Campari è uno dei brand-simbolo dell’italianità nel mondo e da qualche tempo ha deciso di aprire le proprie porte ad altre forme di espressione.
Al quartier generale storico dell’azienda, a Sesto San Giovanni alle porte di Milano, ha aperto Bitter Sweet Symphony. Dolcezza e Amarezza, le due anime nel Campari, una mostra multisensoriale (fino al 22 dicembre, Sesto S. Giovanni – Viale Gramsci, 161) curata da Marina Mojana e Fabrizio Confalonieri.
Si tratta di un’esposizione sensoriale interattiva che coniuga le arti figurative con altre discipline, dalla musica al cinema, passando per la moda e l’alta profumeria, in un percorso che coinvolge i cinque sensi, alla scoperta delle due anime che convivono armoniosamente nel Campari: la Dolcezza e l’Amarezza. Un’esperienza che cattura tutti i sensi: lo sguardo tramite l’arte contemporanea, il cinema e il costume; l’udito con molteplici generi musicali; l’olfatto mediante raffinati profumi artigianali; il gusto con piccole degustazioni per il palato, e il tatto con differenti materiali da “esplorare”.
Si ammirano i tessuti resinati per Johanna Wahl (1961, Immenstadt, Germania); la garza di Roberta Savelli (1969, Giussano); la ceramica di Adriana Albertini (1972, Brescia); la carta di Iaia Filiberti (Milano). La maison artigianale Uèrmì propone due fragranze dalle note dolci-amare scelte appositamente per la mostra.
Il percorso prevede anche un’area cinema in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana presso MIC – Museo Interattivo del Cinema, che si guarda mangando alcune varietà di cioccolato, offerte in collaborazione con la prestigiosa cioccolateria Piemontese Venchi. Per finire il caffè Lavazza proposto in intensità diverse sempre sul tema dolce-amaro.
Daniele Dodaro, ricercatore di Squadrati, l’agenzia di semiotici che ha curato la creazione dei profili per i visitatori del percorso, ci ha detto: “Durante il percorso ognuno sarà chiamato a esprimere delle scelte, in base alle sue preferenze, che gli consentiranno di accumulare un punteggio finale col quale, al termine della visita, potrà scoprire il proprio profilo di personalità: Extra Bitter, Bitter, Sweet o Extra Sweet”.
L’esperimento di Squadrati per Campari è interessante perché abbina all’esperienza della mostra il valore metaforico dei nuovi stili e tendenze di vita. “Siamo semiotici – dice Daniele Dodaro – lavoriamo sui significati delle parole ma anche sui nuovi target. Abbiamo analizzato i significati di dolcezza e amarezza, siamo andati a vedere nella musica, nel cinema a cosa corrispondessero. L’imperativo era evitare lo stereotipo dell’oroscopo ma creare identificazione e originalità da abbinare allo spessore dek percorso artistico“.
La Galleria Campari, nata nel 2010 in occasione dei 150 anni di vita dell’azienda, è un museo aziendale che ha riscritto lo storico stabilimento di Sesto San Giovanni, fondato da Davide Campari nel 1904. L’iniziativa ha avuto una menzione speciale da parte della giuria del Premio Gavi – La Buona Italia per il miglior progetto dedicato al settore agroalimentare italiano in relazione alle arti e alla cultura. Tra il 2007 e il 2009 il complesso è stato interamente trasformato, con un progetto dell’architetto Mario Botta, per la realizzazione dei nuovi headquarters del Gruppo Campari e il recupero dello storico fabbricato destinato appunto a ospitare il company museum
LE RESIDENZE
Nella stessa area sorgono poi le residenze, a 200 metri dalla germata della Metropolitana che porta a Milano, sempre frutto dell’incarico a Giancarlo Marzorati e Mario Botta, l’archistar che ha unito architettura, tecnologia e scenografiche viste sul verde condominiale e lo skyline milanese a dfistanza.
Il complesso si estende su quattro torri dedicate a quattro grandi personalità – Dudovich, Cappiello, Depero, Nespolo – che hanno saputo dar vita ad un vincente connubio tra arte e comunicazione, parte integrante della cultura immaginifica del ‘900 che tutt’ora rimane legata all’identità di questo luogo così ricco di storia.
Botta dice: “Ho rivesrato qui la mia idea sull’abitare oggi. Ritengo che la casa debba recuperare il suo significato primordiale, tornare a riproporsi come la casa di Adamo, capace di evocare la funzione primaria di protezione. La casa è rimasta nel subconscio il luogo dove l’uomo può rigenerarsi, può ritrovare se stesso, può recuperare la sua storia, la memoria, può fantasticare; è il luogo dove l’uomo può idealmente ricongiungersi con la collettività, e dove può sentirsi parte di un disegno comune.”
L’idea è stata quella di coniugare la sostenibilità e il risparmio energetico con l’idea di vivere all’aperto e in convivialità con dei grandi terrazzi e un giardino sopraelevato. Gli appartamenti sono di prestigio e si aprono sull’esterno in ampi spazi luinminosi. Con Moretti Real Estate che prevede progetti di interior design su misura per ogni committente.
Per info sulle residenze: http://www.leresidenzediviacampari.it/
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