it: https://www.ticketone.it/artist/diversity-media-awards/

Testo di Maurizio de Bari

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