la terza edizione del Premio Felix dedicato al Cinema Russo, promossa dall’ Associazione culturale Felix – Cinema, Moda, Design, Italia-Russia, curato dalla produttrice di cinema italo-russo Uliana Kovaleva e presentato da Max Nardari e Arianna Bergamaschi. Il Premio Felix, inserito nella programmazione della Milano Movie Week ha proposto 27 titoli di cui 10 lungometraggi, 5 cortometraggi e 12 documentari. Un’edizione 2020 che ha saputo crescere e arrivare a un pubblico ancora più vasto, culminando con la premiazione nello spazio incantevole e importante della Triennale di Milano. Il primo anno, il Premio Felix è stato abbinato alla musica, il secondo alla moda e quest’anno ha individuato l’arte pittorica, scegliendo l’artista Marco G e la sua pittura metafisica. Marco G ha studiato a San Pietroburgo e si è innamorato della Russia alla quale si è ispirato per realizzare molti dei suoi quadri. La sua esposizione come una sorta di performance visiva dal titolo Orizzonti, ha coinvolto e stupito i presenti, accompagnandoli in un viaggio di luce e colori.
Uliana Kovaleva, quali sono state le novità di questa terza edizione?
Quest’anno così difficile, abbiamo scelto di mettere a disposizione una piattaforma web dedicata allo streaming dei film. Questo che poteva sembrare un limite dettato dalla situazione, in realtà ci ha permesso di raggiungere il nostro obiettivo e ampliare offerta e target. Gli spettatori, che si sono collegati in massa, hanno dimostrato di aver gradito questa nuova formula riuscendo a sorprenderci con i loro gradimenti. E’ stata un’edizione fantastica che, nonostante le ovvie problematiche, ha avuto un grande successo. La riuscita di questa edizione ci incoraggia a programmare già da ora la quarta edizione del Premio Felix confermando l’inserimento del Festival del Cinema Russo nella Milano film Week 2021 con importanti novità che tenderanno ad ampliare ancora questo Festival che continua a crescere.
A chi è stato assegnato il Premio Felix 2020?
Il Premio Felix 2020 è andato al Film Il Soldatino di Viktoria Fanasutina “Per la tenerezza che ha saputo trovare anche nel volto più cupo della guerra”. Il film basato su di una storia vera, racconta eventi emozionanti ed eroici che sono accaduti nella vita del più piccolo soldato – l’eroe della Grande Guerra Patriottica- Seriosha Aleshkov, che ha ricevuto all’età di sei anni la medaglia “per il merito di combattimento”. Il Cavalier Mario Boselli ha consegnato il Premio Felix 2020 al Primo Console Russo Aleksander Petrovich Lillenurm, non potendo , per ovvi motivi essere presente, la regista. Tra i film premiati con una menzione speciale della giuria, ricordiamo tra i tanti: Memoria. La seconda vita di Fyodor di Bezborodov Evgeny, il film italiano Come in certi romanzi russi, regia di Alberto Vianello e Rosanna Reccia e Salmone rosso per la regia di Dmitriy Shpilenok e Vladislav Grishin.
Marco G la tua presenza ha sottolineato il connubio tra Arte e Cinema. Diciotto quadri e una scultura in ferro e legno per la performance visiva “Orizzonti di luce” con la quale hai condotto i presenti in una sorta di “viaggio” sensoriale . Quale sensazione è stata per te?
Ho provato gioia allo stato una puro. Esporre in uno spazio aperto e prestigioso come la Triennale, ha dato risalto e respiro alle mie opere. L’impatto che ha avuto sul pubblico, è stato forte, in tanti hanno cercato di interpretarne il significato proiettandoli nel proprio intimo e questo è stato davvero molto bello per me.
Marco Gabriele, in arte solo Marco G, i tuoi quadri così magnetici, come nascono?
Mi piace cogliere la luce che i sentimenti provocano in noi, come la siepe appena bagnata…Cerco di dipingere l’anima, più che i tratti somatici del mio soggetto, che sia una persona, una rosa, o un paesaggio. La tecnica che utilizzo è a getto; non penso mai a quello che la mano muove, esce così senza ragionare, in poco tempo, impiegando al massimo trenta minuti. Il quadro matura e prende forma dentro di me, fino al momento in cui, come al termine di una gestazione, deve venire alla luce. Questo è il mio “partorire” emozioni. Talvolta, mi è capitato di gettare acqua su un quadro appena concluso, alla ricerca di quella luce che sentivo ma ancora non vedevo. Credo che i miei quadri, siano leggibili soprattutto a chi ha ancora voglia di guardarsi dentro, di interrogarsi. E’ scuola di vita. Nei miei quadri, che risultano molto diversi tra loro, si capisce come la mano sia la stessa, ma hanno una loro vita e questo li rende unici e irripetibili.
Un arte che manifesti solo ora dopo anni di studi e “incubazione”. Quale è stato questo lungo percorso che ti ha condotto fino a qui?
Il desiderio di dipingere parte da lontano: è stato un processo lungo, una maturazione personale molto profonda che passa attraverso collaborazioni importanti e studi a San Pietroburgo. Una lunga “incubazione” della luce, del cromatismo dei colori e poi la conoscenza profonda del bianco e nero. Una crescita, fatta attraverso un percorso interiore, con la consapevolezza di avere da fare ancora tanta strada, sapendo attendere il momento. Il primo quadro che feci era molto semplice, rappresentava una vista delle campagne a sud di Milano in inverno che guardano il Monte Rosa. Lo giudicai onesto, poi lo mostrai per capire cosa ne pensassero gli altri. Da lì si è aperto un mondo. La terza prova, il mio terzo lavoro, è servito a mettermi alla prova con le proporzioni per trovare profondità e luce. Linee che in realtà erano persone, lo chiamai inverno dove il bianco era la luce. Da quel momento mi sono sentito pronto a condividere e dare alla luce tutto quello che si agitava dentro di me, finalmente.
Immagine di apertura: Marco G con il Primo Console Russo Aleksander Petrovich Lillenurm, Uliana Kovaleva