Più che un ristorante stellato, è stato per tutti gli intenditori una vera favola della ristorazione d’alta classe. Due donne che si mettono assieme per una sfida alla tradizione che la tradizione voleva esaltare. E ci riescono, insediandosi nel nuovo tempio della cucina post-Expo 2015, quell’Eataly Smeraldo che è diventato il palcoscenico di una riscossa eno-gastronomica che Milano ha vinto. Ora, siamo alle ultime battute di Alice Ristorante, 1 stella Michelin, piazza 25 aprile, Milano. Viviana Varese, salernitana di origine, ha annunciato oggi che farà da sola, ad agosto chiude il ristorante di Eataly aperto nel 2014, e riaprirà dopo qualche settimana con ViVa, che è un acronimo indovinato del suo nome e cognome.
Sandra Ciciriello, classe 1966, pugliese di Ostuni, ex maître e sommelier di Alice ristorante, che aveva portato con successo la stella dalla vecchia location alla nuova, al fianco di Viviana Varese per 14 anni, scende dalla giostra. Avevano girato assieme anche un reality di food entertainment su Real Time Tv, “La chef e la boss” a richiamare l’entità diversa e complementare del loro contributo alla riuscita dell’impresa.
Ecco come ha annunciato a piazza Duomo stamattina la chef partecipando all’avvio di Milano Food Week: “Siamo partiti nel 2007, nel 2010 è arrivata la stella che è stata portata poi a Eataly. Questo è un anno di cambiamento che io ho voluto. A 21 anni ho aperto il mio primo ristorante, ora ne ho 45 e ogni tot di anni ho bisogno di cambiare. Ho preso in mano tutto Alice, ho venduto un 20% a una manager e cuoca indiana, Ritu Dalmia che ha un ristorante indiano a Milano, Cittamani. Con lei faccio mega-eventi in giro per il mondo. In ogni caso il ristorante di Milano chiude ad agosto per ristrutturazione. Cambiamo nome, che è la cosa più coraggiosa quando si tratta di una realtà conosciuta come Alice”.
La chef, che nella prima food experience pubblica della main kitchen a piazza Duomo allestita per la Milano Food Week, ha dialogato col patron della manifestazione Federico Gordini, ha inaugurato la decima edizione della settimana del cibo milanese.
Ha anche aggiunto e raccontato le ragioni di questo cambio che è destinato a segnare la storia della ristorazione meneghina: “Milano mi ha sempre accolto con grazia, e sempre accoglie le novità con positività. Qui ha aperto il primo ristorante cinese 40 anni fa, qui noi abbiamo portato l’alimentazione del sud quando non si distingueva ancora un totano da un calamaro. Immediatezza è per me la parola chiave del nuovo ristorante, non bisognerà cambiare menù ogni tre mesi, perché se vorrò farlo in virtù della disponibilità di un ingrediente lo farò per un periodo limitato, senza essere legati a una creatività costretta. Anche per il contorno, vorrei un servizio elegante ma conviviale. Ridiamo più cose da fare ai camerieri e importanza alla sala, sarà qualcosa di nuovo e non vedo l’ora“.