Oggi è importante distinguersi, non conformarsi; inventare, non copiare. In qualsiasi ambito creativo e ancora di più nella moda. Michele Malena ci accoglie così nel suo mondo, un universo fatto di stile e moda senza tempo. Di cui per anni è stato ambassador, con sfilate e servizi di moda. E che ora invece consensa nel suo profilo social che è un punto di riferimento per gli utenti a caccia di consigli di eleganza, non solo per quanto riguarda il vestiario.
Sei passato da essere protagonista della moda in prima persona a dare consigli ai tuoi lettori sui social e nelle consulenze editoriali. Come ti trovi in questo ruolo?
Il mio ruolo attuale è il mio vestito preferito! Parlo con le persone, scrivo, collaboro con delle riviste del settore, attraverso i social dell’unico canale che ho scelto, Instagram. Pubblico contenuti e didascalie, ricevo richieste su consigli e vivo la moda in assoluta libertà.
Che tipo di pubblico ti legge?
Molto vasto, direi. Ricevo richieste da ogni genere, il pubblico femminile rimane in testa ma gli uomini negli ultimi anni sono sempre più coinvolti dal mondo della moda.
Come è cambiato il mondo del fashion quando hai iniziato?
Per capire un’epoca basta soffermarsi sulle tendenze. La moda è influenzata dalla società, dagli avvenimenti che determinano non soltanto il modo di vivere, ma anche quello di vestirsi, il make-up, l’hair styling. La moda non ha regole ma l’eleganza sì. Oggi basta collegarsi ad Instagram per trovare il proprio look o appunto seguire i miei consigli. Mi sento parte del cambiamento: prima potevamo esprimerci anche attraverso la fantasia, l’immaginazione, nel dialogo con il nostro partner. In molti lo fanno ancora oggi, per fortuna.
Quattro buoni motivi per un uomo per essere aggiornato sui trend?
Gli uomini meglio vestiti sono quelli in grado di tenersi al passo con i tempi e guardare al futuro. Consiglierei conoscenza, storia, scienza ed arte. Anche una modella può essere un trend.
La responsabilità dei cambiamenti di stile è più maschile o femminile?
Passano gli anni e le stagioni si moltiplicano, sono gli uomini, e non le donne, a guidare l’evoluzione nella moda.
Gentleman, disinvolti e ribelli sono le tre categorie di uomini che oggi fanno della moda uno vero stile di vita.
E per l’universo femminile invece dove ci stiamo muovendo?
Le donne creano la moda senza il bisogno di seguirla. Sensibilità, intuito, evoluzione, emancipazione: le donne nella moda, che siano nel design, sulle passerelle o nella fotografia, sono sempre state molto più che semplici professioniste.
Cosa ti piace di più delle proposte di quest’anno?
Il completo sartoriale, ma rivisitato. I colori naturali, con qualche tocco vitaminico e pastello.Il soprabito classico nelle forme, contemporaneo nei tessuti.
E cosa ti piace di meno del mondo della moda di recente?
Non è un caso che brutto e ironia vadano a braccetto. Oggi la moda è bruttamente bella…Se prima il brutto della moda era un affare per radical chic, oggi, il “non bello” apparentemente sembra non avere alcuna pretesa intellettuale.
Ti senti privilegiato a essere italiano che vive la bellezza d’Italia ogni giorno? È una condizione che influenza le tue scelte di stile?
Mi sento privilegiato di essere italiano quando penso ai miei nonni, quando ricordo il padre di mia madre che con sacrificio ha costruito anche un po’ il futuro di noi nipoti. Lui sì che ha fatto tutto da solo…oggi invece dilagano i vizi, il fanatismo e il copia incolla. Nella moda sono sempre stato un visionario, lo stile italiano è unico ma va incentivato supportando le piccole aziende e soprattutto, partire dalla formazione. Penso che oltre alla moda, bisogni tornare a insegnare la musica.
Come pensi si possa evolvere il panorama delle tendenze stilistiche in futuro?
La moda è un sistema straordinario, diverso dagli altri perché continua a guardare al passato per creare qualcosa di nuovo. Trasforma ciò che è già stato, citando e ricitando. Il consumatore è incerto e va accompagnato. Detto questo, l’attenzione alla sostenibilità e al riciclo sarà il comune denominatore per i tempi che verranno.
Quali sono le regole base per essere al passo coi tempi?
Eleganza, discrezione ed educazione…insegnamenti più che regole, dimenticati.
Sostenibilità e individualità: come ti muovi in questi due campi?
La sostenibilità è sinonimo di pazienza ma soprattutto voglia. Bastano cinque look, proprio come i giorni lavorativi di una settimana standard, per essere sostenibili, a mio parere. Soprattutto nel clima estivo, è davvero semplice essere chic ed eleganti, si possono indossare per diversi mesi fino alla fine della stagione pochi capi. In questo modo, li sfrutteremo al massimo, senza entrare nel ciclo del consumo eccessivo e non saremo stressati perché continuamente alla ricerca di nuovi abiti. L’individualità per me è essere autentici, originali, è l’espressione del proprio essere.
Hai fatto della moda la tua passione e la tua professione. Come seguire il tuo esempio?
Non ho mai vissuto la moda come un lavoro ma una bellezza da ammirare, da bere a piccoli sorsi, centellinare sapientemente. La moda è un linguaggio, una stagione che si rinnova sempre. Alla mia prima sfilata, avevo 20 anni, per il settore ero già in età avanzata, intorno a me correvano ragazzi di 14/16/18 anni, ma ho saputo tener testa. Sono sempre stato un poliedrico, e questo ha reso facile adattarmi a molte sfaccettature della vita. La strada che posso consigliare è quella fatta di determinazione e concretezza ma soprattutto essere molto furbi, la furbizia è spesso vista come un modo per raggirare gli altri ma in realtà serve per non essere raggirati.
Un ricordo della tua terra di origine che è sempre con te?
Il mare d’inverno e i gabbiani sulla spiaggia.