Steve McCurry ha portato la fotografia documentario nella moda, nella cultura popolare, nelle coscienze della società contemporanea. Ora con Senza Confini, a cura di Biba Giacchetti, una rassegna allestita nel Palazzo delle Arti di Napoli, arriva al grande pubblico nel giorno in cui le cronache ci raccontano la realtà drammatica dei soggetti che ha fotografato.
Ieri, mentre inaugurava la mostra a Napoli, si è saputo che Sharbat Bibi, la raazza che fotografò nel 1985 in Pakistan e che è diventata il simbolo della sua opera, è stata arrestata per documenti falsi. La donna afghana, che non sapeva di essere finita sulle copertine dei giornali di tutto il mondo, fu ritrovata nel 2002 dall’artista e riconosciuta. All’epoca dello scatto, che commosse il mondo per l’intensità del suo sguardo e occhi verdi, aveva 12 anni. Oggi McCurry dice: “Liberate quella donna dagli occhi verdi, nel suo sguardo c’è il male del mondo”.
Gratitudine, evidentemente, per quello scatto che è sulla locandina della mostra napoletana ed è l’apripista di un mondo degli ultimi, degli emarginati, dei bordi del pianeta, che rivelano bellezza e sofferenza.
Fin dalla fine degli anni ’70, Steve McCurry ha documentato i mujaheddin ribelli contro l’invasione russa, gli indiani devoti e le scene di vita quotidiana del Sudest asiatico. Passando per Africa, Cuba, Medio Oriente fino allo tsunami in Giappone nel 2004 e le Twin Towers in America nel 2001, il fotografo ha principalmente consegnato all’immortalità dell’arte le persone, più che gli ambienti o i paesaggi in cui erano vissute. Nel suggestivo allestimento di Peter Bottazzi al Pan di Napoli, quello che viene evidenziato è soprattutto lo sguardo dei protagonisti, anonimi ma unici per le loro condizioni, per le affascinanti mescolanze di colori, etnie, linguaggi espressivi che escono dalla bidimensionalità e abbracciano tutti i sensi dei visitatori.
McCurry con uno scatto ci fa vedere le differenze che ci accomunano, le ingiustizie che ci perseguitano, la necessarietà del vincolo che si stringe tra il primo, il secondo e il terzo mondo. E chissà quanti mondi ancora ci saranno da scoprire nel caleidoscopico pianeta che si palesa davanti all’obiettivo dell’artista. Che dalla moda ai musei, non smette di raccontare il filo che ci unisce e ci fa sentire, anche davanti a una fotografia, più umani.
Fotoservizio: Francesco Rotondale per The Way Magazine.
Pan | Palazzo Arti Napoli – via dei Mille, 60
28 ottobre 2016 – 12 febbraio 2017
Tutti i giorni, escluso il martedì, dalle ore 9,30 alle ore 19,30
La domenica dalle ore 9,30 alle 14,30
Domenica 30 ottobre e domenica 6 novembre apertura dalle ore 9,30 alle ore 19,30