Gli italiani amano il cibo (e non solo a tavola). Amano parlarne, informarsi e fotografarlo. Il 51% dei nostri connazionali discute di cibo tutti i giorni (percentuale che sale al 58% fra i giovani tra i 18 e i 34 anni)[1] e anche quando fa una ricerca su Google o altri motori sono proprio “Cibo” e “Food”[2] alcune delle parole più ricercate. Il cibo è anche al centro delle nostre foto: l’hashtag #food raccoglie oltre 321 milioni di post a livello mondiale su Instagram. Dati importanti se si pensa che 1 italiano su 2 si informa proprio sul web (il 55% della popolazione usa motori di ricerca e social media per farlo).
Nonostante questo, l’analisi delle ricerche online degli italiani diffusa dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition mostra come – tra le keyword associate a “sostenibilità” – l’aggettivo “alimentare” sia tra i meno ricercati. Meno, ad esempio, della “sostenibilità economica”.
Trasporti, riscaldamento degli edifici e utilizzo di energia elettrica hanno avuto un grande impatto sull’ambiente, contribuendo ai cambiamenti climatici che oggi vediamo. Eppure, l’impatto maggiore sull’ambiente deriva da quello che mettiamo nel piatto: la produzione di cibo causa il 24% delle emissioni di gas serra globali, più di industria (21%) e trasporti (14%). Ecco perché parlare di cibo in chiave sostenibilità diventa fondamentale.
CLIMA E CIBO – Il cambiamento climatico spingerà sempre di più nell’immediato, le popolazioni a spostarsi per poter mangiare. Nel mondo, infatti, oltre 257 milioni di persone si spostano ogni anno, all’interno della propria nazione o al di fuori e a guidare le migrazioni sono soprattutto motivazioni legate all’insicurezza alimentare (ogni punto percentuale di aumento dell’insicurezza alimentare porta l’1,9% della popolazione a spostarsi, mentre lo 0,4% fugge per ogni anno aggiuntivo di guerra). Un famoso detto arabo recita: “Non conosci realmente qualcuno finché non ci mangi insieme”. Il cibo, infatti, rappresenta storicamente un linguaggio universale, che riesce a mettere intorno allo stesso tavolo persone di culture profondamente diverse. Sarà l’inclusione attraverso il cibo uno degli argomenti principale del panel “Cibo e migrazioni. I migranti scappano per il cibo e con il cibo possono avvicinarsi alle nuove culture che li accolgono”.
LO STUDIO LANCET – Lo studio lanciato dalla rivista medica Lancet e dalla Fondazione EAT dal titolo: ” Healthy Diets From Sustainable Food Systems: Food, Planet, Health” è stato oggetto di grande interesse. Particolarmente perché fornisce una vera guida scientifica per una dieta sana e sostenibile con l’intenzione di trasformare il sistema alimentare.
Le diete sostenibili – e la Dieta Mediterranea come esempio – rappresentano l’unica leva, la più forte, per poter raggiungere un pieno sviluppo sostenibile, integrando tutti gli aspetti economici, sociali e ambientali, oltre a contribuire alla sicurezza alimentare e nutrizionale di chi la adotta.
“Il nuovo rapporto della EAT Lancet Commission, del quale condividiamo e sosteniamo le conclusioni, dimostra ancora una volta come occorra cambiare urgentemente rotta: l’equilibro tra gli esseri umani e le risorse naturali del pianeta si può ottenere solamente attraverso un’azione trasformativa degli attuali sistemi alimentari, mettendo in campo opportunità che già abbiamo a portata di mano: promuovere la conoscenza e le azioni a favore delle diete sostenibili; sviluppare modelli sostenibili sull’uso del suolo in agricoltura, nell’industria, nelle città e nelle comunità; promuovere ricerche e analisi per monitorare i progressi raggiunti da tutti i Paesi e stabilire un benchmark valido e scientifico per i decisori politici; contribuire ad un sistema educativo per promuovere la cittadinanza globale e innovazione” – ha dichiarato Anna Ruggerini, Direttore Operativo della Fondazione Barilla.