Non solo era amatissimo ma è probabilmente ancora il compositore italiano più eseguito al mondo. Il mondo, non solo musicale, oggi piange Ennio Morricone, genio italiano talmente idolatrato all’estero, da essere sinonimo di tutto ciò che è italianità.
“Ennio Morricone è il mio compositore preferito. E quando intendo compositore non parlo di ‘compositore per film’ ma mi riferisco a Mozart, Beethoven, Schubert. Questo è quello che intendo!”: parola di Quentin Tarantino.
Ennio Morricone è il compositore italiano più eseguito al mondo: oltre cinquecento sono le musiche realizzate per film, produzioni cinematografiche e serie televisive, senza contare le opere di musica contemporanea, non composta specificamente per il cinema. È senza dubbio uno dei più influenti e prolifici compositori di colonne sonore dell’intera storia del cinema.
Il sodalizio con Sergio Leone e la stagione del “western all’italiana”, la nascita del suono del pop tricolore degli anni Sessanta, le collaborazioni con Elio Petri o Giuseppe Tornatore, le nomination ai Golden Globes, i due Oscar conquistati da ultraottantenne, gli incalcolabili riconoscimenti ottenuti in ogni angolo del mondo, il prestigioso Polar Music Prize svedese, i tour orchestrali, gli oltre 70 milioni di copie vendute: tutto questo è Ennio Morricone.
Morricone si inserisce in quell’ideale Olimpo di compositori per il cinema che hanno letteralmente inventato ‘paesaggi sonori’, ‘soundscapes’ di impareggiabile forza, in grado di segnare il nostro immaginario e aprire mondi, sogni ed emozioni: John Williams, John Barry, Nino Rota e pochissimi altri hanno impresso nel cinema un timbro così riconoscibile, così unico.
Amato da Joan Baez e dagli U2, osannato dal pubblico e applaudito dai suoi colleghi, Morricone è un’icona per il mondo del pop-rock, dei creatori di musiche da film e dai compositori di musica contemporanea.
Quando affermiamo che il compositore romano ha scritto “la colonna sonora della nostra vita” non adottiamo un’iperbole ma diciamo qualcosa che è profondamente vero: ho avuto il personale privilegio di incontrare nel 2005 il Maestro Morricone in occasione di un suo incontro con il pubblico partenopeo – condotto dal giornalista Federico Vacalebre del ‘Mattino’ di Napoli – negli spazi dei quel bel laboratorio creativo sorto nel cuore della collina del Vomero che divenne il mediastore Fnac, la cui responsabile-eventi era l’instancabile Lucia Nicodemo.
Era “la prima e ultima volta” che Morricone si dedicava ad un tour negli store del circuito nazionale Fnac (Milano, Torino, Genova, Napoli), ma l’occasione era davvero unica: il Maestro presentava il doppio CD che conteneva la sua composizione “Voci dal silenzio”, nata sull’onda emozionale dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York. Il suo amore per questa partitura, la naturalezza genuina con cui raccontava le colonne sonore leggendarie del suo passato, l’amore per i colori calcistici della Roma e per la cucina della moglie costellarono una domenica mattina fatta di parole, di note, di ricordi e di sorrisi.
Ho avuto poi l’inattesa ventura di reincontrare il Maestro, con i R.E.M., in occasione di un concerto romano di Bruce Springsteen: in ognuno di questi incontri, Morricone ha sorpreso per l’apparente senso di “normalità” nel raccontare quelle che per ogni ascoltatore sono pagine di musica dense di ricordo, commozione, potenza evocativa.
Per “The Way Magazine” ho raccontato l’emozione dei “Final Concerts” del Maestro e, in particolare, dell’ultimo concerto di Ennio Morricone alla guida della sua orchestra: un concerto-kolossal che ha illuminato il Lucca Summer Festival nel luglio dello scorso anno.
“Quando realizzo una colonna sonora, so che deve piacere al regista, al pubblico e anche a me: non posso tradire la mia musica, devo essere contento io per primo”. Ennio dixit.
A cura di Michelangelo Iossa
Foto: concerto del Maestro Morricone in occasione del 50° anniversario dalla fondazione della Pellegrini, tenutosi al Teatro alla Scala.