Si è recentemente esibito al Linecheck Festival di Milano per la Milano Music Week 2022 e la sua musica sta toccando tutta Europa. “My Nirvana” è il titolo del nuovo progetto del violoncellista e compositore italo-albanese Redi Hasa uscito per Ponderosa Music Records, grazie a un accordo di esclusiva internazionale firmato con l’etichetta Decca (UK) del gruppo Universal Music Operation.
A due anni di distanza da “The Stolen Cello” (2020), Redi Hasa torna a presentare il suo secondo album in veste solista. Ispirato – come il titolo evoca – alle canzoni dei Nirvana, il disco si compone di nove tracce che rielaborano i pezzi più significativi della carriera del celebre gruppo grunge guidato da Kurt Cobain, a partire dai loro esordi alla fine degli anni Ottanta.
E oggi al Torino Film Festival il musicista è protagonista anche di un altro pregevole progetto culturale. La sua musica è parte del documentatio “Parlate a bassa voce” diretto da Esmeralda Calabria. Il film esplora la storia recente dell’Albania, dal comunismo alla caduta del regime, fino a ciò che è venuto dopo. Radi dice sui suoi social: “La musica è mia e il mio viaggio di vita è il “fil rouge” della storia. Ho avuto la gioia di condividere questa esperienza con mio fratello Ekland Hasa, i miei genitori, le signore del coro Jehona, il mio caro amico Bojken Lako, i miei cari amici italiani (ma dal cuore balcanico!) di Banda Adriatica, e con altri artisti albanesi, musicisti, attori, registi, cittadini privilegiati e declassati. Il mio paese ha una storia complessa, troppo spesso semplificata e banalizzata, e sono felice di aver avuto – ancora una volta – l’opportunità di dare voce e note al mio punto di vista“.
IL DISCO OMAGGIO – In “My Nirvana”, Redi Hasa reinventa le canzoni che hanno segnato un punto di svolta nella storia del rock mondiale e le trasforma attraverso il sound unico e riconoscibile del violoncello, in “polifonie mono strumentali”, in “nuovi inni” di dolcezza e struggimento.
Da Love Buzz, primo singolo della band contenuto nel disco “Bleach” (1989), ai successi del secondo album “Nevermind” (1991) – come Smells Like Teen Spirit, In Bloom, Lithium, Come As You Are e Polly – e del terzo “In Utero” (1993) con Heart-Shaped Box e All Apologies, il nuovo progetto di Redi Hasa ripercorre da cima a fondo la storia della band statunitense più rappresentativa dello scenario alternative rock degli anni ‘90 che affonda le radici nel percorso musicale dello stesso violoncellista.
Mentre a Seattle e in tutta l’America imperversava il Grunge, nel blocco europeo degli ex paesi a influenza sovietica, erano anni difficili: nel 1997 sarebbe scoppiata la guerra civile che avrebbe portato Redi Hasa a lasciare il suo Paese. Negli anni 90, quando anche a Tirana per la prima volta si ascoltò la musica dei Nirvana, l’Albania si trovava ad affrontare i postumi di un regime che aveva per mezzo secolo proibito la distribuzione di tutta la musica occidentale, dai Beatles ai Milli Vanilli. Tuttavia, nell’ombra del regime, la musica proibita continuava a circolare di nascosto tra gli appassionati e i musicisti dei Paesi del blocco orientale, grazie al fenomeno che nei Balcani prese il nome di ‘samizdat’, la diffusione clandestina delle opere.
Su questo particolare scenario storico si staglia la scoperta di un disco come “Nevermind” che nel Paese delle aquile arrivò con la forza di un potentissimo magnete a catturare l’attenzione del musicista. Di giorno Redi Hasa studiava violoncello all’Accademia di Stato a Tirana, mentre di notte sperimentava le sonorità del basso elettrico, l’unico della città, che suo fratello maggiore gli aveva spedito dall’Italia. E proprio in quelle session notturne di approfondimento e ricerca, i pezzi dei Nirvana rivelarono all’artista lo spirito di una ribellione, l’epifania di una verità da poter ancora recuperare sotto le macerie.
Da quel momento, la carriera del violoncellista ha raggiunto le vette più alte della grande musica, che nel suo repertorio spazia dalla formazione classica al folk della tradizione salentina fino alle collaborazioni con le più famose orchestre d’Europa. Maestro dello stile cantabile, Redi Hasa ha fatto dell’ibridazione tra i generi la propria cifra d’artista, con un talento che lo ha portato dal 2012 a esibirsi al fianco di Ludovico Einaudi nei più prestigiosi teatri di tutto il mondo e a incidere con le star del rock (tra cui, nel 2017, Robert Plant).
COLLABORAZIONI – Radi Hasa ha mosso i primi passi in Italia, con importanti collaborazioni musicali, per poi farsi apprezzare nel mondo intero.
Con la cantante salentina Maria Mazzotta nasce nel 2010 il duo “Hasa-Mazzotta”, progetto che permette al musicista di esprimersi totalmente sia come compositore che come arrangiatore. Nel 2014 i due pubblicano “Ura”, disco che porta alla luce i legami possibili tra i repertori che navigano attraverso l’Adriatico unendo i Balcani e i Carpazi con le regioni del Sud dell’Italia.
Dal 2012 il pianista e compositore Ludovico Einaudi lo invita a suonare negli album “In A Time Lapse” (2013) ed “Elements” (2015). Il tour di “Elements”, a cui Redi Hasa prenderà parte come violoncellista, lo porterà a esibirsi nei più prestigiosi teatri di tutto il mondo, quali il Barbican di Londra, l’Olympia di Parigi, il Teatro Degli Arcimboldi di Milano.
Nel 2017 partecipa a “Carry Fire”, l’undicesimo album in studio della voce dei Led Zeppelin Robert Plant, in uscita il 13 ottobre. L’album, registrato insieme ai Sensational Space Shifters, ospita Redi Hasa al violoncello in 3 brani.
Tra gli altri, Redi Hasa ha inoltre collaborato con Kocani Orkestra, Boban Markovic, Eva Quartet, Bobby McFerrin, Fanfara Tirana, Luciano Biondini, Roberto Ottaviano, Rita Marcotulli, Paolo Fresu, Antonella Ruggiero, Roy Paci, Raiz.